Teaser
Se camminando per le strade di Swinton incappate in una colorata girandola a vento, o in un ricamato fazzoletto appeso con un nastro ad un ramo, state pur certi che quelle cose appartengono ai Collins. Infatti non succede mai che questi prendano una decisione che sia una senza prima aver consultato il vento. Eh già, proprio così… il vento gelido che proviene dal nord, dissipando le nebbie, sarà foriero di buone notizie; invece i venti impetuosi dell’est non possono che essere premonitori di sventura. E i venti del sud? E quelli dell’ovest? Chiederete voi… Beh, non tutti i segreti di questa famiglia sono conosciuti, ed è giusto così: loro e solo loro sono in grado di cotanto infallibile intuito, fosse anche ammirando le fronde accarezzate dal vento o la danza di un ricciolo di fumo. E’ proprio come se avessero fatto un occulto patto con brezze e folate. Quasi tutta Swinton ride di loro e di questa loro bizzarra consuetudine: “Son come banderuole, quelli, incapaci di prendere una decisione senza aver consultato prima il gallo sul tetto del loro fienile”, questo si mormora.
O, per meglio dire, tutti mormorano tranne i Maitland. Sembra che solo per loro i Collins siano venuti meno all’antica promessa, suggerendo il luogo dove avrebbero raccolto cadaveri di farfalle ancora integri. Ed è proprio grazie ai Collins se quella famiglia ha smesso di uccidere le colorate creature, ingrassando così la propria collezione. E questo dovrebbe essere d’insegnamento per tutti, perché una cosa è certa: quando si tratta di comprendere i segni del vento i Collins non cadono mai in errore, fiduciosi che quello non sbagli mai.
Accadde però un fatto molto ambiguo. Tantissimi anni fa, quando il paese di Swinton contava solo pochissime anime, uno dei loro antenati - del quale per scaramanzia nessuno osa pronunciare il nome - invece che seguire il vento prese una decisione di testa propria. Fu così che cedette la terra sulla quale oggi è costruito il pozzo alla famiglia Van Dort. Questo si rivelò presto essere un errore fatale, che in seguito portò la famiglia verso il baratro della povertà.
L’ Innominabile fu esiliato, tacciato di presunzione ed orgoglio, e di lui non si seppe più nulla. Fatto sta che ciò incrinò i rapporti tra i Collins e i Van Dort. Ancora oggi questa famiglia che governa Swinton non è vista di buon occhio, e i Collins credono che guardarli in faccia sia cagione di sventura, come se i loro occhi avessero il potere di intaccare e corrompere la loro anima. Proprio per questo ogni volta che un Collins deve, per un motivo o per l’altro, interloquire con un Van Dort, è solito fissare la punta delle sue scarpe e stringere i pugni affinché la sua anima non venga catturata.
Ma che sia stata proprio la famiglia Davis ad aver dato loro questo potere? Qualcuno ne è convinto, altri pensano che siano solo “futili chiacchiere intorno al camino” per riempire le fredde serate invernali. Il vento sulla questione non si è ancora espresso.
Quelli che si sono espressi a riguardo, invece, sono gli Everglot, che di cose da dire sulla famiglia Davis ne hanno a bizzeffe: ne hanno sparlato così tanto che il loro fiato, proprio come fosse un vento amico, con il tempo è riuscito ad alimentare la fiamma di questo sospetto nel cuore dei Collins. Se seguiranno questo nuovo vento privo di punti cardinali non è dato sapere. Forse la solita riunione domenicale tra le due famiglie sarà decisiva perché l’incendio divampi.
Personaggi
Teaser: E’ proprio nelle giornate di vento impetuoso che amo ricordare un tempo ormai lontano, quando ero solito passare le mie vacanze estive giocando tra le strade di Swinton. Dopo la sua morte non sono mai più tornato in quel posto, e mai come adesso sento la necessità di ricordare quel tempo che fu.
Ciarla, questo era il suo nomignolo. E non perché avesse una bella parlantina, tutt’altro, ma perché tutto il paese mormorava che ogni cosa che uscisse dalla sua bocca fosse una grossa bugia, tanto che ormai persino la sua famiglia aveva smesso di dar retta a ciò che diceva.
