Ricordo come se fosse ieri l'ultima volta che incontrai Iceberg. Avrò avuto al massimo sei anni.
L'ora della nanna era passata da un pezzo e, sebbene ci fosse una nave con un equipaggio di quaranta marinai in attesa della sua salita per salpare, Iceberg si intrattenne più a lungo con me. Quella a suo avviso era la sera perfetta per raccontarmi un milione di storie prima di partire per un lungo viaggio.
"Senti questa, per cominciare: è la mia preferita. Era una serata fredda e tempestosa, proprio come adesso! Mi trovavo nella mia dimora, all'interno delle mura di una casa che ho costruito con il sudore della mia fronte. La mia famiglia si era riunita intorno al caminetto per condividere storie e risate. In quella serata, il più giovane di tutti i Bloom aveva deciso di sfidarmi a una partita di scacchi. Aveva una mente fina, nonostante la sua giovane età. Usava intelligenza e determinazione come la lama di un coltello. Sapevo che non sarebbe stato facile ottenere la vittoria, così decisi di mettere su un té e impegnarmi il più possibile. Stava dando il massimo per mettermi in difficoltà, ma se pensava di vincere si sbagliava di grosso. Su quella scacchiera rividi gli scontri più feroci della mia vita: ecco che un alfiere si trasformava in una tigre dai denti a sciabola pronta ad attaccare il mio pedone. Ma ancora una volta, come in tutte le mie avventure del resto, il pedone si salvò. Ci furono mille e più attacchi di questo tipo. Su quella scacchiera oramai era stato messo in scena un lungo duello. Da una parte l'audacia della gioventù, dall'altra la mia esperienza come testa della famiglia Bloom. Mentre muovevamo le nostre armate, la stanza divenne silenziosa. Il crepitio del fuoco sembrava assecondare ogni mossa che facessimo. La tensione nell'aria era palpabile. Alla fine, la partita si concluse con un mio trionfo, ovviamente. Vinsi con una mossa speciale e segreta che appresi da un amico in Russia. Quante ne sapeva quello lì! E quante me ne aveva insegnate! Nonostante la sconfitta, la mia giovane e momentanea nemesi mi sorrideva fiera e mi disse che un giorno mi avrebbe battuto.
Ed è stato lì, proprio in quel momento, mentre osservavo il suo sorriso e ascoltavo le sue parole, che un'onda di orgoglio e affetto mi attraversò il cuore. Avevo trascorso così tanto tempo concentrandomi sui miei doveri da “capofamiglia”, che avevo trascurato quanto fossero importanti le persone intorno a me. E sai cosa ho fatto? Ma ovviamente quello che fa Iceberg ogni volta che si trova nella situazione di dover dimostrare affetto per i propri cari: ho iniziato ad elencare tutti i miei pregi, i miei difetti (facile: l'unico è la modestia) e tutte quelle altre qualità che, pur non essendo pregi, mi avevano fatto vincere. Ahahah!"
La sua risata, rauca e cristallina al tempo stesso, riempì la stanza. Ci furono altre storie quella notte. Storie di avventure e grandi imprese, di misteriose creature e di antiche maledizioni, con Iceberg sempre vincente e protagonista, ma nessuna mi rimase più impressa di quella della partita a scacchi. Perché solo dopo quella storia vidi per la prima volta una lacrima di commozione sul suo volto.
Mi addormentai felice e quando mi svegliai trovai sul comodino la collana che portava sempre al collo con un biglietto: "Senza questa collana non so nemmeno da che parte sta il cielo e da che parte sta la terra" diceva il pezzo di carta. "Non so cosa potrei fare se qualcuno me la dovesse portare via". Vederla lì mi fece capire che la nave su cui stava per salpare era una di quelle da cui non si torna più. E io non mi opposi a quella partenza: lasciai che il destino facesse il suo corso. Sulla faccenda non proferì più parola… e io non seppi mai perché si imbarcò in quella avventura senza il suo portafortuna.
Eppure mi sarebbe piaciuto frequentare Iceberg quando ancora abitava a Swinton ed era nel pieno delle sue forze. Avrei voluto assistere mentre si impegnava nelle scommesse più strampalate, con la convinzione di poterle vincere ogni volta. Come quella volta che (si dice) grazie ad una scommessa delle sue, prima di partire per un nuovo lungo viaggio, baciò ben tre Maitland nello stesso pomeriggio. E quando non scommetteva, raccontava storie epiche sulle sue peripezie. Ora a parlar d'Egitto, ora di India… Insomma era inarrestabile e sempre al centro dell'attenzione. Una vera forza della natura! Ma il problema degli iceberg è che se ne vede solo il 10%. Il restante 90% è sotto l'acqua, dove nessun occhio riesce ad arrivare. E credo che sia stato così in ogni momento della sua vita. Voglio credere però che sotto sotto, un giorno, anche solo per un minuto, ce l'abbia fatta a galleggiare in superficie, a condividere con qualcuno di speciale tutte le emozioni che come farfalle gli volavano nello stomaco. L'avrà fatto sicuramente, ma a quale prezzo?
[Personaggio ispirato a Edward Bloom, dal film “Big Fish - Le storie di una vita incredibile” del 2003]
"Non esiste al mondo creatura con la bocca più grande di un Bloom. E io ho incontrato l’Abominevole Capodoglio Bianco una volta."
Beatrice B. Bloom.
Gentili membri soci fondatori del The Explorers Club.
