Caramella, così si chiamava, e quella che sto per raccontarvi è la sua storia... o, almeno, ciò che io ricordo.
Si dice che non tutto il male vien per nuocere, e forse è proprio così. E anche se questa può sembrare una storia triste, so che condurrà ad un lieto finale.
E’ una storia strana quella che spinse Caramella a fare quel che fece, cambiando quelli che erano stati fino ad allora gli equilibri della grande famiglia Pirelli. Non ho mai ben compreso cosa fosse successo, né quali furono le conseguenze del suo gesto. Caramella, quando in sua presenza si toccava questo tema, cadeva in un profondo silenzio, ma tutta Swinton mormorava sul fatto che fu proprio durante un Palio del Paese che questi contrasti vennero a galla, e che a seguito delle sue azioni alcuni lo perdonarono, altri vollero vendicarsi, altri covarono solo rancore, solo pochi si schierarono dalla sua parte. Questo si diceva a Swinton, e nessuno dimenticava di aggiungere che la conseguenza di tutto ciò fu il suo spontaneo esilio in un luogo quasi fiabesco: la sua Fabbrica. Faceva ritorno a Swinton solamente durante i Palii, una volta l’anno: diceva che era un modo per mantenere viva la tradizione. Io, invece, son convinto che lo facesse per nostalgia del calore di una famiglia, perché so che nel profondo del suo cuore avrebbe voluto ricucire quei legami spezzati. So che avrebbe voluto riprendere il suo posto a tavola durante i pranzi e le cene, so che avrebbe voluto per tutti i Pirelli una vita diversa, e sono anche certo che quasi nessuno avesse veramente compreso la sua natura.
Vero è che questa fosse molto enigmatica. Sul suo conto posso dire che non avesse un carattere particolarmente aperto e socievole. Aveva sempre stampata sul viso un'espressione imperturbabile e uno sguardo freddo e impenetrabile. Sorridere non era tra le sue virtù, e la loquacità non certo il suo punto forte. Ma io lo so che aveva un gran cuore perché, nonostante ciò, aveva fondato la più grande Fabbrica di Caramelle e lo aveva fatto, a suo dire, solo per gli altri, per donare al mondo qualcosa di veramente magico e genuinamente buono. Diceva di aver inventato una particolare ricetta che donava a quelle caramelle un gusto unico e che chiunque le mangiasse poi non sarebbe stato più lo stesso. Solo quando raccontava della sua Fabbrica per un attimo la sua espressione mutava, e nei suoi occhi riuscivo a vedere una luce diversa. Era amore quello che vedevo. Adesso questa Fabbrica non esiste più, e io conservo ancora in tasca una delle sue caramelle, come fosse un antico cimelio, forse l’ultima… o, forse, chissà!
[Personaggio ispirato a Willy Wonka, dal film “La fabbrica di cioccolato” del 2005]
Forza gente di Swinton! Accorrete numerosi! Venite, fate presto, sono arrivati i Pirelli!
Hai per puro caso perduto qualcosa? Hai bisogno di un piccolo aiuto? Vieni da noi e stai pur sicuro che saremo lì pronti ad aiutarti.
Noi Pirelli sappiamo esattamente cosa ti serve e quando. Devi soltanto fidarti di noi. E se pensi che questa spada smussata o quei pattini senza ruote non facciano al caso tuo, tu comprali lo stesso! Vedrai che presto ti serviranno assolutamente.
Guarda un po’ la nostra merce, ti piace questa stupenda tovaglia ricamata a mano? Come dici? È identica a quella che hai perso tre giorni fa dopo averla stesa al vento? Ma pensa te… allora comprala così non rimarrai più senza!
E questa cornice antichissima - se non sbaglio arriva da Babilonia - tutta decorata, ti può interessare? Cos’hai da borbottare, ora? Sembra proprio quella che tuo nonno dice di aver lasciato fuori ad asciugare, ma che è misteriosamente sparita? Pensa un po’ le coincidenze!
Secondo me vuoi acquistare proprio quel bel paio di scarpe rosso lucido con la punta in fieno. Beh, sono magiche, ti muovono i piedi e prendi a ballare come fanno i cosacchi. Porti il 38? Il 42 ti andrà benissimo: vestono strette. Ehi! Fidati del buon gusto di un Pirelli, tutti noi l’abbiamo ereditato da nostra Mamma.
Noi siamo fatti per porgere al prossimo il nostro aiuto. E ci tengo a sottolineare che sono AIUTI sinceri e disinteressati. Pertanto vanno pagati. Altrimenti ci rimaniamo male e poi ci tocca rimettere le cose a posto, ma a modo nostro.
Come quando abbiamo venduto quello sciroppo per la tosse ad un povero rauco. La sua voce infine tornò, ma ancora oggi non saprei dire se fu grazie alla medicina o alle nostre sonore sberle perché si rifiutava di consegnarci il dovuto compenso.
Oppure tipo quando abbiamo comprato quel manufatto dai Gomes. Oh, quello sì che è stato un vero affare, nonostante qualcuno cerchi ancora oggi di insinuare che sia stata una truffa!
Di certo non mi aspettavo che l’intera famiglia, separandosi da quel cimelio, perdesse il suo immancabile e snervante ottimismo! Addirittura per un mese intero… Ma ormai il patto era stato stretto, e tutta Swinton dovrebbe ringraziarci se grazie al nostro bel colpo per un po’ abbiamo evitato i soliti discorsetti dei Gomes colmi di stucchevole euforia.
Di certo non è l’unico tesoro che Mamma Pirelli sia riuscita ad arraffare con il suo fiuto per le occasioni. Potrei citare quella bussola incantata che punta sempre verso sud ovest, ma mi annoierei perché è già spesso al centro di storie fantasiose nella casa della mia famiglia.
Tuttavia una cosa posso dirla. Sono stati i Van Dort a cedercela in cambio di uno stupido favore.
C’è chi dice che quello strumento diriga verso un ricchissimo bottino sotterrato da qualche re o qualche pirata, o verso la caverna di una terribile belva mangia uomini, o verso il luogo in cui ogni Pirelli sogna di passare il resto della propria vita: la tanto agognata “Corte dei Miracoli.”
Nessuno sa dove sia, ma ognuno di noi spera di trovarla ben lontana dall’aria che i Bloom respirano. Le loro continue maldicenze sul nostro conto iniziano a innervosire Mamma Pirelli. E chi la conosce bene sa che questo non è un buon segno.
Menomale che esiste gente divertente come gli Everglot, sempre pronta ad imparare nuovi giochi di carte, per poi dimenticare le regole dopo una manciata di minuti. Prima o poi riusciremo a farli vincere, ma è bene che innazitutto imparino a terminarla, una partita. È da almeno tre generazioni che ci proviamo, e ormai per noi è divenuta una questione d’onore!
Bene, questi siamo noi, i Pirelli… e non penso che sull’argomento occorra aggiungere altro!
Tutte le anime ambiziose, scaltre, astute e capaci di avere polso hanno scelto la strada di questa contrada. E come biasimarli? L'appartenere a questo gruppo assicurava loro ruoli di spicco nel paese. Come il Sindaco, per l’appunto. Ma anche borgomastro, sceriffo, giudice, tesoriere e persino capotreno, se mai un treno fosse passato da lì.
Questo Sestiere abbonda di autorevolezza e di saggezza, ma anche di scorbutica arroganza.
Le Piccate Lingue nel giorno del Palio degli Inganni vestono di azzurro e di blu per lo più, per ricordare i colori del cielo che sta in alto su tutto e su tutti.