Se c’era una cosa su cui tutti a Swinton concordavano era la natura eccentrica di Dente di Corvo.
Spesso parlava con gli alberi sostenendo che questi fossero portatori di grande saggezza e che quindi nessuno doveva mai permettere che fossero tristi; oppure riteneva che una pietra fosse magica e nessuno dovesse spostarla. Sembrava guardare le cose attraverso un filtro tutto suo, ma talmente potente da indurre Dente di Corvo a difendere a spada tratta ogni sua convinzione. Di quello che dicevano gli altri poco si curava, rimanendo sempre fedele al suo motto: “Non si vive per accontentare gli altri, l’importante è essere sereni con se stessi”. Perseguiva a tal punto la felicità che, quando si rendeva conto delle prese per il naso dei più crudeli, faceva di quella presa in giro una fantastica storia e la legava a qualche inutile carabattola che trovava in tasca.
La prima volta che incontrai Dente di Corvo ero già adolescente. Ricordo che aveva lo sguardo fisso verso il cielo, e con voce sognante, mi disse: “Ciao tesoro, sai dirmi il tuo segno zodiacale e il tuo ascendente? Bastano queste piccole informazioni per conoscere a fondo una persona”. Fece poi tre giri intorno a me e infine mi pose dolcemente nelle mani delle piccole pietre con delle strane incisioni sopra: “Portale sempre con te, ti proteggeranno da tutti i malanni. Sono delle pietre runiche… Aspetta, però: forse sono quattro i giri che dovevo fare!” E, senza attendere risposta, se ne andò rimuginando tra sé e sé qualcosa che non riuscii ad udire.
Invece sentii distintamente dietro di me gli sghignazzi di alcuni Pirelli: “Ah! oggi sono le rune cura-malanni; domani Dente di Corvo quale pratica e cianfrusaglia proverà?”. Tutto ciò mi fece provare un'enorme compassione, talmente tanta da farmi sorgere il desiderio di saperne di più sul suo passato. Così scoprii l’origine del suo strambo nomignolo.
Un giorno si presentò a Swinton un omino che aveva degli strani oggetti in vendita: maschere della verità, pesci portafortuna, una mappa stellare cambia-umore, un Golem dei desideri, e in tutto questo ben di Dio si racconta che Dente di Corvo pose la sua attenzione su dei bottoni color verderosa. “Questi bottoni sono ricavati dai Denti di un Corvo gigante del Madagascar, incantati dagli sciamani locali per portare ricchezze a chi li indossa giorno e notte”. Si fece così abbindolare dalle parole del mercante da investire tutti i suoi risparmi in quell’acquisto. Si racconta che con somma felicità li mostrò a tutta Swinton, raccontando dei loro poteri. In realtà non accadde niente di ciò che il mercante aveva promesso finché Mezza Giustizia non aprì i suoi occhi. Analizzando la mercanzia si accorse che erano semplicemente dei sassi levigati e colorati. Da quel giorno tutti si dimenticarono il suo nome e per Swinton diventò Dente Di Corvo.
Le risate alle sue spalle da quel giorno si moltiplicarono, smisero solo quando iniziò la moria di animali. Alcuni credono ancora che la piaga sia stata causata dai suoi gingilli. Fu Mezza Giustizia a rendere appunto giustizia al suo nome, facendo crollare ogni accusa a suo carico.
Ogni tanto mi domando se Dente Di corvo abbia mai smesso di essere felice o di credere nella magia. Mi domando anche se l’abbia realmente trovata grazie ai suoi ninnoli.
[Personaggio ispirato alla Regina Bianca, dal film “Alice in Wonderland” del 2010]
Se voleste ascoltare i discorsi che si fanno dall’altra parte del mondo, non dovreste fare altro che poggiare un orecchio ad un albero (quercia, sambuco o melo, in base alle vostre esigenze, chiaramente) e iniziare a stringerlo finchè le vibrazioni della pianta e le vostre non diventino una cosa sola.
A questo punto, se vi capita di sentire delle voci farsi eco dentro di voi, state pur certi che siete riusciti ad entrare in contatto con qualcuno da qualche parte del mondo.
Se non mi avete capito potete prendere come esempio la famiglia Davis.
