Pronome: she/her
Informazioni pubbliche: Quando Kat è entrata nella compagnia teatrale Stai Sul Palco APS voleva solamente guadagnare crediti extra da inserire nel curriculum per entrare nella più prestigiosa università di Medicina, e seguire le orme del suo avo, anzi elevarle, diventando non una mera assistente, bensì un vero medico e aprire il suo studio. Giurò che non sarebbe tornata a Swinton senza poter annunciare il suo successo a nonno Albatros.
Il suo sogno però si infranse quando, uscite le graduatorie, scoprì di essere il primo nome nell'elenco dei non-ammessi. Soltanto un punto la distanziava dall'ultimo posto utile all'ammissione, confermando il destino che si abbatteva sulla sua famiglia da generazioni. Aveva davvero creduto di poter fermare l'ingranaggio e rivendicare il suo nome di famiglia. Ma, insieme al desiderio di riscattarsi, si erano spente anche le sue speranze e ambizioni.
Decise quindi di dimenticare tutto, e buttarsi nel teatro. Malediceva chiunque provasse a nominarle l'università, e quello che era successo.
La compagnia teatrale divenne la sua famiglia, il suo mondo. E se la cavava anche abbastanza bene. Aveva inziato interpretando alberi, cespugli e nubi di passaggio, ma col tempo si guadagnò ruoli sempre più importanti.
Qualche anno fa era stata scelta per interpretare la Malvagia Strega dell'Ovest ne "Il Mago di Oz", ma il giorno prima dello spettacolo le venne un fortissimo mal di gola che le impedì di pronunciare parola per tutta la settimana a venire. L'anno dopo, si era orgogliosamente guadagnata il ruolo di coprotagonista in "Chi ha paura di Virginia Wolf?", ma qualche ora prima dello spettacolo, per colpa della sua goffaggine inciampò nei gradini del palco rompendosi una caviglia. Quello dopo ancora, dopo aver fatto un provino brillante, tutta la compagnia all'unanimità le aveva assegnato il ruolo di Marguerite Gautier in "La signora delle camelie". Inutile dire che, appena entrò nel teatro per le prove generali, un improvviso e improbabile attacco di allergia non meglio specificato le causò una serie di starnuti interminabile che le rese impossibile recitare, e a cui nessuna medicina sembrava fare effetto.
"E' come se qualcuno mi avesse fatto il malocchio... Te lo dico io, questa è la maledizione della mia famiglia" aveva confessato alla sua migliore amica (nome). "Smettila con queste stupidaggini, le maledizioni non esistono. Secondo me qualcuno della compagnia sta cercando di sabotarti" le aveva risposto lei.
Sabotaggio o meno, dopo questa serie di sfortune, per un po' di tempo decise di non provare più per ruoli importanti, limitandosi a fugaci apparizioni in scena o a interpretare personaggi di poco conto. Andò avanti così per un po'... ma la sua voglia di riscatto e di fare successo erano ancora dentro di lei.
"Quest'anno sarà la volta buona! Sarà il mio riscatto, e quando tornerò a Swinton per l'ultima volta, potrò finalmente dire allo spirito del mio caro nonno che ho cambiato per sempre il destino della nostra famiglia."
Riuscirà a salire sul palco?
“Da quando hai ricevuto quella lettera di convocazione a Swinton, la tua ossessione per il tuo Avo è diventata incessante.
Quindi ho deciso di scriverti tutto quello che so riassunto in tre punti. Fattelo bastare perché non aggiungerò altro.
1) In paese si faceva chiamare Specchio. Perché, nonostante la sua curiosità venisse rapita da ogni minima distrazione, la sua attenzione per lo più si concentrava sul criticare gli altri. Bada bene, le sue parole non erano dette a vanvera, ma riflettevano la realtà dei fatti: mancanze nei modi garbati, penuria di cura personale, carenza di cultura, cattiva qualità dell’alito e altre imperfezioni non sfuggivano agli occhi e alla bocca - quando ne parlava - di Specchio.
Si sa che a nessuno piace vedere i propri difetti, ed ecco che così nacque il suo soprannome, a cui di nascosto i concittadini aggiungevano diversi complementi di specificazione. “Specchio dei rimorsi" dicevano i delusi, “Specchio dell'antipatia” i permalosi, “Specchio de li mortacci tua!” in casa Pirelli.
2) Perché si comportasse così non saprei dirtelo con precisione, ma il fatto che l’ultima posizione dei nascituri di casa Collins fosse sua influì in qualche modo sulla formazione della sua personalità. Si sa che i più piccoli di una famiglia numerosa possono essere anche i più schiacciati dagli altri parenti, e di conseguenza i più ribelli e i più curiosi alla ricerca di una via di riscatto o di fuga.
Specchio aveva buone maniere e buona cultura, ma si sentiva sempre fuori posto, soprattutto in casa. Troppo grande per appassionarsi alle faccende dei più piccoli, ma non abbastanza grande per ottenere la considerazione degli adulti.
3) Ora non ti stupirà sapere che Specchio era la pecora nera di casa Collins. Si dice che andasse in giro con abiti troppo grandi o troppo piccoli rispetto alla sua statura, come denuncia della sua condizione. Inoltre non seguiva le tradizioni della famiglia: del vento, con grande rammarico di tutti quanti, non sapeva niente.
“Non sai seguire l’aria, tuttavia le cattive compagnie ti sanno influenzare per bene! Sei debole!” Questa era una delle solite recriminazioni che riceveva in casa. Quelle parole però dicevano il vero, e anche a Specchio non piaceva vedere le sue mancanze.