Aveva un laboratorio a Swinton: nessuno sapeva dove fosse esattamente, solo a me aveva concesso, una volta, il diritto di entrarci. Era pieno di cianfrusaglie, assemblate insieme in quelle che si potrebbero definire “sculture di arte moderna”. E aveva un sogno: far udire a tutti la voce del vento.
Si proprio così! Voleva che tutti potessero sentire ciò che sentivano i Collins.
Follia, pura follia.
Mi raccontò che, quando era più giovane, mostrava quelle sue invenzioni durante ogni Palio annuale, accompagnandole con altisonanti termini scientifici che altro non facevano che caricare di aspettative gli astanti. Ed ogni volta queste sue invenzioni risultavano essere fallimentari.
Il vento soffiava attraverso complicati marchingegni di tubi ed eliche uniti tra loro ma, a parte sibili e fischi, nessuna parola umana.
Adesso comprendete l’origine del suo sopranome!
Così smise di lavorare a quel suo progetto, o almeno smise di farlo in pubblico, chiudendosi sempre di più in un silenzio che molti trovarono strano, ma che la sua famiglia, vista l’onta pubblica che ogni anno era costretta a sopportare, definì come “miracoloso”.
Ma io so per certo che era ad un passo dal successo. Un giorno mi mostrò un disegno e mi raccontò una strana storia. Quello che avevo tra le mie piccole mani era sì una sua creazione, ma a differenza di tutte le altre, questa aveva sembianze umane. “Sì, nipotino mio, è proprio quello che vedi!” mi disse, e continuò: “Avevo la certezza di aver finalmente costruito la macchina perfetta, capisci? Era fornita di tutto, aveva persino una bocca, e finalmente quell’anno il vento avrebbe potuto gridare al mondo intero. Lo raccontai a tutti in Paese, e tutti in paese mi sembrarono entusiasti, curiosi di questa mia nuova invenzione… e invece...”. I suoi occhi si velarono di tristezza e si riempirono di lacrime. In una giornata di forte vento quella macchina perfetta sparì. Che avesse magicamente preso vita o, più semplicemente (con il senno di poi), fosse stata rubata, questo non è mai stato accertato. Vi lascio immaginare le conseguenze che Ciarla dovette sopportare. Tornai la sera stessa al laboratorio. Volevo rubare quel disegno, lo avrei mostrato a tutti, avrei riscattato il suo nome anche se a distanza di molti anni. Ma trovai solo cenere, l’intero laboratorio era stato distrutto dalle fiamme. Niente altro che cenere.
E adesso chi farà parlare il vento?
[Personaggio ispirato all'Inventore, dal film "Edward mani di forbice" del 1990]
Gruppi:
Famiglia Collins
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Sestiere dei Fiori di Zucca
Teaser: Narravano sul suo conto cugini, zie e vari parenti (insomma, la famiglia Collins) che un giorno trovarono un grande fagotto fuori dalla porta, proprio in una giornata ventosa. Nessuno sapeva da dove venisse o chi lo avesse portato. Quello su cui tutti erano concordi era che quel fagotto entrò in famiglia proprio come una folata che spalanca l'uscio. La forte ventata li aveva sorpresi proprio mentre stavano cenando, e dopo aver gridato "ATTENZIONE, FOLATA!" ed essersi nascosti sotto al tavolo per la paura, i Collins non ebbero altra scelta se non quella di accogliere quella creatura nella loro famiglia, proprio come fosse sangue del loro sangue. Nessuno di loro si fece poi tante domande, convinti che il vento avesse già dato la sua risposta: Folata era ciò che a loro serviva per essere completi. Forse è proprio da qua che deriva il suo singolare nomignolo, che poi a pensarci bene tanto strano non è, almeno per un Collins. Diventò un Collins di diritto, ma Folata un Collins non era.
Forse proprio per questo non fu mai abile come gli altri nell'interpretare Monsoni e Libeccio.
