Crostini di fegatini, polenta fritta e squacquerone, cozze alla tarantina, spaghetti alla carbonara, tortelloni burro e salvia, linguine allo scoglio, filetto al pepe verde, anatra all’arancia, tagliata di tonno alla mediterranea, zuppa inglese, crème brulée, zuccherini con composta di prugne, ananas, mele e albicocche.
Pietanza più, pietanza meno, questo è l’elenco di tutto ciò che mangiò il mio Avo Senzavolto prima di andar via da Swinton senza mai più tornare. Era una buona forchetta da quando nacque, ma quella notte disse a tutta la famiglia Bloom che avrebbe dovuto accumulare moltissime energie per l’avventura della sua vita.
E al ritorno dalla sua ultima impresa, un giorno, avrebbe finalmente amato la sua anima gemella alla luce del sole. Con questa dichiarazione si attirò non poche occhiatacce dal resto della famiglia, perché si sa che “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.” E, di certo, questo misterioso amore non dormiva in casa Maitland.
Che io ricordi, non era la prima volta che il mio Avo celava un segreto alla sua famiglia. Soprattutto quando si trattava delle sue invenzioni al tritolo.
Estremamente noti a tutti erano i suoi viaggi, e questo è sicuro! Soprattutto ai Gomes, che si emozionavano ascoltando le sue storie bislacche. Senzavolto si faceva invitare a cena appositamente da quella famiglia, per due validi motivi: poter parlare di sé e gustare i loro prelibati manicaretti.
Ricordo che una volta mi parlò di quando accese la Torre Eiffel limitandosi a tenere una lampadina in bocca, o di quando sopravvisse a un’esplosione in piena faccia nel Deserto del Sahara senza perdere nemmeno un dente e il suo affascinante sorriso.
Un’altra volta ancora, pare che preparò un esplosivo talmente potente da far cadere una stella: il fatto accadde nella notte di San Lorenzo, in un anno privo di desideri da esprimere. E da lì il genio, l’inventore, il creativo che albergava nella sua anima diede sfogo al suo estro: con la deflagrazione dell’artefatto, si dice che tutta Swinton tremò e si spaventò, tranne Senzavolto perché, a suo dire, fece un patto col Diavolo durante un suo pellegrinaggio in Alsazia: "Swinton è praticamente indistruttibile finché io sarò in vita!".
Le ragioni dietro quest’imperturbabilità non furono mai chiare a nessuno, ma se volessimo sommarle all’alone di mistero che da sempre ha circondato le sue criptiche imprese, nonché alla bonaria maldestria che dimostrava nei suoi passatempi a Swinton, potremmo sicuramente dedurre il perché del suo inquietante appellativo "Senzavolto": una sorta di ombra nera, volubile e scostante, tanto impalpabile quanto antica nella memoria. Non mostrava un volto ai suoi cari, ma mille, cambiando viaggio dopo viaggio, sfuggendo alle definizioni mai totalmente positive o negative di quei lati celati dell’animo umano, impercettibili dall’esterno, ma che dentro crescono e cambiano nel tempo.
E nascosti altrettanto erano i suoi segreti, soprattutto per qualche malelingua dei Pirelli, che difficilmente avrebbe attribuito delle imprese tanto ammirevoli a una persona così poco incline a fornire qualsivoglia tipo di spiegazione; soprattutto quando le accuse riguardavano lo sfruttamento del prossimo nelle terre lontane che aveva visitato…
[Personaggio ispirato allo Zio Fester, della serie tv “Mercoledì” del 2022]
"Non esiste al mondo creatura con la bocca più grande di un Bloom. E io ho incontrato l’Abominevole Capodoglio Bianco una volta."
Beatrice B. Bloom.
Gentili membri soci fondatori del The Explorers Club.
Sono qui a scrivervi per presentare ufficialmente la mia richiesta di iscrizione all’albo delle Notabiles Familiae la famiglia Bloom.
Conoscete la storia delle indivisibili scimmie Titi del Perù? Oppure sapete come le Cascate Rovesciate della Baia di Fundy risalgono la corrente in Canada? Chi vi scrive Io ignora, ma sicuramente questa famiglia ne sa molto di più. E se vi capiterà di essere invitati da loro ad assaggiare un raro e costosissimo caffè prodotto dagli elefanti thailandesi di Chiang Saen, magari potrete chiederglielo.
