Noi siamo Rho del Ghenos della Notte.
Noi siamo violenza e riflessione.
La lama e il pugno non sono semplice estensione: sono il punto in cui la volontà si concretizza di più. La nostra perlomeno. Un Ingegnere si manifesta nelle sue creazioni, un Mercante nei suoi ordini... noi, Notturne, nella violenza. Non è una pura questione di ambizione, è che nelle nostre azioni noi ci scopriamo. Ci conosciamo. Tutto quello che è pensiero e intenzione lo capiamo davvero quando prende forma, quando la mano incontra la carne dell'avversario, quando la lama affonda. La lotta, il combattimento, la guerra sono la nostra vita: siamo un'arma, viviamo per essere usate e comprenderci appieno nell'atto. Il Ghenos potrebbe essere un luogo di confronto, dobbiamo far valere la nostra natura guerriera. CirceCirce - della Gilda dei MercantiGiocatore: Ilaria - Ilaria ChichiGruppi: Carovana dell'Erebo, Gilda dei MercantiTeaser: Regina degli scarafaggi. Ubriaca di potere. Pezzo di merda che direbbe qualsiasi cosa per avere una folla che l'acclami. Ti hanno detto di ogni, dai loro posti sicuri. Ma tu c'eri; c'eri per chi era n (...) è la nostra Arconte: vediamo in lei il potenziale per scatenare battaglie, per trovare valevoli avversari su cui misurarci e rifletterci come negli specchi, ma assieme una cautela che ci potrebbe frenare. Pensiamo bene a questo: non dobbiamo aspettare, ma dobbiamo invece cercarci le nostre battaglie.
Noi siamo gli Eterecarnidi che faranno parte della 388a missione. Ci siamo uniti alle carovane della Spedizione quando giunsero a Pharos oltre le Lande Salate e affronteremo il resto del viaggio con gli Umani. Alcuni di noi hanno già trovato un Arconte nei mercati di Pharos, altri sono al seguito di un Discepolo dell'Etere che ancora li possiede e li venderà una volta che giungeremo all'Avamposto.
I nostri ricordi risalgono ormai solo al momento in cui ci svegliammo e fummo legati al nostro primo Arconte.
Il nostro corpo un tempo era abitato da qualcosa di diverso, un Umano, ma ormai i ricordi personali di quella creatura sono perduti. Tutto quello che rimane sono i pensieri fondamentali per far funzionare questo corpo, vestirsi, parlare, nutrirsi, muoversi in mezzo agli Umani senza turbarli troppo.
E poi ci sono gli istinti che nulla hanno a che fare con gli Umani, quelli che sono la parte più vera di noi.
C'è il nostro potere, che ci definisce, ci delimita, ci rende parte di un Ghenos, eppure ancora sfuggente e dall’origine sconosciuta.
C'è il Ghenos. Ovunque andiamo siamo naturalmente attratti da quelli che con noi condividono lo stesso potere. Come se fosseroro una parte di noi, perduta e finalmente ritrovata. Gli Umani stessi sanno che è bene lasciarci riunire. Quando percepiamo altri come noi nelle vicinanze e ci viene impedito di avvicinarli, presto ci indeboliamo nei corpi e negli spiriti. Ci da piacere condividere informazioni ed esperienze con il nostro Ghenos, quasi che la nostra mente cerchi di tornare ad essere parte di un tutto. Per i membri di uno stesso Ghenos è impossibile mentire l’uno all’altro, nello stesso modo in cui sarebbe impossibile mentire davvero a una parte di se stessi.
C'è il nostro Arconte. Il padrone. Il nostro legame con lui ci salva dal terribile fato di divenire Ombre e per questo ci è indispensabile come l'aria respirata dagli Umani. Possiamo avere rapporti molto diversi con il nostro Arconte. Certo tutti obbediamo, ma se alcuni eseguono meramente gli ordini alla lettera, altri si prodigano oltre i propri doveri per il bene del proprio padrone. Fra i due estremi, tutte le possibili sfumature. Tutti ricordiamo il nostro Primo Arconte, che è stato un Discepolo dell’Etere, e sappiamo che, qualsiasi cosa accada, i Discepoli dell’Etere ci proteggeranno.
Infine c’è la domanda che aleggia sottile e perniciosa in ognuno di noi: cosa siamo? Perchè esistiamo? Siamo forse nuovi figli di Ipogea, pronti a crearsi un nuovo fulgido destino, o solo un insano esperimento di quelle folli creature chiamate Umani?
E cos’è quella misteriosa musica che nei nostri sogni si fa sempre più forte mano a mano che ci avviciniamo all’Avamposto?