Nonostante anni e anni di studi, di applicazioni pratiche e di esperienze dirette, sembrava che Folata non avesse imparato nulla. Così si affidava completamente per le sue decisioni a ciò che suggerivano gli altri, ma non proprio tutti gli altri, solo quelli che aveva a genio, quelli che erano riusciti ad afferrare le redini del suo cuore innocente, ai quali si affidava ciecamente senza mai rimbeccare nulla. Eppure con costante costanza (passatemi il gioco di parole), Folata provava ogni giorno a chiedere al vento, ma sembra che l'unica risposta che riceveva fosse una scompigliata di capelli in estate, un turbinio di foglie sul selciato in autunno, un valzer di fiocchi di neve in inverno o l'elegante agitazione del ciclamino in primavera... e nient'altro. Ed ogni volta Folata immobile osservava quello spettacolo, rimanendo lì a bocca aperta, con il naso all'insù e le sue affusolate mani lungo i fianchi. Ricordo che un giorno ero al suo fianco quando si fermò ad osservare un animato cespuglio e mi disse “Guarda e ascolta… lo vedi? Lo senti?" Ero perplesso. Sapevo quelle storie sui Collins, ma non ho mai creduto che fossero veramente vere (anche qua passatemi il gioco di parole). “Lo senti? Sta dicendo che qualcuno che mi ama mi sta pensando! E’ una vita che continua a ripetermelo, sempre, ogni giorno e a ogni ora. Questa è l’unica cosa che mi rivela… un giorno ti racconterò la mia storia”.
Quel giorno non giunse mai.
Lo ricordo ancora, come fosse ieri: una folata di vento spalancò l’uscio e quel fagotto, esattamente come era arrivato, se ne andò.
[Personaggio ispirato a Edward, dal film "Edward mani di forbice" del 1990]
Gruppi:
Famiglia Collins
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Sestiere dei Fiori di Zucca
Teaser: “Da quando hai ricevuto quella lettera di convocazione a Swinton, la tua ossessione per il tuo Avo è diventata incessante.
Quindi ho deciso di scriverti tutto quello che so riassunto in tre punti. Fattelo bastare perché non aggiungerò altro.
1) In paese si faceva chiamare Specchio. Perché, nonostante la sua curiosità venisse rapita da ogni minima distrazione, la sua attenzione per lo più si concentrava sul criticare gli altri. Bada bene, le sue parole non erano dette a vanvera, ma riflettevano la realtà dei fatti: mancanze nei modi garbati, penuria di cura personale, carenza di cultura, cattiva qualità dell’alito e altre imperfezioni non sfuggivano agli occhi e alla bocca - quando ne parlava - di Specchio.
Si sa che a nessuno piace vedere i propri difetti, ed ecco che così nacque il suo soprannome, a cui di nascosto i concittadini aggiungevano diversi complementi di specificazione. “Specchio dei rimorsi" dicevano i delusi, “Specchio dell'antipatia” i permalosi, “Specchio de li mortacci tua!” in casa Pirelli.
2) Perché si comportasse così non saprei dirtelo con precisione, ma il fatto che l’ultima posizione dei nascituri di casa Collins fosse sua influì in qualche modo sulla formazione della sua personalità. Si sa che i più piccoli di una famiglia numerosa possono essere anche i più schiacciati dagli altri parenti, e di conseguenza i più ribelli e i più curiosi alla ricerca di una via di riscatto o di fuga.
Specchio aveva buone maniere e buona cultura, ma si sentiva sempre fuori posto, soprattutto in casa. Troppo grande per appassionarsi alle faccende dei più piccoli, ma non abbastanza grande per ottenere la considerazione degli adulti.
3) Ora non ti stupirà sapere che Specchio era la pecora nera di casa Collins. Si dice che andasse in giro con abiti troppo grandi o troppo piccoli rispetto alla sua statura, come denuncia della sua condizione. Inoltre non seguiva le tradizioni della famiglia: del vento, con grande rammarico di tutti quanti, non sapeva niente.
“Non sai seguire l’aria, tuttavia le cattive compagnie ti sanno influenzare per bene! Sei debole!” Questa era una delle solite recriminazioni che riceveva in casa. Quelle parole però dicevano il vero, e anche a Specchio non piaceva vedere le sue mancanze.
