"Albatros, si sistemi la cravatta!" "Albatros, suvvia, un po' di spirito, mi passi quel bisturi" "Albatros, ma cosa fa, santo cielo, le ho detto che le pinze si posizionano medialmente, lungo l'asse craniocaudale, non seguendo il piano longitudinale!" "Albatros, ne ha combinata un'altra delle sue?" Chiunque abbia dovuto malauguratamente recarsi allo studio medico sapeva che l'unica cosa da temere era la sbadataggine dell'assistente. Ovunque andasse inciampava in qualche costosissimo strumento, rovesciava ampolle e scambiava prescrizioni. Anche nella sua quotidianità Albatros doveva sempre fare i conti con la sua goffaggine, suscitando attorno a sé grasse risate ovunque andasse. Spesso e volentieri capitava che, in preda alla vergogna, riversasse la colpa su qualcun altro, solitamente qualche malcapitato che aveva semplicemente la sfortuna di trovarsi lì vicino. Eh sì, come diagnosticato proprio dal suo capo, Aspirina, Albatros soffriva di una lieve forma di codardia, malattia molto subdola. Questa diagnosi, scherzosamente messa nero su bianco, non andò mai giù ad Albatros, che mal sopportava le bonarie prese in giro di Aspirina, verso cui segretamente nutriva scarsa stima, finanche fastidio. E forse era proprio quella stessa codardia a rendere i suoi gesti così maldestri, impedendo ai suoi piedoni di fare, finalmente, il passo della giusta misura. Fin dall'infanzia quel timore aveva fatto sì che si rifugiasse nella compagnia di quelli più grandi, che prendeva a esempio e cercava di emulare con scarso successo, nel tentativo di poter un giorno togliersi di dosso quella goffaggine come un pesante cappotto, ma di fatto diventando facile capro espiatorio per scherzi e burle. Da quel che so ha sempre desiderato far parte di una cosa chiamata "Banda del Piedone" ma non ha mai avuto l'ardire di avvicinare uno dei suoi membri per formalizzare la richiesta. Forse meglio così, dato che quella banda non sembrava causare nulla più che un sacco di guai ovunque andasse. Questo dimostra che Albatros talvolta riusciva anche a camminare sulla retta via, a fare i passi giusti, riuscendo a ricavarsi una vita dignitosa e una professione decorosa in paese. Che io sappia però non cercò mai davvero di sdoganarsi da quel ruolo a metà fra la goffa spalla comica e il triste Pierrot, di togliersi quella maschera melodrammatica dal volto, affibbiatagli dagli altri seppur con buona ragione. Però, sai, ogni tanto mi chiedo: se potesse mai tornare indietro e se ne presentasse l'occasione, Albatros troverebbe finalmente la forza di abbracciare il coraggio? Forse, a quel punto, potrebbe aprire finalmente le sue maestose ali e librarsi nel cielo, re delle nubi.
[Personaggio ispirato agli Umpa Lumpa, dal film “La fabbrica di cioccolato” del 2005]
Hai presente la delusione che si prova quando la persona amata sceglie proprio te, ma per una solida amicizia? Oppure quando l’erba del vicino è sempre più verde?
Ecco, gli Everglot conoscono bene quel senso di amarezza, perché sono campioni - e su questo titolo per una volta possiamo essere tutti d’accordo - nell’arrivare sempre secondi.
E’ risaputo che persino al Palio degli Inganni nessun Everglot è mai salito sul carro dei vittoriosi: un infortunio, una squalifica o un qualsiasi imprevisto erano sempre dietro l’angolo.
Secondi padri fondatori di Swinton, secondo parto plurigemellare più noto della storia della città, secondo posto per la trisnonna al famigerato concorso “Bruttezze in campagna”.
E dall’altra parte, a sfidarli ogni volta, sempre e solo loro: i Davis. La rivalità fra Davis ed Everglot è antica come le pietre del pozzo, e vede ripetersi un copione incessante: nella pesca, nel tiro al piattello, nell’uncinetto… Davis primi, Everglot secondi. In realtà gli Everglot non sono secondi solo ai Davis, sia ben chiaro. Loro sono secondi, e basta. E odiano quelli che arrivano primi. Ma non odiano i secondi. E’ per questo che, fra di loro, gli Everglot non si odiano affatto: sono con grande probabilità la famiglia più unita di tutta Swinton, da sempre.
E’ forse questa la forza misteriosa che li spinge ad affrontare a testa alta il loro malaugurato e ineluttabile destino? Loro si impegnano a fondo in quello che fanno, perché forse basterebbe vincere solo una volta per spezzare la maledizione degli eterni secondi. “Maledizione”. Molti nella famiglia pensano che su di loro gravi proprio una fattura.
Proprio per questo è abbastanza noto che gli Everglot guardino con sospetto i Maitland, la casata alla quale molti anni prima hanno sottratto qualcosa di speciale. Ma questo è un segreto che solo di notte sono soliti raccontare.
La sola famiglia con cui gli Everglot non si sono mai scontrati è quella dei Pirelli. Non solo: i Pirelli si sono dimostrati dei veri e propri mentori, addestrandoli per generazioni intere ad affrontare quella che sarà la loro partita vincente… anche se questa partita (di cosa non si sa) a quanto pare non si è ancora disputata.
Anche i Collins hanno da sempre apprezzato il grande impegno degli Everglot, facendo sempre il tifo per loro, anche in quelle occasioni in cui la vittoria era oltre ogni aspettativa.
Alcune malelingue, riferendosi alla ferrea tenacia e allo spirito combattivo di questa famiglia, dicono che gli Everglot siano secondi - ancora una volta - soltanto al tasso del miele.
In questa contrada trovano ricetto tutti coloro che mettono al primo posto l’amore, con le sue declinazioni e implicazioni. Generosità, coraggio e lealtà sono le principali virtù; ma queste, quando vengono gonfiate e portate all’estremo, si tramutano in difetti. Pertanto possiamo trovare in questo Sestiere sia un contadino che con bontà aiuta il prossimo offrendo un lauto pranzo, e sia una poveraccia in canna che ha sperperato tutti i suoi averi nell’organizzazione di feste dispendiose.
I colori in cui si riconoscono sono il vermiglio e il castano. Che poi, in fin dei conti, sono la stessa cosa: tutti i marroni sono diverse sfumature del rosso, il colore del cuore per l’appunto.