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“L’Alba ci illumina e ci lega a sé. La volontà del Ghenos è la nostra e quindi unica. Noi siamo un insieme. Per quanto la nostra εμπάθεια, come piace appellarla a voi Filosofi, sia rigogliosa ed espansa, le vostre menti rimangono insondabili, se non fosse per il continuo odio e disprezzo che avete verso di noi. Ma noi ti siamo utili e a ciò non ci opponiamo. Puoi forse negare di stare meglio da quando siamo di tua proprietà?”

“Non ci è ancora chiaro come operino tutte le Leggi in questa terra di Ipogea, ma il Ghenos di questi Eterecarnidi permette loro di guarirci. Dal graffio di un rovo alla gamba mozzata dagli artigli di una fiera. Il loro prodigioso tocco predispone il nostro organismo alla rigenerazione dei tessuti, laddove è ancora possibile. Una gamba mozza per l’appunto rimarrebbe tale, ma non si trasformerebbe più facilmente in una ferita mortale.”

“Noi vibriamo con la materia di cui siamo composti, e la incitiamo a rivolgere lo sguardo verso ciò che è meglio. Non abbiamo altre parole per descriverti la nostra competenza. Non possiamo creare nulla dal nulla. Noi non siamo divini. Noi siamo. Eppure ammiriamo il vostro amore per la conoscenza, il vostro spirito d’avventura e d’innovazione.”

“Pertanto si potrebbe postulare che questi esseri non siano in grado di recuperare ciò che del corpo viene perduto, ma bisognerebbe non considerare quei resoconti che descrivono come alcuni cadaveri freddi abbiano ripreso calore e vita dopo il portentoso intervento di più Eterecarnidi. Per questi e molti altri motivi io, da Filosofo, sono affascinato da quel che loro sanno fare perché ne vedo l’utilità. E nel contempo in segreto li temo.”

“Per questi e molti altri motivi noi che vediamo con gli occhi del Ghenos dell’Alba siamo affascinati da quel che tu sai fare perché ne vediamo l’utilità. E nel contempo in segreto ti temiamo.”

Pensieri di un Filosofo e del suo schiavo

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