Si dice infatti che frequentasse assiduamente casa Pirelli perché lì si sentiva al posto giusto. Le malelingue mormoravano che il loro non fosse un rapporto di amicizia, ma commerciale. Specialmente con India… ma di questo non dirò altro perché potrebbero essere solo illazioni. Un po’ come tutto il resto, d’altronde.
Inoltre Specchio, per non farsi mancare nulla, faceva parte di un gruppo segreto chiamato “la Banda del Piedone”. Anche in questo caso non so dirti molto di più perché su quel gruppetto ci sono tante dicerie.
Invocano le streghe! Rubano i gioielli di famiglia! Inacidiscono il latte dei loro nemici! Piangono insieme sulle loro sfortune! Queste e molte altre stranezze sentiresti narrare tra le strade di Swinton di molti anni addietro.
Tra pochi giorni sarai proprio lì e potrai camminare tra le case di quel luogo. Mi auguro che tu possa conoscere di più sul conto del tuo Avo e appagare la tua curiosità con delizioso stupore."
[Personaggio ispirato ad Alice, dal film “Alice in Wonderland” del 2010]
Gruppi:
Famiglia Collins
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Sestiere dei Cuori di Coccio
Teaser: Lo so... adesso mi vedete così... con abiti un poco dimessi, ma ho una discendenza illustre.
Piuma di Corvo, il mio Avo, era nientemeno che il Capo della Famiglia Collins.
Certo, il suo nome parrebbe quello di un capo Nativo Americano, ma vi posso assicurare che dell'Apache o del Sioux, non aveva nulla.
L’origine del suo nomignolo era da attribuirsi a tutt’altro.
Aveva un certo amore per tutto ciò che c'è di macabro, a partire dalla frequentazione assidua dei cimiteri. Era sua abitudine infatti, svegliarsi al calare del sole e recarsi in quei tetri luoghi, per poi far rientro soltanto alle prime luci dell’alba. Questo suo costume era noto a tutti, ma nessuno aveva mai osato domandare il perché. Se c'era una cosa che non possedeva era il talento negli affari, e sperperava i pochi averi della famiglia in investimenti fallimentari. Aveva le mani bucate, insomma, specialmente se si trattava di affari che riguardavano le sue insane e tetre passioni: una serra di piante carnivore, una fabbrica di scope volanti, un circo di zombie e chissà cos'altro. D'altro canto compensava questo suo lato oscuro con un animo leggero e vanesio, ed era totalmente incapace di tenere a freno la sua indole frivola. Aveva il coraggio di inoltrarsi nel bosco fino alla radura della Collina Triste, un luogo dove mai nessuno si era spinto, solo per raccogliere una delle rose bianco cadavere che lì crescevano, per poi regalarla ad uno dei suoi numerosi amori, declamando versi poetici in spagnolo mentre mimava passi di tango. L’amore e la Morte sembravano essere le sue uniche passioni. La famiglia rimproverava spesso Piuma di Corvo per le sue assenze, ma la sua risposta, data mentre stringeva il suo sigaro preferito tra le labbra, era sempre e solo una: "Ben detto, ti meriti proprio una pacca sulla spalla!". Un giorno arrivò a Swinton la polizia e accusò Piuma di Corvo di aver provocato numerosi incidenti ferroviari. A conferma della sua presenza sui luoghi delittuosi sembrava essere proprio una delle rose pallide come un cadavere che tanto amava. A quanto pare era stato un bravo cittadino di Swinton a fornire quella prova. Piuma di Corvo non smentì, ma neanche confermò: in tutta risposta sfidò ad un duello di spada il comandante dei gendarmi. Ne scaturì un discreto parapiglia fino a quando un proiettile si conficcò nella sua gamba, consentendo così la sua cattura. Passò i suoi ultimi anni in galera, e quando la famiglia andò a ritirare il suo cadavere, non fu possibile trovarne traccia. Al suo posto vi era soltanto una rosa bianca.
