"Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: «Vieni». Ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi: «Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati»".
Forse non sarà stato davvero uno dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, ma il mio Avo, il soprannome Fame, se lo era decisamente guadagnato. La sua ingordigia, infatti, era leggendaria. Ovunque passasse aveva lo stesso effetto di uno sciame di cavallette. Ed esattamente come una piaga biblica era considerato dagli altri membri del parentado e dagli abitanti di Swinton. Per quanto tutta la famiglia Bloom sia conosciuta per essere composta da buongustai e buone forchette, nessuno poteva rivaleggiare con la sua capacità di ingurgitare cibo, tanto che quando si aggirava per il paese tutti nascondevano i viveri. Erano note le sue passeggiate, così come erano note la sua allegria e il suo sorriso pacioso e bonario. Ma qualora avvistava una tavola imbandita, o qualcuno che stesse consumando anche solo una frugale merenda, il suo volto si trasformava completamente in qualcosa che non aveva niente di umano. Allora, dopo aver pronunciato la parola "Posso?", senza attendere risposta tirava fuori la sua grande forchetta e, senza alcun ritegno o vergogna, spazzolava in men che non si dica ogni pezzetto di cibo, lasciando il malcapitato letteralmente a pancia vuota. Alla fine del lauto pasto, si puliva la bocca con la manica ed allontanandosi esclamava: "Buono, ma ho ancora fame!"
Si dice che avesse un unico desiderio: quello di trovare la pietanza che finalmente potesse riempire il suo stomaco. In effetti si narra che tutta la sua voracità derivasse da una maledizione. Era molto giovane quando, durante un Palio, mangiò tutto il contenuto dei paioli della gara delle polpette. A suo dire fu proprio mentre ingurgitava l'ultimo boccone che udì una voce alle sue spalle "Che cosa hai fatto?! Tu e la tua ingordigia... Da oggi patirai per sempre la fame, finché non troverai l'unico cibo che potrà spezzare questo incantesimo!". E così un giorno lasciò Swinton, per ampliare la sua ricerca e trovare questa fantomatica vivanda. Si narra che le sue gambe portarono Fame fin sotto la Tour Eiffel per assaggiare le prelibatezze della Nouvelle Cousine, e a Nuova Delhi per degustare il miglior chapati, così come nello Yucatan per assaporare le tortillas più saporite... ma niente da fare. Così, dopo aver viaggiato in lungo e largo, tornò a Swinton con la convinzione che solo lì, nel suo paese natale, ci fosse il mezzo per mettere fine alla sua nefasta condizione.
Non so dire se riuscì ad affrancarsi dalla sua maledizione, quello che so è che da qualche parte deve esserci ancora la sua famosa forchetta telescopica.
[Personaggio ispirato ad Augustus Gloop, dal film “La fabbrica di cioccolato” del 2005]
"Non esiste al mondo creatura con la bocca più grande di un Bloom. E io ho incontrato l’Abominevole Capodoglio Bianco una volta."
Beatrice B. Bloom.
Gentili membri soci fondatori del The Explorers Club.
Sono qui a scrivervi per presentare ufficialmente la mia richiesta di iscrizione all’albo delle Notabiles Familiae la famiglia Bloom.
Conoscete la storia delle indivisibili scimmie Titi del Perù? Oppure sapete come le Cascate Rovesciate della Baia di Fundy risalgono la corrente in Canada? Chi vi scrive Io ignora, ma sicuramente questa famiglia ne sa molto di più. E se vi capiterà di essere invitati da loro ad assaggiare un raro e costosissimo caffè prodotto dagli elefanti thailandesi di Chiang Saen, magari potrete chiederglielo.
Il primo incontro è avvenuto nelle foreste di Ranthambore alla ricerca della leggendaria tigre del Bengala. Grazie alla loro abilità e alla loro esperienza, i Bloom sono riusciti a condurmi in una delle avventure più straordinarie della mia vita. La vista di quel magnifico felino che si muoveva con grazia tra gli alberi è stata un'esperienza che porterò nel cuore per sempre. Così come ricorderò il modo in cui hanno convinto l’animale a uscire dal suo nascondiglio: posando a terra un pasticcio di carne appena sfornato.