Il primo incontro è avvenuto nelle foreste di Ranthambore alla ricerca della leggendaria tigre del Bengala. Grazie alla loro abilità e alla loro esperienza, i Bloom sono riusciti a condurmi in una delle avventure più straordinarie della mia vita. La vista di quel magnifico felino che si muoveva con grazia tra gli alberi è stata un'esperienza che porterò nel cuore per sempre. Così come ricorderò il modo in cui hanno convinto l’animale a uscire dal suo nascondiglio: posando a terra un pasticcio di carne appena sfornato.
Non solo deserti e savane nella loro vita. Ogni Bloom che si rispetti è soprattutto abile a cavalcare tavole imbandite. Questa famiglia è conosciuta in lungo e in largo per il suo insaziabile appetito: cibo, fama, amore e avventure. Sono individui eccentrici, sempre alla ricerca di esperienze nuove ed eccitanti, spinti da un'insaziabile curiosità che sembrano avere nel sangue e che sono pronti a condividere con il prossimo sfoderando il loro ammaliante sorriso.
Già la capostipite della famiglia, infatti, l’antenata Beatrice B. Bloom, è stata un’esploratrice leggendaria, conosciuta in tutto il mondo per aver partecipato alla decennale spedizione di Napoleone in Egitto. Si narra che che in quell’occasione diede alla luce il suo primogenito in un sarcofago egizio poiché, presa com’era dall'esplorazione di una antica tomba, si dimenticò di essere incinta e al nono mese di gravidanza.
I loro antenati ci hanno lasciato un'eredità di esplorazione senza precedenti.
Purtroppo però, con il passare del tempo, l'insaziabile appetito della famiglia Bloom per la cucina superò di gran lunga quello per le avventure.
Sono sempre meno i membri di questa famiglia che partono alla ricerca dell’ignoto.
Chi ne soffre di più sono alcuni compaesani dei Bloom: i Maitland.
Si racconta che un giovane membro della nostra amata famiglia, poco prima di partire per l’esplorazione del Circolo polare artico, abbia avuto il coraggio di baciare una Maitland pubblicamente, dichiarandole il suo amore, sfidando la credenza popolare che potesse portar sfortuna. Lui poi è tornato dalla sua avventura in modo glorioso, con la cartografia più completa che si sia mai fatta di tutto il continente. Riuscì a tracciare persino un’intricata rete di fiumi sotterranei. Da qui il detto (e la tradizione tutt’ora in voga): “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.”
E se ogni viaggio comincia con un bacio, finisce sempre con una cena a casa Gomes: più dell’ottimismo, infatti, i Gomes amano le storie di avventura.
Certo, i più maligni sostengono che le abilità dei Bloom non siano tutte farina del loro sacco e che ci sia dietro la magia. Ma voi non date retta, sono quei mascalzoni dei Pirelli a mettere in giro certe voci. Mi permetto di chiamarli così perché i Bloom mi hanno raccontato certe storie su quelli lì. Tutto ebbe inizio con l’acquisto di una dozzina di paia di scarponi da escursione dalla famiglia Pirelli, che si rivelarono essere fatti di scorza di zucca, lasciando tutta la spedizione a piedi nudi alle falde del Kilimanjaro.
Ma eccomi qui a divagare raccontandoVi dei rapporti tra le famiglie di questa piccola città di nome Swinton… che sciocco! E’ che la passione dei nostri beniamini per la loro terra natale supera le bellezze di tutte le meraviglie del mondo messe insieme. E forse è proprio lì che nasce la forza di questa famiglia.
Se non credete alle mie parole, venite a vedere con i vostri occhi. E permettetemi di fare un brindisi alla famiglia Bloom, agli avventurieri e ai curiosi che ci mostrano che il cibo va oltre il semplice nutrimento, che l'avventura è il sale della vita e che la curiosità ci spinge a scoprire e a sognare. Che il loro spirito e la loro passione possano continuare a guidarci in un mondo di delizie inesplorate.
Salute alla Famiglia Bloom!
Sempre vostro,
Howard Kingsley, Ricercatore emerito dell’ Explorers Club.
Ci sono poi quelle menti creative ed estrose che passano il tempo a riflettere su cosa inventare e come farlo. C’è chi declama una poesia, e chi disegna con il carbone. Che siano bravi e talentuosi per davvero, questa è tutt’altra storia.
Loro ci credono, e questo è quel che basta per appartenere a questo gruppo, capace di prendere i propri rischi. Che poi sappiano superarli senza danni, beh, anche questa è tutt’altra storia.
Giallo e arancione sono le sfumature che amano sfoggiare per distinguersi dagli altri durante il Palio annuale, perché sono i colori più appariscenti e quindi, per loro, i più importanti.