Fu una gran sorpresa quando scovai in un cassetto di papà una lettera ingiallita dal tempo, ma perfettamente piegata in quattro parti.
La aprii e nell’aria si librò un leggero profumo di rose.
“Se i miei concittadini pensano di farmi un dispetto chiamandomi Mise en Place, sbagliano di grosso.
Se quei bifolchi ora sanno apparecchiare una tavola con cura ed eleganza è soltanto grazie alle mie lezioni.
Se alcuni di quegli sciamannati, quando è tempo di danzare, muovono i piedi a ritmo di tango invece di sgambettare come fenicotteri ubriachi lo devono innanzitutto a me, e alla mia pazienza nel correggere i loro sgraziati movimenti.
Io sono il Bon Ton di Swinton, l’unica speranza per differenziarci dalle bestie. E di belve questo posto è colmo”.
Quella era una lettera del mio Avo Mise en Place! Che strano nomignolo... Doveva avere un caratterino niente male. Precisione, buone maniere e stile erano leggi da seguire con dedizione in casa e in tutto il paese.
Distinguersi dagli altri per classe e lignaggio era certamente un diktat della famiglia Van Dort, e Mise en Place lo incarnava senza risparmio.
Questo attirò antipatie e invidie, come è facile intuire.
“Di giorno sarà anche la perfezione di Dio scesa in terra, ma di notte corre senza vestiti nei boschi, si accoppia con le bestie e dorme sulle tombe del cimitero” “Io ho sentito dire che negli armadi nasconde gli scheletri dei parenti morti per noia durante le sue lezioni di galateo!”.
Sono certo che queste sarebbero state le maldicenze che avrei udito ai tempi del mio Avo.
Tuttavia il suo talento era ben riconosciuto. Si dice infatti che tutti gli abitanti di Swinton ricercassero i suoi consigli quando bisognava imbandire la tavola per una festa di compleanno o per il Natale.
Ed erano guai se qualcuno osava non seguire i suoi suggerimenti! In quei rari casi, a prescindere dal risultato, Mise en Place non perdeva occasione per sottolineare con eleganza e garbo la mancanza di buongusto, e i presenti, non potendo fare altro, convenivano con sommo dispiacere.
E quando si avvicinava il tempo del Palio degli Inganni, nessun preparativo sfuggiva al suo giudizio puntuale e attento.
Tovaglie abbinate alle tende, bicchieri scintillanti, festoni appesi seguendo geometriche disposizioni erano prove che nulla veniva fatto per caso. Tuttavia la mano di Mise en Place si riconosceva per un piccolo e peculiare dettaglio: l’assenza di rose tra le varie decorazioni.
O meglio, le rose c’erano anche, ma senza il fiore rosso. Nei vasi spiccavano i gambi verdi, recisi in prossimità della corolla assente.
Un vezzo che si dice essere venuto fuori dopo le terze nozze, annullate per lo stesso motivo delle due volte precedenti: il decesso prematuro di chi stava per sposare Mise en Place.
Sì! Tre anime salirono nei cieli del Padre Eterno nel giorno del loro matrimonio, lasciando Mise en Place in attesa all'altare. Che sfiga!
E al posto della marcia nuziale per tre volte l’aria si riempì di un requiem colmo di cordoglio.
Ecco perché aveva preso a recidere le rose, il simbolo dell’amore per eccellenza.
Tuttavia una discendenza ha avuto seguito. Chissà chi fu a interrompere quel ciclo sfortunato... Come capitò?
Io al suo posto avrei tappezzato casa di santini e amuleti contro la jella. Sempre che di jella si possa parlare.
[Personaggio ispirato a Morticia Addams, della serie tv “Mercoledì” del 2022]
Più antica di Swinton è solo la famiglia Van Dort, una vera e propria istituzione. Si dice, nei racconti perduti nel tempo, che abbiano origini austroungariche e che discendano proprio da quel famoso ramo cadetto di quella tal famiglia nobiliare. Altri racconti invece vorrebbero che la Famiglia Van Dort discenda proprio dal famoso compositore Franz Schubert. Se siano solo leggende non ci è dato saperlo, ma tali voci sono sempre motivo di grande vanto all’interno della famiglia.
