Era una giornata d'estate anomala: il cielo era cupo e le nuvole nere all'orizzonte non promettevano nulla di buono. Fu quel giorno che Zefiro decise di sedersi con me sopra un grande ceppo scuro. Fu qui che decise di condividere con me una storia della sua gioventù.
"Adoravo questo albero. Pensa che, durante la mia infanzia, aveva una folta chioma verde e dei frutti di cristallo con un bel nocciolo colorato. Quando il vento soffiava, il nocciolo tintinnava all'interno dei frutti creando una bellissima musica. Io e Forcula avevamo preso a venir a giocare insieme tra i suoi rami per apprezzare meglio quel suono; arrampicarmi era un gran divertimento. Poi un giorno scivolai, e nel tentativo di salvarmi mi aggrappai ad un frutto: questo si ruppe in mille schegge, ferendomi gravemente le mani. Quando il mio sangue tocco la ruvida corteccia, l'albero rinsecchì. Non più foglie verdi ma nodosi rami neri si stagliarono verso il cielo. La caduta mi provocò questa zoppia che mi porto dietro e queste mani orribili che furono ricucite alla bell'e meglio dal padre di Aspirina. Nulla per me da quel giorno fu più lo stesso"
Si mormora a Swinton che Zefiro avesse nelle vene una sorta di maledizione, e che per questo l'albero morì e poi fu tagliato. Ma ciò che non si dice è che anche Forcula quel giorno si ferì e cadde. Sul suo sangue, però, nessuno mai proferì parola. Credo che sia stata proprio questa sua vicenda a cambiare per sempre la sua vita e le sue sorti, a decidere dei suoi odi e dei suoi amori.
Il confine della società sembrava essere diventata la casa di Zefiro. Il suo atteggiamento diventò goffo, e la sua goffaggine era enfatizzata dai vestiti sempre troppo grandi che indossava.
Io so che tutta Swinton rideva al suo passaggio, e coloro che non ridevano avevano timore e facevano scongiuri. Persino la sua famiglia aveva preso le distanze... tutti tranne una persona che, a suo dire, era stata l'unica a sopportare tutto questo maremoto.
Non ho mai saputo chi fosse: la sua reticenza a parlarne era così forte che ogni volta che provava a farlo i suoi occhi si riempivano di lacrime. A quanto ho capito questa persona si allontanò lasciando di sé solo uno specchio infranto, che Zefiro custodiva gelosamente in un cassetto.
L'incidente cambiò non solo il suo aspetto fisico ma anche il suo carattere. Passava le sue giornate in completa solitudine, odiando tutto e tutti, covando dentro di sé una malsana voglia di riscatto. Credeva fermamente che se avesse avuto il potere avrebbe cambiato le cose, avrebbe ottenuto rispetto e avrebbe finalmente comandato. Per quanto ne so l'unica influenza che mai avesse avuto era quella su Argento... Non c'era giorno che non scordasse di maledire il suo nome, prendere a calci il suo sedere o invocare la sua figura ogni volta che aveva bisogno. Ecco! Se non fossi certo dell'esistenza di Argento, crederei che fosse frutto della sua immaginazione. Non ho mai capito perché Argento fosse in grado di sopportare il suo carattere scorbutico, tanto da essere soggetto a ogni suo volere e capriccio.
Certe volte l'amicizia segue vie misteriose! Io so che dietro il suo carattere ruvido si nascondeva un animo gentile. La sua buonanotte veniva sempre accompagnata da una strana poesia.
"Se prendo una corona e me la metto in testa sarò il re della festa,
se trovo uno scettro per completare il quadretto tutto sarà reale e ci sarà un bel banchetto".
Poi seguiva un bacio sulla fronte e un soffio sulla candela.
E io sotto le coperte mi son sempre domandato quale fosse veramente la sua storia, e se mai avesse trovato l'amore e il potere.
Sono certo che a Swinton troverò le risposte.