[Personaggio ispirato a Gomez Addams, della serie tv “Mercoledì” del 2022]
Gruppi:
Famiglia Collins
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Sestiere dei Cuori di Coccio
Teaser: Ero avvezzo a chiedere “Chi parla?” Era quasi un obbligo, non sapendo mai se avessi davanti nonno, nonna, uno zio, o una zia. Loro erano uno, nessuna e centomila persone, loro era una folla, e in paese questa sua follia era conosciuta ed accettata quasi come fosse la normalità.
Mi capitava quindi di venir svegliato da nonna con un bacio e una carezza, di venire ripreso da un burbero nonno, di dondolarmi a testa in giù su un ramo insieme a un cugino o di venire aiutato a fare i compiti estivi da una premurosa zia. Questo lui, lei, o per meglio dire LORO erano. In un giorno di lucidità prese a raccontarmi la sua storia.
Stavo lì in un angolo, dietro una tenda. Avevo appena messo la mia girandola rosa sulla finestra, in attesa che il vento mi suggerisse la sua risposta. Qualcuno entrò di soppiatto, giuro di non averlo sentito. Poi un dolore alla testa e buio… quando mi svegliai il mio vestito bianco aveva macchie di un rosso vivo, e la girandola rosa era sparita. Rimasi a fissare il cielo azzurro e silenzioso: lui è stato complice del delitto.
Poi una voce: “Silenzio, per favore! Non vedete che sto calcolando?”
E un’altra “Calcolando che?”
“Calcolando il tempo in base alla distanza che impiegheremo a rubare Babbo Natale”
E un’altra ancora “E perché mai dovremmo rubarlo?”
Ma nella stanza non c’era nessuno…
“Io non sono d'accordo.”
“Io sì: facciamolo!”
“Zitto tu, ormai è deciso.”
“E chi lo ha deciso?”
“Io”
“E tu chi sei? Non ti abbiamo mai visto!”
“Io sono io e lo dovete rubare per me!”
“Casomai si dice rapirlo, non rubarlo… è una persona, non un oggetto.”
“Non fare la pignola. Come si dice, si dice. Lo dovete fare."
“Casomai lo dobbiamo fare!”
“No! Lo dovete, io non vengo.”
“Potete tacere che finisco i miei calcoli? Sennò non ci sarà nessun furto…pardon! Nessun rapimento.”
“E sbrigati, allora!”
“Io ho paura, non vengo.”
“Oh certo che vieni: o andiamo tutte o non va nessuno.”
“No, io ho paura e sto qua con quello che vi ha detto di andare a rubare, o rapire o come cavolo si dice. Se lui sta qua ci sto anch'io."
“Io penso che non sia una buona idea... perché non andiamo a giocare con la palla?”
“Sì, dai, andiamo a giocare con la palla!”
“Silenzio! Manca poco alla fine dei calcoli. Ecco ci sono: se partiamo tra tre giorni impiegheremo solo 34572 minuti e 23 secondi a tornare indietro.”
“Sei sicura?”
“Si, la matematica non sbaglia.”
“Allora andate. Dai, forza, anche voi. Vi prometto che dopo giocheremo tutti insieme.”
“Sei sicuro? Hai promesso, eh… devi mantenere!”
“Ma pensate che bello sarà se mai nessun più scriverà biglietti stupidi… Tanti auguri calorosi dai tuoi amici favolosi, oppure Possa esser questo Natale per te un giorno davvero speciale!”
“Questa invece a me piace: Scaccia via i giorni duri ed accogli i miei Auguri!”
“Per questa cazzata potresti giocarti il posto, sai come dice Mangiaocchi? E’ sufficiente una lobotomia...”
“Non spaventarla, e poche chiacchiere! Mancano solo 34567 minuti e 15 secondi a tornare indietro.”
“Senti, una domanda… .ma perché dobbiamo rapire Babbo Natale?”
“Semplice: se noi non siamo più felici, nessuno deve essere più felice.”
“Vuoi dire che se noi non sappiamo chi siamo, nessuno più deve sapere chi è?”
“Più o meno”
Sono certo che se nessuno avesse rubato quella girandola rosa, CHIPPARLA non avrebbe mai visto la luce.
