Avete presente quando da piccoli non vedevamo l’ora che arrivasse Natale? Non solo per i regali, ma anche per poter incontrare quel grassoccio anziano signore con quella folta barba bianca, tutto vestito di rosso, sedersi sulle sue gambe e affidargli tutti i nostri segreti e desideri mentre lui ci incantava con le sue parole? Ecco, è esattamente così che mi sentivo quando dovevo andare a Swinton da Forcula. Era una persona estremamente divertente con la battuta pronta, tanto carismatica da farmi credere ad ogni singola sua parola. Avrei fatto qualunque cosa mi chiedesse di fare, persino ballare, cosa che mi sembrava che a Forcula piacesse molto. Ricordo che un giorno mi confessò la sua strana passione per il fuoco e le ossa dicendomi che mi avrebbe insegnato i suoi segreti. “AHAHAHAH! Tesoro, un giorno ti farò fare cose meravigliose!” Queste furono le sue parole, e io ero entusiasta.
Poi sono cresciuto, e la maturità porta con sé nuove consapevolezze. Ho smesso di credere all’esistenza di quel signore con la barba bianca e il vestito rosso e, con mio grande rammarico, scoprii che Forcula non era ciò che io avevo sempre creduto: aveva una personalità complessa e contraddittoria, un carattere edonista con una vena di follia che aleggiava nei suoi occhi; non desiderava altro bene se non il suo. La sua ironia, i suoi scherzi... ora riesco a vederli con un occhio diverso, e so che c’era della malizia e della cattiveria dietro di essi. Quelle “cose meravigliose” che mi aveva promesso tramite la lettura delle viscere nel fuoco servivano soltanto per esaudire i suoi desideri: con l’arte dell’Aruspicina e della Piromanzia aveva ottenuto Droghe, Alcool, Favori, Piaceri sessuali. “Ti è mai capitato di danzare con le fiamme nel pallido plenilunio? È una sensazione da provare almeno una volta nella vita: un turbinio di calore e musica si fondono con i banchetti e i desideri carnali”. Piuttosto inquietante come formula, non trovate? A molti piaceva, e infatti aveva parecchi affiliati, ma a chiunque osasse mancargli rispetto rispondeva con un silenzio glaciale, e state sicuri che prima o poi qualcuno avrebbe conosciuto la sua vendetta. Come accadde a Merlin, ad esempio, che dopo una serie di sventure dovute a dei macabri scherzi, finì per ritrovarsi cadavere per mano di qualcuno... e tutto questo per non aver ceduto il suo posto in chiesa a Forcula! Le voci a Swinton hanno iniziato a sussurrare: “Si tratta sicuramente di Forcula!” “Il fuoco ha bruciato tutti i suoi neuroni!” ed altre “Ma no, impossibile, non può aver fatto tutto questo per un posto in chiesa, sarebbe una reazione troppo folle!”. A dissipare ogni dubbio sulla sua posizione arrivò Mezza Giustizia: “Secondo la legge che rappresento, Forcula non c’entra niente con tutto questo!” “Non avrei saputo dirlo meglio” disse il mio Avo con un grosso ghigno stampato in faccia.
Il suono del suo nomignolo era ciò che a Forcula più piaceva: gli ricordava continuamente che la vita è fatta solo di desideri, da assecondare o da creare. Tutta Swinton al suo cospetto avrebbe dovuto sempre sentirsi come ad un bivio: tra la paura di ritorsioni e la devozione per il suo operato.
La conosco bene questa sensazione perché anch’io al suo cospetto mi sentivo così. Mi ricordo che stavo dormendo nel suo letto e, aprendo un occhio, vidi Forcula davanti allo specchio mentre si lisciava i capelli e si truccava per la serata. Era un’immagine meravigliosa. Poi iniziò a parlare al suo riflesso “Ehi Forcula, cosa manca per la perfezione?" “Niente di niente Forcula!” “Forse desideri qualcosa, guarda meglio...” “OHOHOH Proprio no Forcula, ho tutto quello che voglio!” “Che ne dici di una Corona e di uno Scettro eh? Non sarebbe divertente averli?” “E cosa te ne faresti mai, scusa?” “Forcula, sono gli oggetti che dovrebbe avere la persona più amata e rispettata di Swinton, giusto?” “AHAHAH GIUSTO! CE LI AVRO’ PRESTO!” “Mezza Giustizia sarà fatta… è Una Promessa!” “Sarà veramente divertente prenderli, fOrcULa!”
[Personaggio ispirato a Joker, dal film “Batman” del 1989]
Se voleste ascoltare i discorsi che si fanno dall’altra parte del mondo, non dovreste fare altro che poggiare un orecchio ad un albero (quercia, sambuco o melo, in base alle vostre esigenze, chiaramente) e iniziare a stringerlo finchè le vibrazioni della pianta e le vostre non diventino una cosa sola.
