Questa che sto per raccontarvi è una storia un po’ strana, che narra di come un sogno di gloria può trasformarsi nella più grande delle sconfitte. Ero molto piccola quando mi fu raccontata per la prima e l’ultima volta, non per volere altrui ma semplicemente perché ne ebbi così paura da volerla quasi dimenticare. E’ la storia di Malocchio, nella cui casa ero solita passare i caldi mesi estivi, e di come la sua vita sia cambiata dopo un inquietante incontro.
- Piccola mia, quando tutto accadde ero molto giovane, non avevo ancora trovato il mio posto, non solo nel mondo, ma anche quello all’interno della mia famiglia. E così decisi di chiedere per la prima volta al Pozzo per avere la certezza di non ricoprire il secondo posto. Del resto, che male c’è a desiderare il meglio? Volevo vederla in faccia, la Strega che nessuno aveva mai visto. Beh, non ottenni nessuna risposta quel giorno, né nei giorni successivi. Donai tutti i miei risparmi alle sue acque, nella speranza che si palesasse.
Una notte di luna piena, nella quale non riuscivo a prender sonno, sgattaiolai di soppiatto fuori dal mio letto e poi giù in cortile, oltre il cancello, fin nella radura al centro della quale stava lui. Nel buio le sue pietre scintillavano, e io ebbi il netto sentore che mi stesse chiamando. Mi sedetti sul suo bordo, facendo dondolare i piedi oltre il muro di sassi, e domandai alla sua profonda oscurità: “Dimmi, che vuoi in cambio del mio desiderio? Che devo fare?”
Un vento gelido salì dalle viscere del suo fondo, e due pallide mani mi afferrarono per le caviglie trascinandomi a picco. Credevo fosse giunta la mia ora. Scalciavo per rimanere a galla e, proprio quando le forze mi vennero meno, qualcosa dal ventre di quelle acque scure prese a brillare sempre più forte. Fu così che mi apparve, per la prima volta, e anche se quel bagliore accecante mi offuscava la vista, sentii comunque la sua voce.
“Vuoi veramente donarmi la tua vita per un tuo superbo desiderio? Rispondimi, adesso!” ordinò. Io le avrei donato qualsiasi cosa, ma che senso avrebbe avuto vedere il suo volto e non poterlo raccontare?
“No, salvami, ti prego!” la supplicai. E lei replicò: “In cambio della tua vita dovrai portarmi un’anima, ma non una qualsiasi: un'anima pura. Per questo ti farò un dono.”
Non ricordo altro di quella notte, ma mi risvegliai sul prato, quando il sole era già alto, segno evidente che avessi acconsentito a quella macabra richiesta. Qualcosa era cambiato in me... era come se percepissi l’anima altrui. Proprio così: da quel giorno ebbi il potere di leggere dentro ad ognuno proprio come se quello fosse un libro aperto. -
Non so se questa storia fosse vera o falsa, ma a suo dire non si recò più al pozzo. Malocchio, così l’appellavano, perché tutta Swinton sapeva che in cambio di un favore era in grado di scacciare la malasorte. Molti furono quelli che ricorsero ai suoi servigi, e io non ho mai capito se lo facesse per bontà o semplicemente perché, lavando l’altrui anima, cercava di mantener fede al patto che aveva stretto, in una notte di luna piena, con una Strega.
[Personaggio ispirato alla Strega, dal film “Il mistero di Sleepy Hollow” del 1999]
“Occhio, malocchio, guardati le spalle! Scappa, sta arrivando il ladro di farfalle!!” così i bambini di Swinton accoglievano i Maitland al loro passaggio, e con la stessa cantilena le anziane comari si allontanavano di fretta facendosi il segno della croce. La vita dei Maitland non è mai stata una passeggiata leggera e spensierata.
Si dice che la prima Maitland fu l’antica erborista del villaggio. Dilettandosi con unguenti e pozioni scoprì di riuscire, con un abile tocco della mano, a scacciare il malocchio dai più sfortunati: tutti si rivolgevano a lei nei momenti bui, per farsi rimuovere la sfortuna che li perseguitava. Ma più scacciava il malocchio altrui, più aumentava il suo: dal latte appena munto che inacidiva senza apparente motivo, ai cardi cresciuti al contrario nel suo giardino. Lo splendore della sua vita pareva offuscarsi sempre di più. L’erborista ebbe la conferma di aver incautamente portato il malocchio nella sua stirpe quando dette alla luce il suo primogenito: durante il difficile travaglio, il medico si slogò una mano, perse due denti, si azzoppò e, in seguito alla nottata difficile, perse anche tutti i capelli.
Da lì ebbe inizio l’ingloriosa storia dei Maitland, menagrami contro il loro volere, isolati e messi in disparte da chi temeva di essere contagiato dalla loro sfortuna. Non tutti i Maitland si sono però persi d’animo. E’ noto, ad esempio, che alcuni utilizzino la propria malasorte come minaccia a loro favore, in barba ai meno svegli.
Inoltre, si dice che il destino di una loro bebè venne riscritto quando divise per una sola notte la culla con un piccolo Gomes. Ogni parola che in gioventù la bambina pronunciava era sempre segno di buon auspicio, tanto da far credere alla famiglia che le due creature potessero essere state scambiate. Per questo motivo la famiglia Gomes, colpevole di aver sottratto loro una figlia, non è vista di buon occhio.
Tuttavia nessuno li infastidisce quanto gli Everglot. Il primo morto di questa famiglia manca all’appello del cimitero da troppo tempo, e senza dubbio qualcuno di costoro ne ha rubato la salma, impedendo ai Maitland di svolgere il loro lavoro.
Le farfalle durano un giorno e una notte, e i Maitland leggono in questo brevissimo ciclo di vita profondi significati legati alla morte. Sarà forse per questa macabra fascinazione che vantano una lunga tradizione di abilissimi cacciatori di farfalle, nonché la più vasta collezione esistente a Swinton delle medesime. Si dice le abbiano perfino catturate tutte, aiutati dai Collins, che parlando con il vento loro amico riuscivano sempre a sospingerle nelle loro reti al momento opportuno. A Swinton, infatti, ora non ci sono più farfalle, e fra i Maitland si vocifera che - avendole catturate tutte - forse anche la loro metamorfosi stia finalmente per arrivare. Magari, grazie al bacio gentile e avventuroso di uno dei tanto amati Bloom.
Becchini, prefiche, tassidermisti, carbonai… I Maitland hanno sempre avuto un'inclinazione per le professioni affini ai riti funebri, cercando di ricavarsi la loro nicchia nonostante Swinton li tenga in disparte.
Che cos’è l’acume? Non esiste una definizione univoca, tuttavia in questa contrada si trovano tutti coloro che con l’intelligenza hanno a che fare. Ci sono quelli vivaci nel capire la soluzione di un indovinello e quelli abbastanza svegli da escogitarne di nuovi. C’è anche chi di intelletto ne ha poco e per questo si affida alla fortuna, e chi ancora usa il fine pensiero per intessere un inganno.
Sì, qui ci sono i furbi, ma anche i pigri che astutamente risolvono i propri affari confidando sull’altruismo di chi farà le cose per loro.
I colori che sfoggiano con fierezza nei giorni di festa sono il verde e il nero. Sono due tinte che insieme funzionano bene, e quindi possiamo dire senza remore che hanno fatto una bella scelta intelligente.