Della storia recente sappiamo che l’antico fondatore di questa casa, tale V. Van Dort, era un povero ma ambizioso pastore, attento alle opportunità che la vita gli poneva davanti. Un giorno, mentre stava portando al pascolo le sue pecore, si imbatté in un appezzamento di terreno che reputò fin da subito eccezionale, situato poco distante dal piccolo villaggio di Swinton. Questo terreno, un tempo di proprietà della famiglia Collins, era stato lasciato a se stesso ed era considerato inutile dalla gente del posto. Tuttavia, V. Van Dort vide il potenziale nascosto sotto l’aspetto cadente e inselvatichito, e se ne innamorò, acquisendo il terreno per pochi spiccioli. Una transazione che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia della famiglia Van Dort, il cui fondatore non sapeva che il pozzo che di lì a poco sorse su quella terra sarebbe diventato una fonte importante per la ricchezza e la prosperità di tutta Swinton.
Certo, l’affare così importante per questa famiglia non ha di certo lasciato solo strascichi positivi. Il rapporto tra i Collins e i Van Dort si incrinò terribilmente: da allora i membri di una e dell’altra famiglia faticano a guardarsi addirittura in faccia per un semplice saluto, ed è evidente che i Collins preferiscono guardarsi le scarpe pur di non vedere negli occhi un Van Dort.
Con il passare del tempo, la famiglia Van Dort fiorì grazie all’acume dei suoi componenti. Il loro nome divenne sinonimo di ricchezza, opulenza… e di doti molto particolari. L'essenza magica emanata dalla terra e dal pozzo stesso, infatti, conferì ai Van Dort incredibili capacità. Ogni generazione che nasceva era dotata di talenti straordinari, che gli enigmatici personaggi di questa famiglia sfruttavano per esercitare la propria influenza sul mondo circostante, per preservare i segreti e mantenere la propria posizione di potere in città.
Questo è ben risaputo in casa Davis, i cui membri non perdono mai occasione per omaggiare e ringraziare i Van Dort. I Davis sono sempre pronti a riceverli in casa con salamelecchi e inchini. “Gentili e ben educati” direbbero tutti all’inizio. “Leccaculo!” sarebbe invece l’epiteto che alla fine spontaneamente verrebbe da gridare.
Non venerati, non temuti, ma ammirati dalle altre famiglie del villaggio, nel corso degli anni i membri della famiglia Van Dort rimasero saldamente custodi della terra e del pozzo. Tuttavia, con il passare del tempo divennero sempre più solitari e riservati, avventurandosi raramente al di fuori delle mura della loro dimora.
E pare che anche le loro grandi doti si siano affievolite sempre di più. Una prova di questo pare sia stata la vendita di quella strana bussola ai Pirelli, per un nonnulla poi! Si dice che quella bussola punti verso un luogo magico, eppure fu venduta dai Van Dort senza neanche pensarci troppo… e forse alcuni di loro, proprio per questo scambio, ora si stanno mangiando le mani.
In questa contrada trovano ricetto tutti coloro che mettono al primo posto l’amore, con le sue declinazioni e implicazioni. Generosità, coraggio e lealtà sono le principali virtù; ma queste, quando vengono gonfiate e portate all’estremo, si tramutano in difetti. Pertanto possiamo trovare in questo Sestiere sia un contadino che con bontà aiuta il prossimo offrendo un lauto pranzo, e sia una poveraccia in canna che ha sperperato tutti i suoi averi nell’organizzazione di feste dispendiose.
I colori in cui si riconoscono sono il vermiglio e il castano. Che poi, in fin dei conti, sono la stessa cosa: tutti i marroni sono diverse sfumature del rosso, il colore del cuore per l’appunto.