A questo punto, se vi capita di sentire delle voci farsi eco dentro di voi, state pur certi che siete riusciti ad entrare in contatto con qualcuno da qualche parte del mondo.
Se non mi avete capito potete prendere come esempio la famiglia Davis.
Se voleste vedere il vostro futuro, non dovreste fare altro che trovare un grosso portone antico e di legno spesso, prendere una lanterna ad olio accesa almeno un quarto d’ora prima del tramonto, illuminare per tre volte il foro della serratura e poi sbirciare dentro, canticchiando la filastrocca della “notte che sogna”.
Non la conoscete? I Davis la intoneranno volentieri per voi.
Se, invece, aveste il timore che la ragazza che vi piace si invaghisca di Brad (si, quel Brad: moro, bello, occhi verdi…), non dovreste far altro che raccogliere una mela dalla buccia dorata, una farfalla rossa e due ciuffi di erba del mattino, andare al fiume e fare un infuso con gli ingredienti presi, offrirlo a Brad… e poi prendergli la testa e sbattergliela ripetutamente contro i sassi del fiume. Quella ragazza non si invaghirà mai di Brad.
Ecco, forse questo i Davis non lo farebbero mai, ma costoro sono imprevedibili come le onde in tempesta ed è bene non sottovalutarli mai.
Ogni Davis ha il suo modo di vedere il mondo, e state pur tranquilli che non è sicuramente il modo in cui lo vedete voi. Sono tanto affascinanti quanto inquietanti. Ma se ti avvicini a loro con rispetto ti racconteranno le loro fantastiche storie, che dicono di aver collezionato da ogni parte del mondo.
A Swinton tutti hanno contemporaneamente rispetto e timore dei Davis. Tutti, tranne i Gomes. L’amicizia tra le loro famiglie è più che solida da diverse generazioni: è risaputo che l’ottimismo dei Gomes esiste grazie a ciò che i Davis hanno fatto per loro.
Questa famiglia ricca di personalità eccentriche vive la vita un quarto di realtà alla volta, e ognuna di loro è persa nei propri assoluti. Ma anche i Davis sono fatti di carne, di interessi e di divertimenti, e a farne le spese sono sempre e solo i Collins. Quando i Davis si ritrovano tutti assieme pensano sempre un modo diverso e originale per portare scompiglio nella vita di questi malcapitati, che sia tramite la lettura delle rune, un giro di tarocchi sbagliato oppure con un sussurro nei loro sogni. Piccole scaramucce, niente di grave per il momento. Perché lo fanno? Beh, sono i tarocchi di casa a suggerire queste dispettose attenzioni verso i Collins. Così si mormora in giro e così si aggiunge mistero su una casa già bizzarra di suo.
Se c’è un sentimento che nemmeno i loro oracoli sanno decifrare, invece, è quello nascosto nelle occhiatacce che gli Everglot riservano a tutti i Davis.
Sono imperscrutabili. Quando vengono girate le sibille per gettare un occhio sul loro conto, la prima non dà mai nessuna risposta e la lettura diviene distorta. E questa cosa ai Davis non va proprio giù.
Chi pensa che siano soltanto fuori di testa sbaglia di grosso. Lo sanno di essere i più “strani” di tutta Swinton, ma ciò non impedisce loro di essere validi alleati quando gli alterchi tra famiglie si accendono come improvvisi fuochi d’estate.
I Van Dort, la famiglia più potente della vallata, è quella che più di tutte gode del favore dei Davis, pronti a riceverli in casa con salamelecchi e inchini.
“Gentili e ben educati” direbbero tutti all’inizio. “Leccaculo!” sarebbe invece l’epiteto che alla fine spontaneamente verrebbe da gridare.
Che cos’è l’acume? Non esiste una definizione univoca, tuttavia in questa contrada si trovano tutti coloro che con l’intelligenza hanno a che fare. Ci sono quelli vivaci nel capire la soluzione di un indovinello e quelli abbastanza svegli da escogitarne di nuovi. C’è anche chi di intelletto ne ha poco e per questo si affida alla fortuna, e chi ancora usa il fine pensiero per intessere un inganno.
Sì, qui ci sono i furbi, ma anche i pigri che astutamente risolvono i propri affari confidando sull’altruismo di chi farà le cose per loro.
I colori che sfoggiano con fierezza nei giorni di festa sono il verde e il nero. Sono due tinte che insieme funzionano bene, e quindi possiamo dire senza remore che hanno fatto una bella scelta intelligente.