Si dice infatti che frequentasse assiduamente casa Pirelli perché lì si sentiva al posto giusto. Le malelingue mormoravano che il loro non fosse un rapporto di amicizia, ma commerciale. Specialmente con India… ma di questo non dirò altro perché potrebbero essere solo illazioni. Un po’ come tutto il resto, d’altronde.
Inoltre Specchio, per non farsi mancare nulla, faceva parte di un gruppo segreto chiamato “la Banda del Piedone”. Anche in questo caso non so dirti molto di più perché su quel gruppetto ci sono tante dicerie.
Invocano le streghe! Rubano i gioielli di famiglia! Inacidiscono il latte dei loro nemici! Piangono insieme sulle loro sfortune! Queste e molte altre stranezze sentiresti narrare tra le strade di Swinton di molti anni addietro.
Tra pochi giorni sarai proprio lì e potrai camminare tra le case di quel luogo. Mi auguro che tu possa conoscere di più sul conto del tuo Avo e appagare la tua curiosità con delizioso stupore."
[Personaggio ispirato ad Alice, dal film “Alice in Wonderland” del 2010]
Se camminando per le strade di Swinton incappate in una colorata girandola a vento, o in un ricamato fazzoletto appeso con un nastro ad un ramo, state pur certi che quelle cose appartengono ai Collins. Infatti non succede mai che questi prendano una decisione che sia una senza prima aver consultato il vento. Eh già, proprio così… il vento gelido che proviene dal nord, dissipando le nebbie, sarà foriero di buone notizie; invece i venti impetuosi dell’est non possono che essere premonitori di sventura. E i venti del sud? E quelli dell’ovest? Chiederete voi… Beh, non tutti i segreti di questa famiglia sono conosciuti, ed è giusto così: loro e solo loro sono in grado di cotanto infallibile intuito, fosse anche ammirando le fronde accarezzate dal vento o la danza di un ricciolo di fumo. E’ proprio come se avessero fatto un occulto patto con brezze e folate. Quasi tutta Swinton ride di loro e di questa loro bizzarra consuetudine: “Son come banderuole, quelli, incapaci di prendere una decisione senza aver consultato prima il gallo sul tetto del loro fienile”, questo si mormora.
O, per meglio dire, tutti mormorano tranne i Maitland. Sembra che solo per loro i Collins siano venuti meno all’antica promessa, suggerendo il luogo dove avrebbero raccolto cadaveri di farfalle ancora integri. Ed è proprio grazie ai Collins se quella famiglia ha smesso di uccidere le colorate creature, ingrassando così la propria collezione. E questo dovrebbe essere d’insegnamento per tutti, perché una cosa è certa: quando si tratta di comprendere i segni del vento i Collins non cadono mai in errore, fiduciosi che quello non sbagli mai.
Accadde però un fatto molto ambiguo. Tantissimi anni fa, quando il paese di Swinton contava solo pochissime anime, uno dei loro antenati - del quale per scaramanzia nessuno osa pronunciare il nome - invece che seguire il vento prese una decisione di testa propria. Fu così che cedette la terra sulla quale oggi è costruito il pozzo alla famiglia Van Dort. Questo si rivelò presto essere un errore fatale, che in seguito portò la famiglia verso il baratro della povertà.
L’ Innominabile fu esiliato, tacciato di presunzione ed orgoglio, e di lui non si seppe più nulla. Fatto sta che ciò incrinò i rapporti tra i Collins e i Van Dort. Ancora oggi questa famiglia che governa Swinton non è vista di buon occhio, e i Collins credono che guardarli in faccia sia cagione di sventura, come se i loro occhi avessero il potere di intaccare e corrompere la loro anima. Proprio per questo ogni volta che un Collins deve, per un motivo o per l’altro, interloquire con un Van Dort, è solito fissare la punta delle sue scarpe e stringere i pugni affinché la sua anima non venga catturata.
Ma che sia stata proprio la famiglia Davis ad aver dato loro questo potere? Qualcuno ne è convinto, altri pensano che siano solo “futili chiacchiere intorno al camino” per riempire le fredde serate invernali. Il vento sulla questione non si è ancora espresso.
Quelli che si sono espressi a riguardo, invece, sono gli Everglot, che di cose da dire sulla famiglia Davis ne hanno a bizzeffe: ne hanno sparlato così tanto che il loro fiato, proprio come fosse un vento amico, con il tempo è riuscito ad alimentare la fiamma di questo sospetto nel cuore dei Collins. Se seguiranno questo nuovo vento privo di punti cardinali non è dato sapere. Forse la solita riunione domenicale tra le due famiglie sarà decisiva perché l’incendio divampi.
In questa contrada trovano ricetto tutti coloro che mettono al primo posto l’amore, con le sue declinazioni e implicazioni. Generosità, coraggio e lealtà sono le principali virtù; ma queste, quando vengono gonfiate e portate all’estremo, si tramutano in difetti. Pertanto possiamo trovare in questo Sestiere sia un contadino che con bontà aiuta il prossimo offrendo un lauto pranzo, e sia una poveraccia in canna che ha sperperato tutti i suoi averi nell’organizzazione di feste dispendiose.
I colori in cui si riconoscono sono il vermiglio e il castano. Che poi, in fin dei conti, sono la stessa cosa: tutti i marroni sono diverse sfumature del rosso, il colore del cuore per l’appunto.