Quando io conobbi Mezza Giustizia aveva perso la testa, e il letto era diventato la sua seconda casa. “Ictus fulminante" fu la diagnosi, ma ciò non gli aveva impedito di parlare e di raccontare.
“Mi ricordo di quella volta che avevo quasi preso la Banda del Piedone: per un soffio strappai il lembo della giacca a quello più piccolo di tutti, del Piedone più piccolo dei Piedoni, quei maledetti!”
“Mi ricordo di quella volta che feci l’esame per passare di grado, ma erano troppe le domande, addirittura il doppio di quelle che avevano gli altri, doppie domande per una mente brillante, si, proprio così! Domande magiche, ma proprio magiche! Diventarono triple e quadruple”
“Mi ricordo di quella volta che mi chiamò Big Mama: erano sparite tutte le sue carte. Ero ad un passo dal risolvere il caso, il colpevole era… Rullo di tamburi… sicuramente qualcuno della sua famiglia… e niente, il caso si risolse da sé.”
“Mi ricordo di quella volta che mi chiamò la Regina! Sì, proprio la Regina nella persona della Regina in persona. La corona e lo scettro le avevano rubato. Poteva essere il caso della mia vita, poteva essere il caso che mi avrebbe proclamato detective dei detective su tutti i detective e invece… ho ritrovato il tesoro solo a metà, l’altra l’avrà presa qualcuno più lesto di me.”
“L’ultima cosa buona che ho fatto è stato liberare dall’accusa quella buon'anima di Forcula… omicidio dissero… l'omicidio di Merlin. Ma figuriamoci! Merlin la salute non sapeva neanche dove stesse di casa! E poi a me Forcula piaceva: se non altro credeva in me.”
Sicuramente la sua mente giocava in questi racconti degli strani scherzi, ma io ho sempre creduto che ci fosse una mezza verità in quello che diceva Mezza Giustizia.
Se solo i suoi compaesani fossero stati così caritatevoli da dar credito a quello che diceva, magari veramente avrebbe raggiunto un posto di spicco, magari tutti avrebbero avuto un ricordo diverso dal solito “Ah, ma se lo ha detto Mezza Giustizia allora deve esser sicuramente vero a metà”.
In un momento di lucidità mi confessò di aver desiderato tante cose nella sua vita, ma quella più importante era stata riscattare il suo nome... fame che, almeno dai suoi racconti, sembra non sia mai stata saziata.
“Everglot eterni secondi”: è stata questa la sua condanna?
Forse sì, tant’è che neanche la morte era arrivata per prima, mandando suo fratello ictus e lasciando che il suo corpo si consumasse dentro uno scomodo letto.
[Personaggio ispirato al Giudice Turpin, dal film “Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street” del 2007]
Hai presente la delusione che si prova quando la persona amata sceglie proprio te, ma per una solida amicizia? Oppure quando l’erba del vicino è sempre più verde?
Ecco, gli Everglot conoscono bene quel senso di amarezza, perché sono campioni - e su questo titolo per una volta possiamo essere tutti d’accordo - nell’arrivare sempre secondi.
E’ risaputo che persino al Palio degli Inganni nessun Everglot è mai salito sul carro dei vittoriosi: un infortunio, una squalifica o un qualsiasi imprevisto erano sempre dietro l’angolo.
Secondi padri fondatori di Swinton, secondo parto plurigemellare più noto della storia della città, secondo posto per la trisnonna al famigerato concorso “Bruttezze in campagna”.
E dall’altra parte, a sfidarli ogni volta, sempre e solo loro: i Davis. La rivalità fra Davis ed Everglot è antica come le pietre del pozzo, e vede ripetersi un copione incessante: nella pesca, nel tiro al piattello, nell’uncinetto… Davis primi, Everglot secondi. In realtà gli Everglot non sono secondi solo ai Davis, sia ben chiaro. Loro sono secondi, e basta. E odiano quelli che arrivano primi. Ma non odiano i secondi. E’ per questo che, fra di loro, gli Everglot non si odiano affatto: sono con grande probabilità la famiglia più unita di tutta Swinton, da sempre.
E’ forse questa la forza misteriosa che li spinge ad affrontare a testa alta il loro malaugurato e ineluttabile destino? Loro si impegnano a fondo in quello che fanno, perché forse basterebbe vincere solo una volta per spezzare la maledizione degli eterni secondi. “Maledizione”. Molti nella famiglia pensano che su di loro gravi proprio una fattura.
Proprio per questo è abbastanza noto che gli Everglot guardino con sospetto i Maitland, la casata alla quale molti anni prima hanno sottratto qualcosa di speciale. Ma questo è un segreto che solo di notte sono soliti raccontare.
La sola famiglia con cui gli Everglot non si sono mai scontrati è quella dei Pirelli. Non solo: i Pirelli si sono dimostrati dei veri e propri mentori, addestrandoli per generazioni intere ad affrontare quella che sarà la loro partita vincente… anche se questa partita (di cosa non si sa) a quanto pare non si è ancora disputata.
Anche i Collins hanno da sempre apprezzato il grande impegno degli Everglot, facendo sempre il tifo per loro, anche in quelle occasioni in cui la vittoria era oltre ogni aspettativa.
Alcune malelingue, riferendosi alla ferrea tenacia e allo spirito combattivo di questa famiglia, dicono che gli Everglot siano secondi - ancora una volta - soltanto al tasso del miele.
Tutte le anime ambiziose, scaltre, astute e capaci di avere polso hanno scelto la strada di questa contrada. E come biasimarli? L'appartenere a questo gruppo assicurava loro ruoli di spicco nel paese. Come il Sindaco, per l’appunto. Ma anche borgomastro, sceriffo, giudice, tesoriere e persino capotreno, se mai un treno fosse passato da lì.
Questo Sestiere abbonda di autorevolezza e di saggezza, ma anche di scorbutica arroganza.
Le Piccate Lingue nel giorno del Palio degli Inganni vestono di azzurro e di blu per lo più, per ricordare i colori del cielo che sta in alto su tutto e su tutti.