A Pharos la Carovana dell'Erebo ha preso tra le sue fila NereoNereo - della Gilda degli IngegneriSpeciale: FillerGiocatore: Luca BaggioGruppi: I Nuovi Arrivi, Gilda degli Ingegneri, Erebo - PharosTeaser: Sei cresciuta a Pharos, senza un'istruzione adeguata e da anni sei entrata nella Gilda degli Ingegneri senza superare il ruolo di apprendista. Vero è che il tuo entusiasmo compensa solo in parte la tu (...) della Gilda degli Esploratori, reclutata da AnassimandroAnassimandro - della Gilda degli IngegneriGiocatore: Aladino AmantiniGruppi: Carovana dell'Erebo, Gilda degli IngegneriTeaser: Parlano. Teorizzano, speculano, auspicano... mille stantie variazioni sul parlare; ma tu fai. Tu hai fatto. All'Accademia eri una testa calda, una litigiosa, un'incapace di collaborare, ma erano solo (...). Inoltre CirceCirce - della Gilda dei MercantiGiocatore: Ilaria - Ilaria ChichiGruppi: Carovana dell'Erebo, Gilda dei MercantiTeaser: Regina degli scarafaggi. Ubriaca di potere. Pezzo di merda che direbbe qualsiasi cosa per avere una folla che l'acclami. Ti hanno detto di ogni, dai loro posti sicuri. Ma tu c'eri; c'eri per chi era n (...) ha acquistato ρ - Rhoρ - Rho - del Ghenos della NotteGiocatore: SARA - SARA COCCOLIGruppi: Eterecarnidi, Ghenos della Notte, Erebo - PharosTeaser: Noi siamo Rho del Ghenos della Notte.
Noi siamo violenza e riflessione.
La lama e il pugno non sono semplice estensione: sono il punto in cui la volontà si concretizza di più. La nostra perlomeno. U (...) al mercato dei Discepoli dell'Etere e si è aggregato alla carovana, per il viaggio attraverso Ipogea, il Saggio della Gilda dei Guardiani TitanoTitano - Saggio della Gilda dei GuardianiSpeciale: PNGGiocatore: Ronin Hood - Francesco CalcagniGruppi: Gilda dei Guardiani, Erebo - Pharos, I sei Saggi.
“Più ti guardo e più mi disgusti. Mi chiedo come facciano gli altri a tollerarti. Maledetto ibrido nato nella Notte! Tu puoi ingannare gli altri, ma non me. So quello di cui siete capaci, mostri. Anche se sembri mansueta e rispettosa degli ordini, ti basterebbe un solo dito per rendere inerme una Oplita come me, usando la stessa forza disumana di quelle Ombre assassine che la notte partorisce nell’odio. In fondo, discendete dalla stessa madre oscura. Dimmi cosa deve trattenermi dal lasciarti qui a marcire prima che sia troppo tardi, prima che tu possa massacrarci tutti.”
“Prima di venire rinchiusi con l’inganno in questo scantinato, eravamo di ronda per la sicurezza dell’Avamposto. Là fuori non ci sono solo le Ombre, tenute a bada dai vostri Logos, ci sono anche altri Umani come te, ma con intenzioni criminali. Predoni li chiamate. Noi vigiliamo contro questi pericoli affinché possiate dormire sonni tranquilli.”
“Stai mentendo, schifosa! Il IV Avamposto fu assaltato durante la notte. Un maledetto ibrido tradì e, prima di darsi alla macchia, fece entrare altre bestie che massacrarono quelli che nel campo dormivano. Tra cui mio padre, un valido Oplita che meritava una morte più onorevole. Maledetta, ti ho portata qui per darti una lezione. So che non puoi reagire contro i Guardiani a cui sei sottomessa.”
“Un nostro fratello avrebbe tradito e poi sarebbe fuggito? Sembri molto sicura delle tue dichiarazioni. E se fosse stato rapito durante il suo turno di ronda da qualcuno di quell’avamposto? Magari da un Oplita carico di odio come te? Pensaci. Lo faresti anche tu dopotutto. Se volessi massacrarci, dovresti poi nasconderci per non passare guai seri. Su chi cadrebbe la colpa della morte di tuo padre se fosse questa la storia? Su nostro fratello o sull’Oplita?”
“Ibrido maledetto! Vuoi ingannarmi. Noi Opliti non metteremmo mai in pericolo un avamposto.”
“Eppure siamo qui, prigionieri e vincolati all’obbedienza, quando dovremmo vegliare. Puniscici pure con la violenza. Poi lasciaci al nostro compito. Lasciaci usare la forza di cento Opliti, che il Ghenos della Notte ci concede, per proteggervi. Prima che un pericolo possa entrare e uccidere un nuovo padre innocente, lasciando un’altra figlia sola e colma di rabbia."
Voci udite nei sotterranei del V Avamposto