Se voleste vedere il vostro futuro, non dovreste fare altro che trovare un grosso portone antico e di legno spesso, prendere una lanterna ad olio accesa almeno un quarto d’ora prima del tramonto, illuminare per tre volte il foro della serratura e poi sbirciare dentro, canticchiando la filastrocca della “notte che sogna”.
Non la conoscete? I Davis la intoneranno volentieri per voi.
Se, invece, aveste il timore che la ragazza che vi piace si invaghisca di Brad (si, quel Brad: moro, bello, occhi verdi…), non dovreste far altro che raccogliere una mela dalla buccia dorata, una farfalla rossa e due ciuffi di erba del mattino, andare al fiume e fare un infuso con gli ingredienti presi, offrirlo a Brad… e poi prendergli la testa e sbattergliela ripetutamente contro i sassi del fiume. Quella ragazza non si invaghirà mai di Brad.
Ecco, forse questo i Davis non lo farebbero mai, ma costoro sono imprevedibili come le onde in tempesta ed è bene non sottovalutarli mai.
Ogni Davis ha il suo modo di vedere il mondo, e state pur tranquilli che non è sicuramente il modo in cui lo vedete voi. Sono tanto affascinanti quanto inquietanti. Ma se ti avvicini a loro con rispetto ti racconteranno le loro fantastiche storie, che dicono di aver collezionato da ogni parte del mondo.
A Swinton tutti hanno contemporaneamente rispetto e timore dei Davis. Tutti, tranne i Gomes. L’amicizia tra le loro famiglie è più che solida da diverse generazioni: è risaputo che l’ottimismo dei Gomes esiste grazie a ciò che i Davis hanno fatto per loro.
Questa famiglia ricca di personalità eccentriche vive la vita un quarto di realtà alla volta, e ognuna di loro è persa nei propri assoluti. Ma anche i Davis sono fatti di carne, di interessi e di divertimenti, e a farne le spese sono sempre e solo i Collins. Quando i Davis si ritrovano tutti assieme pensano sempre un modo diverso e originale per portare scompiglio nella vita di questi malcapitati, che sia tramite la lettura delle rune, un giro di tarocchi sbagliato oppure con un sussurro nei loro sogni. Piccole scaramucce, niente di grave per il momento. Perché lo fanno? Beh, sono i tarocchi di casa a suggerire queste dispettose attenzioni verso i Collins. Così si mormora in giro e così si aggiunge mistero su una casa già bizzarra di suo.
Se c’è un sentimento che nemmeno i loro oracoli sanno decifrare, invece, è quello nascosto nelle occhiatacce che gli Everglot riservano a tutti i Davis.
Sono imperscrutabili. Quando vengono girate le sibille per gettare un occhio sul loro conto, la prima non dà mai nessuna risposta e la lettura diviene distorta. E questa cosa ai Davis non va proprio giù.
Chi pensa che siano soltanto fuori di testa sbaglia di grosso. Lo sanno di essere i più “strani” di tutta Swinton, ma ciò non impedisce loro di essere validi alleati quando gli alterchi tra famiglie si accendono come improvvisi fuochi d’estate.
I Van Dort, la famiglia più potente della vallata, è quella che più di tutte gode del favore dei Davis, pronti a riceverli in casa con salamelecchi e inchini.
“Gentili e ben educati” direbbero tutti all’inizio. “Leccaculo!” sarebbe invece l’epiteto che alla fine spontaneamente verrebbe da gridare.
Che cos’è l’acume? Non esiste una definizione univoca, tuttavia in questa contrada si trovano tutti coloro che con l’intelligenza hanno a che fare. Ci sono quelli vivaci nel capire la soluzione di un indovinello e quelli abbastanza svegli da escogitarne di nuovi. C’è anche chi di intelletto ne ha poco e per questo si affida alla fortuna, e chi ancora usa il fine pensiero per intessere un inganno.
Sì, qui ci sono i furbi, ma anche i pigri che astutamente risolvono i propri affari confidando sull’altruismo di chi farà le cose per loro.
I colori che sfoggiano con fierezza nei giorni di festa sono il verde e il nero. Sono due tinte che insieme funzionano bene, e quindi possiamo dire senza remore che hanno fatto una bella scelta intelligente.