Noi siamo Zeta del Ghenos della Notte.
Noi siamo pazienza e virtù.
Noi cerchiamo fluidità, scorriamo con il tutto di cui facciamo parte. Questa terra ci ha donato un dono pericoloso, un dono mortale, un dono contro il cui fascino ogni giorno combattiamo. Troppe volte la tentazione assale le nostre membra, troppe volte in passato siamo state portate verso il limite della nostra tolleranza, troppe volte abbiamo sentito la parola "Ibrido" seguita da risate, espressioni di disgusto, rabbia ingiustificata. A volte erano degli Umani qualsiasi, più spesso i nostri padroni, gli Arconti stessi che ci usavano e disprezzavano allo stesso tempo. Eppure abbiamo sempre cercato di mantenere la calma, di capire prima di giudicare. Così tutto scorreva e il rifugio del Ghenos diveniva l'unica cosa importante.
Solo di recente siamo state acquistate da DedaloDedalo - Saggio della Gilda degli IngegneriSpeciale: PNGGiocatore: Francesco AtzeiGruppi: Gilda degli Ingegneri, Reduci - Pharos, I sei Saggi e dalla Gilda degli Ingegneri. Siamo grate ai nostri nuovi Arconti, perché infine sembrano più comprensivi della maggior parte degli Umani con cui spesso abbiamo avuto a che fare. Ora finalmente sorvoliamo come brezza sulle malignità del passato e cerchiamo sempre di mantenerci degne del nostro dono di morte, di dimostrarci superiori alla nostra maledizione.
Noi siamo gli Eterecarnidi che faranno parte della 388a missione. Ci siamo uniti alle carovane della Spedizione quando giunsero a Pharos oltre le Lande Salate e affronteremo il resto del viaggio con gli Umani. Alcuni di noi hanno già trovato un Arconte nei mercati di Pharos, altri sono al seguito di un Discepolo dell'Etere che ancora li possiede e li venderà una volta che giungeremo all'Avamposto.
I nostri ricordi risalgono ormai solo al momento in cui ci svegliammo e fummo legati al nostro primo Arconte.
Il nostro corpo un tempo era abitato da qualcosa di diverso, un Umano, ma ormai i ricordi personali di quella creatura sono perduti. Tutto quello che rimane sono i pensieri fondamentali per far funzionare questo corpo, vestirsi, parlare, nutrirsi, muoversi in mezzo agli Umani senza turbarli troppo.
E poi ci sono gli istinti che nulla hanno a che fare con gli Umani, quelli che sono la parte più vera di noi.
C'è il nostro potere, che ci definisce, ci delimita, ci rende parte di un Ghenos, eppure ancora sfuggente e dall’origine sconosciuta.
C'è il Ghenos. Ovunque andiamo siamo naturalmente attratti da quelli che con noi condividono lo stesso potere. Come se fosseroro una parte di noi, perduta e finalmente ritrovata. Gli Umani stessi sanno che è bene lasciarci riunire. Quando percepiamo altri come noi nelle vicinanze e ci viene impedito di avvicinarli, presto ci indeboliamo nei corpi e negli spiriti. Ci da piacere condividere informazioni ed esperienze con il nostro Ghenos, quasi che la nostra mente cerchi di tornare ad essere parte di un tutto. Per i membri di uno stesso Ghenos è impossibile mentire l’uno all’altro, nello stesso modo in cui sarebbe impossibile mentire davvero a una parte di se stessi.
C'è il nostro Arconte. Il padrone. Il nostro legame con lui ci salva dal terribile fato di divenire Ombre e per questo ci è indispensabile come l'aria respirata dagli Umani. Possiamo avere rapporti molto diversi con il nostro Arconte. Certo tutti obbediamo, ma se alcuni eseguono meramente gli ordini alla lettera, altri si prodigano oltre i propri doveri per il bene del proprio padrone. Fra i due estremi, tutte le possibili sfumature. Tutti ricordiamo il nostro Primo Arconte, che è stato un Discepolo dell’Etere, e sappiamo che, qualsiasi cosa accada, i Discepoli dell’Etere ci proteggeranno.
Infine c’è la domanda che aleggia sottile e perniciosa in ognuno di noi: cosa siamo? Perchè esistiamo? Siamo forse nuovi figli di Ipogea, pronti a crearsi un nuovo fulgido destino, o solo un insano esperimento di quelle folli creature chiamate Umani?
E cos’è quella misteriosa musica che nei nostri sogni si fa sempre più forte mano a mano che ci avviciniamo all’Avamposto?