Non solo deserti e savane nella loro vita. Ogni Bloom che si rispetti è soprattutto abile a cavalcare tavole imbandite. Questa famiglia è conosciuta in lungo e in largo per il suo insaziabile appetito: cibo, fama, amore e avventure. Sono individui eccentrici, sempre alla ricerca di esperienze nuove ed eccitanti, spinti da un'insaziabile curiosità che sembrano avere nel sangue e che sono pronti a condividere con il prossimo sfoderando il loro ammaliante sorriso.
Già la capostipite della famiglia, infatti, l’antenata Beatrice B. Bloom, è stata un’esploratrice leggendaria, conosciuta in tutto il mondo per aver partecipato alla decennale spedizione di Napoleone in Egitto. Si narra che che in quell’occasione diede alla luce il suo primogenito in un sarcofago egizio poiché, presa com’era dall'esplorazione di una antica tomba, si dimenticò di essere incinta e al nono mese di gravidanza.
I loro antenati ci hanno lasciato un'eredità di esplorazione senza precedenti.
Purtroppo però, con il passare del tempo, l'insaziabile appetito della famiglia Bloom per la cucina superò di gran lunga quello per le avventure.
Sono sempre meno i membri di questa famiglia che partono alla ricerca dell’ignoto.
Chi ne soffre di più sono alcuni compaesani dei Bloom: i Maitland.
Si racconta che un giovane membro della nostra amata famiglia, poco prima di partire per l’esplorazione del Circolo polare artico, abbia avuto il coraggio di baciare una Maitland pubblicamente, dichiarandole il suo amore, sfidando la credenza popolare che potesse portar sfortuna. Lui poi è tornato dalla sua avventura in modo glorioso, con la cartografia più completa che si sia mai fatta di tutto il continente. Riuscì a tracciare persino un’intricata rete di fiumi sotterranei. Da qui il detto (e la tradizione tutt’ora in voga): “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.”
E se ogni viaggio comincia con un bacio, finisce sempre con una cena a casa Gomes: più dell’ottimismo, infatti, i Gomes amano le storie di avventura.
Certo, i più maligni sostengono che le abilità dei Bloom non siano tutte farina del loro sacco e che ci sia dietro la magia. Ma voi non date retta, sono quei mascalzoni dei Pirelli a mettere in giro certe voci. Mi permetto di chiamarli così perché i Bloom mi hanno raccontato certe storie su quelli lì. Tutto ebbe inizio con l’acquisto di una dozzina di paia di scarponi da escursione dalla famiglia Pirelli, che si rivelarono essere fatti di scorza di zucca, lasciando tutta la spedizione a piedi nudi alle falde del Kilimanjaro.
Ma eccomi qui a divagare raccontandoVi dei rapporti tra le famiglie di questa piccola città di nome Swinton… che sciocco! E’ che la passione dei nostri beniamini per la loro terra natale supera le bellezze di tutte le meraviglie del mondo messe insieme. E forse è proprio lì che nasce la forza di questa famiglia.
Se non credete alle mie parole, venite a vedere con i vostri occhi. E permettetemi di fare un brindisi alla famiglia Bloom, agli avventurieri e ai curiosi che ci mostrano che il cibo va oltre il semplice nutrimento, che l'avventura è il sale della vita e che la curiosità ci spinge a scoprire e a sognare. Che il loro spirito e la loro passione possano continuare a guidarci in un mondo di delizie inesplorate.
Salute alla Famiglia Bloom!
Sempre vostro,
Howard Kingsley, Ricercatore emerito dell’ Explorers Club.
Che cos’è l’acume? Non esiste una definizione univoca, tuttavia in questa contrada si trovano tutti coloro che con l’intelligenza hanno a che fare. Ci sono quelli vivaci nel capire la soluzione di un indovinello e quelli abbastanza svegli da escogitarne di nuovi. C’è anche chi di intelletto ne ha poco e per questo si affida alla fortuna, e chi ancora usa il fine pensiero per intessere un inganno.
Sì, qui ci sono i furbi, ma anche i pigri che astutamente risolvono i propri affari confidando sull’altruismo di chi farà le cose per loro.
I colori che sfoggiano con fierezza nei giorni di festa sono il verde e il nero. Sono due tinte che insieme funzionano bene, e quindi possiamo dire senza remore che hanno fatto una bella scelta intelligente.