[Personaggio ispirato a Pinguino, dal film “Batman” del 1989]
Se camminando per le strade di Swinton incappate in una colorata girandola a vento, o in un ricamato fazzoletto appeso con un nastro ad un ramo, state pur certi che quelle cose appartengono ai Collins. Infatti non succede mai che questi prendano una decisione che sia una senza prima aver consultato il vento. Eh già, proprio così… il vento gelido che proviene dal nord, dissipando le nebbie, sarà foriero di buone notizie; invece i venti impetuosi dell’est non possono che essere premonitori di sventura. E i venti del sud? E quelli dell’ovest? Chiederete voi… Beh, non tutti i segreti di questa famiglia sono conosciuti, ed è giusto così: loro e solo loro sono in grado di cotanto infallibile intuito, fosse anche ammirando le fronde accarezzate dal vento o la danza di un ricciolo di fumo. E’ proprio come se avessero fatto un occulto patto con brezze e folate. Quasi tutta Swinton ride di loro e di questa loro bizzarra consuetudine: “Son come banderuole, quelli, incapaci di prendere una decisione senza aver consultato prima il gallo sul tetto del loro fienile”, questo si mormora.
O, per meglio dire, tutti mormorano tranne i Maitland. Sembra che solo per loro i Collins siano venuti meno all’antica promessa, suggerendo il luogo dove avrebbero raccolto cadaveri di farfalle ancora integri. Ed è proprio grazie ai Collins se quella famiglia ha smesso di uccidere le colorate creature, ingrassando così la propria collezione. E questo dovrebbe essere d’insegnamento per tutti, perché una cosa è certa: quando si tratta di comprendere i segni del vento i Collins non cadono mai in errore, fiduciosi che quello non sbagli mai.
Accadde però un fatto molto ambiguo. Tantissimi anni fa, quando il paese di Swinton contava solo pochissime anime, uno dei loro antenati - del quale per scaramanzia nessuno osa pronunciare il nome - invece che seguire il vento prese una decisione di testa propria. Fu così che cedette la terra sulla quale oggi è costruito il pozzo alla famiglia Van Dort. Questo si rivelò presto essere un errore fatale, che in seguito portò la famiglia verso il baratro della povertà.
L’ Innominabile fu esiliato, tacciato di presunzione ed orgoglio, e di lui non si seppe più nulla. Fatto sta che ciò incrinò i rapporti tra i Collins e i Van Dort. Ancora oggi questa famiglia che governa Swinton non è vista di buon occhio, e i Collins credono che guardarli in faccia sia cagione di sventura, come se i loro occhi avessero il potere di intaccare e corrompere la loro anima. Proprio per questo ogni volta che un Collins deve, per un motivo o per l’altro, interloquire con un Van Dort, è solito fissare la punta delle sue scarpe e stringere i pugni affinché la sua anima non venga catturata.
Ma che sia stata proprio la famiglia Davis ad aver dato loro questo potere? Qualcuno ne è convinto, altri pensano che siano solo “futili chiacchiere intorno al camino” per riempire le fredde serate invernali. Il vento sulla questione non si è ancora espresso.
Quelli che si sono espressi a riguardo, invece, sono gli Everglot, che di cose da dire sulla famiglia Davis ne hanno a bizzeffe: ne hanno sparlato così tanto che il loro fiato, proprio come fosse un vento amico, con il tempo è riuscito ad alimentare la fiamma di questo sospetto nel cuore dei Collins. Se seguiranno questo nuovo vento privo di punti cardinali non è dato sapere. Forse la solita riunione domenicale tra le due famiglie sarà decisiva perché l’incendio divampi.
Tutte le anime ambiziose, scaltre, astute e capaci di avere polso hanno scelto la strada di questa contrada. E come biasimarli? L'appartenere a questo gruppo assicurava loro ruoli di spicco nel paese. Come il Sindaco, per l’appunto. Ma anche borgomastro, sceriffo, giudice, tesoriere e persino capotreno, se mai un treno fosse passato da lì.
Questo Sestiere abbonda di autorevolezza e di saggezza, ma anche di scorbutica arroganza.
Le Piccate Lingue nel giorno del Palio degli Inganni vestono di azzurro e di blu per lo più, per ricordare i colori del cielo che sta in alto su tutto e su tutti.