Pronome: Lei
Informazioni pubbliche: Di tutti i nomi che potevano scegliere, doveva proprio capitarle "Candela"? Un oggetto che con la minima brezza si estingue, l'esatto opposto di ciò che dovrebbe fare una Collins, che di famiglia nel vento ci sguazzano per natura. Nulla di strano però...è sempre stata sfortunata, lei. Sfortunata di una sfortuna incredibilmente ordinaria: l’ombrello rotto col temporale, il piede che finisce in una pozzanghera, i vestiti ristretti in lavatrice, il treno perso per la frazione di un secondo, la corrente che salta proprio nel bel mezzo della preparazione di un importante report di lavoro, cose così, piccoli intoppi di vita che si sommano ogni giorno. Forse è la maledizione del nonno o forse solo il caso, perché anche per essere maledetti bisogna essere in qualche modo importanti.
Lei ha un lavoro ordinario da impiegata, una placida vita grigia con un'unica vera punta di orgoglio: i suoi amici. Li vede come una tavolozza di vividi colori, diversi e complementari. Vedere Miguel unirsi al gruppo è stata una gioia e ora grazie a lui le occasioni di incontro del gruppo si sono moltiplicate. Lei li segue e organizza volentieri gli aspetti logistici, eppure non pare che la abbiano quasi mai vista ballare. La loro chat è piena di foto del gruppo in pista, dove lei non figura perché preferisce stare dietro l’obiettivo e vederli brillare.
Tornare a Swinton sarà un’occasione unica per trascorrere del tempo insieme, lontani dalla musica a palla; eppure, ritrovare i ricordi di nonno Zefiro la spaventa un poco. Se tutte quelle dicerie sulla maledizione fossero vere? O peggio ancora...se tutto fosse stato solo un malinteso e lui si fosse sentito per tutto il tempo solo contro il mondo, senza alcun valido motivo?
Candela ricorda ancora la sua grande sagoma, di burbero omone, che recitava una buffa filastrocca, in cui si parlava di una festa. Forse è per quello che si era unita al gruppo dei Macarena, inseguendo un sogno di allegria e un ricordo di bambina. E forse anche il suo nome, apparentemente così sfortunato, è dovuto alle parole del perduto Avo...
A scuola, quando passava, tutti i bambini sbattevano i piedini e in coro dicevano: "Buongiorno, vostra altezza preside Van Dort!" Quindi, in silenzio, Registro li passava in rassegna uno a uno, con un aspro sorrisino sul volto, e scriveva in modo discreto su quel quadernino che si portava sempre in tasca. Segnava ogni cosa: pulizia, condizione della divisa, faccine inadeguate spesso frutto solo dell'inquietudine, ma chiaramente atte a schernire il suo ruolo, presenza fisica ed estetica. E a ognuna di queste voci attribuiva un punteggio, quasi mai superiore alla sufficienza, sentendosi quindi in dovere di rimproverare e far notare ogni più piccola e insignificante mancanza. Una volta stilata la classifica la decisione era irrevocabile, e Registro, preso in mano il prezioso megafono d'oro che portava sempre agganciato alla cintura, prontamente annunciava a squarciagola chi si era aggiudicato il primato di peggior studente della giornata, spesso suscitando grande approvazione in Mise En Place.
L'approvazione da parte di una personalità così importane a Swinton, unita a quel senso di potere che scaturiva dal ruolo autoattribuitosi di giudice insindacabile, riempivano Registro di soddisfazione. Tanto che quel quadernino aveva iniziato a portarselo appresso anche fuori dalle mura scolastiche, giudicando costantemente i suoi concittadini nelle loro normali attività quotidiane: chi saltava la fila alle poste, chi masticava sbadatamente con la bocca aperta, chi sfoggiava una cravatta stirata al rovescio... nessuno era al sicuro dalla tagliente stilografica di Registro, nemmeno Specchio. Ogni appunto era accompagnato da una smorfietta di soddifazione: ah, com'era bello annotare le imperfezioni del mondo circostante! Così non vi era tempo per pensare alle proprie piccole pecche, sommerse dal mare di inadeguatezza in cui toccava sguazzare.
Non si separava mai dal suo pennino. Si diceva avesse origini avvolte nelle nebbie del tempo, che fosse una penna magica capace di scrivere direttamente i pensieri di chi la impugnava, o di non poter mai stilare il falso, o ancora di far divenire le parole realtà. Quando Registro la sfilava dalla tasca, tutt'attorno calava un silenzio tombale, come se avesse sguainato un fioretto.
Era costantemente, immancabilmente impeccabile. Capelli scolpiti, abiti inamidati, scarpe lucide. Mangiava a un orario preciso, a piccoli bocconi, tagliando le pietanze in dadini di esatto numero pari. Ma io so una cosa...