[Personaggio ispirato ai Bambini Dispettosi, dal film “Nightmare Before Christmas” del 1993]
Gruppi:
Famiglia Collins
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Sestiere delle Piccate Lingue
Teaser: Era una giornata d'estate anomala: il cielo era cupo e le nuvole nere all'orizzonte non promettevano nulla di buono. Fu quel giorno che Zefiro decise di sedersi con me sopra un grande ceppo scuro. Fu qui che decise di condividere con me una storia della sua gioventù.
"Adoravo questo albero. Pensa che, durante la mia infanzia, aveva una folta chioma verde e dei frutti di cristallo con un bel nocciolo colorato. Quando il vento soffiava, il nocciolo tintinnava all'interno dei frutti creando una bellissima musica. Io e Forcula avevamo preso a venir a giocare insieme tra i suoi rami per apprezzare meglio quel suono; arrampicarmi era un gran divertimento. Poi un giorno scivolai, e nel tentativo di salvarmi mi aggrappai ad un frutto: questo si ruppe in mille schegge, ferendomi gravemente le mani. Quando il mio sangue tocco la ruvida corteccia, l'albero rinsecchì. Non più foglie verdi ma nodosi rami neri si stagliarono verso il cielo. La caduta mi provocò questa zoppia che mi porto dietro e queste mani orribili che furono ricucite alla bell'e meglio dal padre di Aspirina. Nulla per me da quel giorno fu più lo stesso"
Si mormora a Swinton che Zefiro avesse nelle vene una sorta di maledizione, e che per questo l'albero morì e poi fu tagliato. Ma ciò che non si dice è che anche Forcula quel giorno si ferì e cadde. Sul suo sangue, però, nessuno mai proferì parola. Credo che sia stata proprio questa sua vicenda a cambiare per sempre la sua vita e le sue sorti, a decidere dei suoi odi e dei suoi amori.
Il confine della società sembrava essere diventata la casa di Zefiro. Il suo atteggiamento diventò goffo, e la sua goffaggine era enfatizzata dai vestiti sempre troppo grandi che indossava.
Io so che tutta Swinton rideva al suo passaggio, e coloro che non ridevano avevano timore e facevano scongiuri. Persino la sua famiglia aveva preso le distanze... tutti tranne una persona che, a suo dire, era stata l'unica a sopportare tutto questo maremoto.
Non ho mai saputo chi fosse: la sua reticenza a parlarne era così forte che ogni volta che provava a farlo i suoi occhi si riempivano di lacrime. A quanto ho capito questa persona si allontanò lasciando di sé solo uno specchio infranto, che Zefiro custodiva gelosamente in un cassetto.
L'incidente cambiò non solo il suo aspetto fisico ma anche il suo carattere. Passava le sue giornate in completa solitudine, odiando tutto e tutti, covando dentro di sé una malsana voglia di riscatto. Credeva fermamente che se avesse avuto il potere avrebbe cambiato le cose, avrebbe ottenuto rispetto e avrebbe finalmente comandato. Per quanto ne so l'unica influenza che mai avesse avuto era quella su Argento... Non c'era giorno che non scordasse di maledire il suo nome, prendere a calci il suo sedere o invocare la sua figura ogni volta che aveva bisogno. Ecco! Se non fossi certo dell'esistenza di Argento, crederei che fosse frutto della sua immaginazione. Non ho mai capito perché Argento fosse in grado di sopportare il suo carattere scorbutico, tanto da essere soggetto a ogni suo volere e capriccio.
Certe volte l'amicizia segue vie misteriose! Io so che dietro il suo carattere ruvido si nascondeva un animo gentile. La sua buonanotte veniva sempre accompagnata da una strana poesia.
"Se prendo una corona e me la metto in testa sarò il re della festa,
se trovo uno scettro per completare il quadretto tutto sarà reale e ci sarà un bel banchetto".
Poi seguiva un bacio sulla fronte e un soffio sulla candela.
E io sotto le coperte mi son sempre domandato quale fosse veramente la sua storia, e se mai avesse trovato l'amore e il potere.
Sono certo che a Swinton troverò le risposte.