Sono qui a scrivervi per presentare ufficialmente la mia richiesta di iscrizione all’albo delle Notabiles Familiae la famiglia Bloom.
Conoscete la storia delle indivisibili scimmie Titi del Perù? Oppure sapete come le Cascate Rovesciate della Baia di Fundy risalgono la corrente in Canada? Chi vi scrive Io ignora, ma sicuramente questa famiglia ne sa molto di più. E se vi capiterà di essere invitati da loro ad assaggiare un raro e costosissimo caffè prodotto dagli elefanti thailandesi di Chiang Saen, magari potrete chiederglielo.
Il primo incontro è avvenuto nelle foreste di Ranthambore alla ricerca della leggendaria tigre del Bengala. Grazie alla loro abilità e alla loro esperienza, i Bloom sono riusciti a condurmi in una delle avventure più straordinarie della mia vita. La vista di quel magnifico felino che si muoveva con grazia tra gli alberi è stata un'esperienza che porterò nel cuore per sempre. Così come ricorderò il modo in cui hanno convinto l’animale a uscire dal suo nascondiglio: posando a terra un pasticcio di carne appena sfornato.
Non solo deserti e savane nella loro vita. Ogni Bloom che si rispetti è soprattutto abile a cavalcare tavole imbandite. Questa famiglia è conosciuta in lungo e in largo per il suo insaziabile appetito: cibo, fama, amore e avventure. Sono individui eccentrici, sempre alla ricerca di esperienze nuove ed eccitanti, spinti da un'insaziabile curiosità che sembrano avere nel sangue e che sono pronti a condividere con il prossimo sfoderando il loro ammaliante sorriso.
Già la capostipite della famiglia, infatti, l’antenata Beatrice B. Bloom, è stata un’esploratrice leggendaria, conosciuta in tutto il mondo per aver partecipato alla decennale spedizione di Napoleone in Egitto. Si narra che che in quell’occasione diede alla luce il suo primogenito in un sarcofago egizio poiché, presa com’era dall'esplorazione di una antica tomba, si dimenticò di essere incinta e al nono mese di gravidanza.
I loro antenati ci hanno lasciato un'eredità di esplorazione senza precedenti.
Purtroppo però, con il passare del tempo, l'insaziabile appetito della famiglia Bloom per la cucina superò di gran lunga quello per le avventure.
Sono sempre meno i membri di questa famiglia che partono alla ricerca dell’ignoto.
Chi ne soffre di più sono alcuni compaesani dei Bloom: i Maitland.
Si racconta che un giovane membro della nostra amata famiglia, poco prima di partire per l’esplorazione del Circolo polare artico, abbia avuto il coraggio di baciare una Maitland pubblicamente, dichiarandole il suo amore, sfidando la credenza popolare che potesse portar sfortuna. Lui poi è tornato dalla sua avventura in modo glorioso, con la cartografia più completa che si sia mai fatta di tutto il continente. Riuscì a tracciare persino un’intricata rete di fiumi sotterranei. Da qui il detto (e la tradizione tutt’ora in voga): “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.”
E se ogni viaggio comincia con un bacio, finisce sempre con una cena a casa Gomes: più dell’ottimismo, infatti, i Gomes amano le storie di avventura.
Certo, i più maligni sostengono che le abilità dei Bloom non siano tutte farina del loro sacco e che ci sia dietro la magia. Ma voi non date retta, sono quei mascalzoni dei Pirelli a mettere in giro certe voci. Mi permetto di chiamarli così perché i Bloom mi hanno raccontato certe storie su quelli lì. Tutto ebbe inizio con l’acquisto di una dozzina di paia di scarponi da escursione dalla famiglia Pirelli, che si rivelarono essere fatti di scorza di zucca, lasciando tutta la spedizione a piedi nudi alle falde del Kilimanjaro.
Ma eccomi qui a divagare raccontandoVi dei rapporti tra le famiglie di questa piccola città di nome Swinton… che sciocco! E’ che la passione dei nostri beniamini per la loro terra natale supera le bellezze di tutte le meraviglie del mondo messe insieme. E forse è proprio lì che nasce la forza di questa famiglia.
Se non credete alle mie parole, venite a vedere con i vostri occhi. E permettetemi di fare un brindisi alla famiglia Bloom, agli avventurieri e ai curiosi che ci mostrano che il cibo va oltre il semplice nutrimento, che l'avventura è il sale della vita e che la curiosità ci spinge a scoprire e a sognare. Che il loro spirito e la loro passione possano continuare a guidarci in un mondo di delizie inesplorate.
Salute alla Famiglia Bloom!
Sempre vostro,
Howard Kingsley, Ricercatore emerito dell’ Explorers Club.
Che cos’è l’acume? Non esiste una definizione univoca, tuttavia in questa contrada si trovano tutti coloro che con l’intelligenza hanno a che fare. Ci sono quelli vivaci nel capire la soluzione di un indovinello e quelli abbastanza svegli da escogitarne di nuovi. C’è anche chi di intelletto ne ha poco e per questo si affida alla fortuna, e chi ancora usa il fine pensiero per intessere un inganno.
Sì, qui ci sono i furbi, ma anche i pigri che astutamente risolvono i propri affari confidando sull’altruismo di chi farà le cose per loro.
I colori che sfoggiano con fierezza nei giorni di festa sono il verde e il nero. Sono due tinte che insieme funzionano bene, e quindi possiamo dire senza remore che hanno fatto una bella scelta intelligente.