C’è chi nutre il corpo con pietanze succulente e deliziose, e c’è chi sazia l’anima con la conoscenza. Il mio Avo faceva sicuramente parte di questi ultimi perché si dice che fosse l'insegnante di Swinton capace di tirare fuori il meglio dai suoi alunni.
Alere, che significa “alimentare”, era il suo soprannome, perché era ciò che riusciva a fare durante le sue lezioni, che venivano seguite non solo dagli allievi, ma anche dai loro genitori. Alere nutriva l’anima.
Chiunque uscisse dalla sua aula, affermava che i suoi discorsi sapevano toccare il cuore e aprire la mente a nuove prospettive.
Recentemente ho scovato una lettera indirizzata al mio Avo che descriveva la sua persona come estremamente rigorosa, severa e dalla spiccata eleganza vittoriana.
Chi ha scritto questa lettera non ha posto la sua firma, mantenendo la sua identità nascosta. Tuttavia ho capito che doveva avere un debole per Alere, perché ad un certo punto ha scritto: “Solo chi non ha occhi per leggere la tua anima non sa vedere che è delicata come un bicchiere di cristallo. Bisogna saper versare il vino giusto e con delicatezza posare le labbra sul bordo dorato”.
Senza dubbio il mio Avo deve aver avuto molti pretendenti, ma anche molte inimicizie per via della sua influenza sugli altri: l’invidia è un serpente che striscia in tutti i paesi… anche a Swinton.
Ad esempio la sua maniacale puntualità faceva piacere a molti, altresì irritava i ritardatari; alcuni di loro sospettavano che avesse tasche piene di orologi, altri che fosse in grado di manipolare il tempo a suo favore. Chissà se è vero... Ancora oggi me lo chiedo, e se fosse così mi piacerebbe trovare uno dei suoi orologi in eredità.
Ciò che so per certo è che Alere amava Swinton, il suo piccolo paesino, e che faceva tutto il necessario per migliorarlo, ogni giorno, attraverso i suoi studenti.
Nelle ultime notti, prima di andare a dormire, un pensiero va al mio Avo e immagino la sua figura affianco ad una vecchia lavagna con la schiena inarcata, le braccia incrociate e il sorriso sulle labbra che esclama: "Solo chi è veramente speciale può proteggere il nostro mondo."
Perchè forse Alere, speciale, lo era per davvero.
[Personaggio ispirato ad Alma Peregrine, dal film “Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali” del 2016]
Quando il Quadri Bis Nonno Giona Gomes perse l’occhio destro, a causa di un amo da pesca gettato male, non stette a piangerci su con l’occhio sinistro.
“Beh…” disse “ora mangerò del buon pesce!” e infatti usò il suo nuovo occhio di vetro come esca per ipnotizzare carpe e lucci e convincerli a saltare sulla riva. Ne catturò così tanti che dovettero far venire dei pallottolieri dai paesi vicini per riuscire a contarli tutti.
Quando la Bis Prozia Geraldine Gomes perse il marito, fuggito con due gemelle siamesi di un circo di passaggio, non stette a inseguirlo.
“Beh…” disse “Troverò un altro consorte più bello!” e infatti si sposò poco dopo con Johnny Keaton, il regista e attore più affascinante dell’epoca, capitato in paese per mettere in scena una commedia teatrale: un racconto di un padre di famiglia scappato con una coppia di gemelle siamesi.
Quando il Trisavolo Guthrie Gomes perse tutte le galline del suo pollaio, uccise da un Uomo Lupo, non stette a pigolare più di tanto.
“Beh…” disse “Vorrà dire che alleverò galli” e infatti divenne il più grande allenatore di pennuti canterini da combattimento, e si fece ricco affittando il suo campione, SquarciaLupi, agli altri allevatori della cittadina.
Questo è il dono della Famiglia Gomes. Non solo vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, ma mutare la cattiva, in buona sorte.
Certo. Anche i Gomes devono sottostare alla generale Entropia dell’Universo, e non sempre la storia finisce bene per loro.
Come quella volta che la Bis Cugina si trovò a condividere la culla con una neonata della famiglia Maitland. Le due erano nate lo stesso giorno, quello della grande eclissi, e siccome erano nati troppi bambini e non c’erano più fasciatoi vennero adagiate fra le stesse coltri.
Sarà stato l’influsso nefasto del sole coperto dalla luna, sarà stata la stretta vicinanza con un membro di una famiglia così intrisa di malasorte, o saranno state entrambe le cose, fatto sta che la bambina ebbe una vita infelice e sfortunata, proprio perché, a differenza dei suoi familiari, lei non era in grado di vedere il bello nel mondo.
Mentre l’altra infante ebbe un’esistenza gioiosa e felice. Apriva bocca solo per pronunciare frasi beneauguranti che parlavano di successo e fortuna. L’esatto opposto della sua cupa famiglia.
Per questo i Gomes, sebbene cerchino di nasconderlo dietro sorrisi tirati e frasi di circostanza, non vedono di buon occhio i Maitland e se possono gli stanno ben alla larga, convinti che la loro vicinanza possa divorare il loro ottimismo.
Quelli che invece meritano le dovute maniere come graditi ospiti sono i membri della famiglia Bloom. I loro manicaretti accompagnati dai loro racconti carichi di avventure sono le uniche cose in grado di affascinare i Gomes, tanto da tenerli in sospeso fino a mettere a tacere il loro ottimismo.
Ma ci sono altre due famiglie legate ai Gomes dal vincolo magico creato da un antico manufatto.
Pare infatti che l’ottimismo di questa famiglia derivi da una palla di vetro con la neve
che un avo dei Davis regalò loro. Egli disse che quando avessero avuto un problema che non avrebbero saputo risolvere, avrebbero dovuto agitare l’oggetto pronunciando le parole “Beh… vorrà dire che…” e quando la neve si fosse posata all’interno della sfera, il suo usufruitore avrebbe visto al suo interno un'immagine nitida di cosa avrebbe dovuto fare, e completando la frase avrebbe fatto avverare quanto visto e detto.
Questo fino a quando i Pirelli non riuscirono ad impossessarsi con l’inganno del cimelio. Quello fu un periodo davvero nefasto per i Gomes, che per un mese intero persero il loro proverbiale ottimismo e la loro capacità di cambiare sempre in meglio la loro sorte. Poi, nonostante la reliquia non sia mai più tornata nelle loro mani, così non fu per la loro proverbiale capacità di prendere tutto con leggerezza e con la spensierata noncuranza di sempre: tornarono ad essere quelli di prima.
Ci sono poi quelle menti creative ed estrose che passano il tempo a riflettere su cosa inventare e come farlo. C’è chi declama una poesia, e chi disegna con il carbone. Che siano bravi e talentuosi per davvero, questa è tutt’altra storia.
Loro ci credono, e questo è quel che basta per appartenere a questo gruppo, capace di prendere i propri rischi. Che poi sappiano superarli senza danni, beh, anche questa è tutt’altra storia.
Giallo e arancione sono le sfumature che amano sfoggiare per distinguersi dagli altri durante il Palio annuale, perché sono i colori più appariscenti e quindi, per loro, i più importanti.