[Personaggio ispirato a Pinguino, dal film “Batman” del 1989]
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Sestiere delle Piccate Lingue
Teaser: Nonostante facciamo parte di due famiglie completamente diverse, a Swinton dicevano che i nostri Avi fossero gemelli. Pare siano nati nello stesso giorno e nella stessa ora da due madri diverse, e tuttavia si rivelarono completamente identici nell'aspetto. Da bambini si divertivano vestendosi uguali per mandare in confusione tutti.
Pensa quante stranezze aveva quel posto! A ripensarci adesso molte sembrano burle, eppure in tenera età ci credevo. Quando si andava a trovare il mio Avo nel suo paesino mi raccontava le storie sulla sua gemellanza, e la mia infantile logica dell'epoca le validava come vere perché erano colme di meraviglia. Anche i dettagli mi stupivano, come quella volta in cui mi parlò del nomignolo che ogni abitante di Swinton aveva:
"E' così che qui ci chiamiamo l'un l'altro. Ad esempio, Pirimpimpò è il soprannome del mio doppio. Parimpampù è il mio. Siamo simili anche in questo! Furono le nostre madri a scegliere questi nostri appellativi, prendendo ispirazione da un'antica filastrocca. Essa parlava di due fratelli, Ripù e Ripò, identici non solo nell'aspetto ma anche nell'animo: entrambi, quando crebbero, presero a divertirsi facendosi beffe degli altri con battute e scherzi a volte molto pesanti. Nel tempo si fecero molti nemici per via della loro strafottente condotta, e quelli decisero di vendicarsi. Con l'inganno li catturarono e li sculacciarono così tanto che nell'aria si potevano udire suoni sordi e potenti: Pam Pam! Pim Pim! Ed è così che impararono a vivere in mezzo agli altri con cortesia e gentilezza, e da quel giorno furono colmi di amici.
Quelle sonore sberle salvarono Ripù e Ripò dalle solitudini mortali.
Pam Pam! Pim Pim! E subito tornarono ad essere simpatici e vitali.
Ah, ricordo ancora l'ultima rima! Ma, tornando a noi, per capire bene devi anche sapere che secondo le cronache io e Pirimpimpò venimmo al mondo morti! Non respiravamo. Forse eravamo convinti di essere pesci! Ahahah! Ad ogni modo, le balie presero a schiaffeggiare forte le nostre chiappotte. Pam Pam! Pim Pim! Quei suoni così tipici, con grande stupore di tutti i presenti, fecero ridere le nostre madri stremate per la fatica del parto e per la preoccupazione. Subito dopo iniziammo a vagire.
Ed è così che, mischiando i nomi e i suoni della filastrocca, le mamme tirarono fuori Parimpampù e Pirimpimpò, perché fu subito chiaro che di scherzi e di sculacciate sarebbe stata colma la nostra vita. E così fu!"
Era così bello ascoltare il mio Avo e ammirare il suo viso rugoso e simpatico!
In età più adulta, quando ormai Swinton era solo un ricordo, venni a scoprire un'altra versione: pare che una sola madre partorì due gemelli perfettamente identici, tranne un solo dettaglio. Un bebè aveva una voglia sulla mano destra, mentre l'altro su quella sinistra. La macchia aveva una forma diabolica! La faccenda spaventò così tanto tutta Swinton che per gestire il fatto ci si appellò ai Collins e al loro oracolo fatto di vento. Fu una fredda folata a decretare la separazione dei i nostri Avi in due famiglie diverse. E così crebbero seguendo differenti educazioni e per tale motivo svilupparono due animi completamente opposti.
Bah! Onestamente anche questo racconto pare una burla, come ogni cosa che si dica su quel paesino.
A pensarci bene il mio Avo indossava soltanto un guanto. Quello sinistro! E non se l'è mai tolto.
Chissà…
[Personaggio ispirato a Pinco Panco e a Panco Pinco, dal film “Alice in Wonderland” del 2010
I due personaggi Parimpampù e Pirimpimpò sono gemelli e avranno meccaniche specifiche per il loro gioco]
Gruppi:
Famiglia Collins
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Sestiere dei Quadri Acuti