A Pharos la Carovana dei Reduci ha preso tra le sue fila AntiocoAntioco - della Gilda degli EsploratoriSpeciale: FillerGiocatore: Walter LoiGruppi: I Nuovi Arrivi, Gilda degli Esploratori, Reduci - PharosTeaser: Scarpe robuste, spada alla cintola, zaino con provviste e Logos in mano. Sei nata pronta per fare l'esploratrice e quando arrivasti nelle terre di Ipogea mettesti in pratica tutti gli insegnamenti che (...) della Gilda degli Ingegneri e DeianiraDeianira - della Gilda dei FilosofiSpeciale: FillerGiocatore: Isabella RaffoGruppi: I Nuovi Arrivi, Gilda dei Filosofi, Reduci - PharosTeaser: Sei nata a Pharos da una famiglia di esploratori famosi, che si è costruita da sola col duro lavoro: quale immensa sfortuna. O meglio, sei felice di essere nata in una famiglia benestante, ma avresti (...) della Gilda dei Filosofi, reclutati da LetoLeto - della Gilda degli EsploratoriGiocatore: Anna MingazziniGruppi: Carovana dei Reduci, Gilda degli EsploratoriTeaser: Così calcherai ancora una volta le strade di Ipogea. Così il cerchio troverà infine una sua chiusura. Quando partisti la prima volta anni fa, era l'eccitazione a guidarti, l'emozione di esplorare quel (...). Inoltre AdoneAdone - della Gilda dei Mercanti (He/him)Giocatore: Seranaide - Salò MarzialiGruppi: Carovana dei Reduci, Gilda dei MercantiTeaser: Il mondo è un costrutto razionale e governabile e una mente acuta e preparata può sempre prevedere perlomeno gli eventi importanti, quelli che contano. Eppure non riuscisti a prevedere il peggio. Quan (...) ha acquistato σ - Sigmaσ - Sigma - del Ghenos della NotteGiocatore: Carlo CaprarellaGruppi: Eterecarnidi, Ghenos della Notte, Reduci - PharosTeaser: Noi siamo Sigma del Ghenos della Notte.
Noi siamo orgoglio e supremazia.
Guardiamo agli Umani e alla loro cultura. Una cultura le cui storie si perdono nella notte dei tempi. Una cultura a cui dobbi (...) al mercato dei Discepoli dell'Etere e si sono aggregati alla carovana, per il viaggio attraverso Ipogea, il Saggio della Gilda degli Ingegneri DedaloDedalo - Saggio della Gilda degli IngegneriSpeciale: PNGGiocatore: Francesco AtzeiGruppi: Gilda degli Ingegneri, Reduci - Pharos, I sei Saggi e il suo Eterecarnide ζ - Zetaζ - Zeta - del Ghenos della NotteGiocatore: Carpi - Luca CarpitellaGruppi: Eterecarnidi, Ghenos della Notte, Reduci - PharosTeaser: Noi siamo Zeta del Ghenos della Notte.
Noi siamo pazienza e virtù.
Noi cerchiamo fluidità, scorriamo con il tutto di cui facciamo parte. Questa terra ci ha donato un dono pericoloso, un dono mortale (...), che diventerà proprietà di tutta la Gilda una volta giunti all'Avamposto.
“Più ti guardo e più mi disgusti. Mi chiedo come facciano gli altri a tollerarti. Maledetto ibrido nato nella Notte! Tu puoi ingannare gli altri, ma non me. So quello di cui siete capaci, mostri. Anche se sembri mansueta e rispettosa degli ordini, ti basterebbe un solo dito per rendere inerme una Oplita come me, usando la stessa forza disumana di quelle Ombre assassine che la notte partorisce nell’odio. In fondo, discendete dalla stessa madre oscura. Dimmi cosa deve trattenermi dal lasciarti qui a marcire prima che sia troppo tardi, prima che tu possa massacrarci tutti.”
“Prima di venire rinchiusi con l’inganno in questo scantinato, eravamo di ronda per la sicurezza dell’Avamposto. Là fuori non ci sono solo le Ombre, tenute a bada dai vostri Logos, ci sono anche altri Umani come te, ma con intenzioni criminali. Predoni li chiamate. Noi vigiliamo contro questi pericoli affinché possiate dormire sonni tranquilli.”
“Stai mentendo, schifosa! Il IV Avamposto fu assaltato durante la notte. Un maledetto ibrido tradì e, prima di darsi alla macchia, fece entrare altre bestie che massacrarono quelli che nel campo dormivano. Tra cui mio padre, un valido Oplita che meritava una morte più onorevole. Maledetta, ti ho portata qui per darti una lezione. So che non puoi reagire contro i Guardiani a cui sei sottomessa.”
“Un nostro fratello avrebbe tradito e poi sarebbe fuggito? Sembri molto sicura delle tue dichiarazioni. E se fosse stato rapito durante il suo turno di ronda da qualcuno di quell’avamposto? Magari da un Oplita carico di odio come te? Pensaci. Lo faresti anche tu dopotutto. Se volessi massacrarci, dovresti poi nasconderci per non passare guai seri. Su chi cadrebbe la colpa della morte di tuo padre se fosse questa la storia? Su nostro fratello o sull’Oplita?”
“Ibrido maledetto! Vuoi ingannarmi. Noi Opliti non metteremmo mai in pericolo un avamposto.”
“Eppure siamo qui, prigionieri e vincolati all’obbedienza, quando dovremmo vegliare. Puniscici pure con la violenza. Poi lasciaci al nostro compito. Lasciaci usare la forza di cento Opliti, che il Ghenos della Notte ci concede, per proteggervi. Prima che un pericolo possa entrare e uccidere un nuovo padre innocente, lasciando un’altra figlia sola e colma di rabbia."
Voci udite nei sotterranei del V Avamposto