Un giorno, pensando non vi fosse nessuno, Registro aveva deciso di levarsi scarpe e calzini per calpestare l'erba fresca. Se ne stava in totale beatitudine, in libertà, a godersi quel momento di imperfezione così tanto sospirato, quando si accorse di Luccicanza poco distante che guardava ridendo nella sua direzione. Il suo silenzio sull'accaduto costò a Registro niente popo' di meno che il suo preziosissimo megafono d'oro! Tuttavia non posso fare a meno di pensare a quanto debba essere stato liberatorio, per una volta, poter camminare a piedi nudi sull'erba... quanto debba essere stato bello per Registro potersi abbandonare alla spensierata imperfezione.
E anche a quanto fossero felici gli abitanti di Swinton di non essere più assordati ogni giorno da quell'opulente megafono.
[Personaggio ispirato a Larissa Weems, della serie tv “Mercoledì” del 2022]
Più antica di Swinton è solo la famiglia Van Dort, una vera e propria istituzione. Si dice, nei racconti perduti nel tempo, che abbiano origini austroungariche e che discendano proprio da quel famoso ramo cadetto di quella tal famiglia nobiliare. Altri racconti invece vorrebbero che la Famiglia Van Dort discenda proprio dal famoso compositore Franz Schubert. Se siano solo leggende non ci è dato saperlo, ma tali voci sono sempre motivo di grande vanto all’interno della famiglia.
Della storia recente sappiamo che l’antico fondatore di questa casa, tale V. Van Dort, era un povero ma ambizioso pastore, attento alle opportunità che la vita gli poneva davanti. Un giorno, mentre stava portando al pascolo le sue pecore, si imbatté in un appezzamento di terreno che reputò fin da subito eccezionale, situato poco distante dal piccolo villaggio di Swinton. Questo terreno, un tempo di proprietà della famiglia Collins, era stato lasciato a se stesso ed era considerato inutile dalla gente del posto. Tuttavia, V. Van Dort vide il potenziale nascosto sotto l’aspetto cadente e inselvatichito, e se ne innamorò, acquisendo il terreno per pochi spiccioli. Una transazione che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia della famiglia Van Dort, il cui fondatore non sapeva che il pozzo che di lì a poco sorse su quella terra sarebbe diventato una fonte importante per la ricchezza e la prosperità di tutta Swinton.
Certo, l’affare così importante per questa famiglia non ha di certo lasciato solo strascichi positivi. Il rapporto tra i Collins e i Van Dort si incrinò terribilmente: da allora i membri di una e dell’altra famiglia faticano a guardarsi addirittura in faccia per un semplice saluto, ed è evidente che i Collins preferiscono guardarsi le scarpe pur di non vedere negli occhi un Van Dort.
Con il passare del tempo, la famiglia Van Dort fiorì grazie all’acume dei suoi componenti. Il loro nome divenne sinonimo di ricchezza, opulenza… e di doti molto particolari. L'essenza magica emanata dalla terra e dal pozzo stesso, infatti, conferì ai Van Dort incredibili capacità. Ogni generazione che nasceva era dotata di talenti straordinari, che gli enigmatici personaggi di questa famiglia sfruttavano per esercitare la propria influenza sul mondo circostante, per preservare i segreti e mantenere la propria posizione di potere in città.
Questo è ben risaputo in casa Davis, i cui membri non perdono mai occasione per omaggiare e ringraziare i Van Dort. I Davis sono sempre pronti a riceverli in casa con salamelecchi e inchini. “Gentili e ben educati” direbbero tutti all’inizio. “Leccaculo!” sarebbe invece l’epiteto che alla fine spontaneamente verrebbe da gridare.
Non venerati, non temuti, ma ammirati dalle altre famiglie del villaggio, nel corso degli anni i membri della famiglia Van Dort rimasero saldamente custodi della terra e del pozzo. Tuttavia, con il passare del tempo divennero sempre più solitari e riservati, avventurandosi raramente al di fuori delle mura della loro dimora.
E pare che anche le loro grandi doti si siano affievolite sempre di più. Una prova di questo pare sia stata la vendita di quella strana bussola ai Pirelli, per un nonnulla poi! Si dice che quella bussola punti verso un luogo magico, eppure fu venduta dai Van Dort senza neanche pensarci troppo… e forse alcuni di loro, proprio per questo scambio, ora si stanno mangiando le mani.
Tutte le anime ambiziose, scaltre, astute e capaci di avere polso hanno scelto la strada di questa contrada. E come biasimarli? L'appartenere a questo gruppo assicurava loro ruoli di spicco nel paese. Come il Sindaco, per l’appunto. Ma anche borgomastro, sceriffo, giudice, tesoriere e persino capotreno, se mai un treno fosse passato da lì.
Questo Sestiere abbonda di autorevolezza e di saggezza, ma anche di scorbutica arroganza.
Le Piccate Lingue nel giorno del Palio degli Inganni vestono di azzurro e di blu per lo più, per ricordare i colori del cielo che sta in alto su tutto e su tutti.