Raccontavo le fiabe ai bambini del mio villaggio. Raccontavo quelle che fanno paura e che parlano dei mostri nei boschi. Ricordavo come erano impauriti e attenti. Imparavano. Perché noi vecchi sappiamo raccontare con pazienza e così manteniamo il loro interesse.
Così i piccoli stavano lontani dagli alberi quando si fanno troppo folti. Era il mio modo per tenere quei bimbi al sicuro. Anche mio nipote!
Poi lui è cresciuto e i mostri sono arrivati dai boschi! Per davvero. Ognuno di loro aveva un'arma. Erano giovani mostri, forse non tutti, pronti a mangiarci.
Tuttavia sono ancora viva. E anche mio nipote. Soltanto lui. E voglio continuare a raccontare fiabe. Di paura. La mia.
Il mio nome è Ibrahimovic Svetlana e questa è la mia storia...
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.