Il primo (di lunedì) ad andare fu l'amore di quando ero infante.
Poi (con il matrimonio martedì) un infarto mi vedovò in un istante.
La terza volta (che fu di mercoledì) è stata la più brutta:
Allergia mortale alla macedonia di frutta!
Quarto e quinto matrimonio, non sai che male:
Entrambi "Kaput!" per una caduta dalle scale!
Ma il sesto (sabatino) che di tutti sembrava il più sincero,
Com'è finito? Boh... Mistero!
Ogni volta, senza rimpianti
Sguardo dritto, sempre avanti.
Che d'amar le unioni non ci si dimentica:
Chi sposerò una bella domenica?
Non ho mai capito se questa filastrocca la inventarono in paese a mò di sfottò, o se servisse solo per ricordarsi chi aveva sposato chi. Fatto sta che Sunday se la trovò cucita addosso meglio di un abito da cerimonia, e tutti a Swinton la intonavano ogni volta che passava per le strade. E anche il soprannome che si ritrovò, Sunday, ricordava sempre la sua tragica storia. Sei volte la morte aveva portato via la sua dolce metà, ma con quelle non era certo morta la speranza. Sunday ripeteva sempre: “La prossima volta sarà quella buona”. Così, finito il funerale e dismesso il lutto, tornava a cercare l'amore. E i sorrisi, tra un matrimonio e l'altro, per Sunday erano la ricompensa più dolce. Eppure non pensate che abbia solo avuto in testa il matrimonio tutto il tempo. Preparava marmellate e cantava come nessun altro sapeva fare a Swinton. A me non l'hanno mai detto quali, ma le arti che sapeva guidare alla perfezione erano tre, ne sono certo! Una è il canto, ma sulle altre due cala un velo di mistero. C'è chi dice "magia nera", chi invece suggerisce "sapeva tagliare barbe e capelli ad occhi chiusi", e chi ancora "trasformava fili di lana in spaghetti!" Chissà cosa è vero e cosa no... Soltanto chi all'epoca abitava con Sunday a Swinton potrebbe fare luce su questa storia, se solo qualcuno fosse ancora vivo.
Tutti in paese facevano il tifo per Sunday e per il suo amore sfortunato. Certo, non si vedevano file di abitanti candidarsi apertamente per occupare quel posto che per sei volte è rimasto vuoto, ma la chiamata di sicuro venne raccolta. Eh sì, perché nel baule con tutta la sua roba mi misi un giorno a cercar per bene. E lo trovai: un anello d'argento con dentro inciso "Da adesso, per sempre." Che sia il pegno d'amore della sua ultima e definitiva conquista? A me piace pensare che sia così, ma chissà com'è andata veramente.
[Personaggio ispirato a Johanna, dal film “Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street” del 2007]
Quando il Quadri Bis Nonno Giona Gomes perse l’occhio destro, a causa di un amo da pesca gettato male, non stette a piangerci su con l’occhio sinistro.
“Beh…” disse “ora mangerò del buon pesce!” e infatti usò il suo nuovo occhio di vetro come esca per ipnotizzare carpe e lucci e convincerli a saltare sulla riva. Ne catturò così tanti che dovettero far venire dei pallottolieri dai paesi vicini per riuscire a contarli tutti.
Quando la Bis Prozia Geraldine Gomes perse il marito, fuggito con due gemelle siamesi di un circo di passaggio, non stette a inseguirlo.
“Beh…” disse “Troverò un altro consorte più bello!” e infatti si sposò poco dopo con Johnny Keaton, il regista e attore più affascinante dell’epoca, capitato in paese per mettere in scena una commedia teatrale: un racconto di un padre di famiglia scappato con una coppia di gemelle siamesi.
Quando il Trisavolo Guthrie Gomes perse tutte le galline del suo pollaio, uccise da un Uomo Lupo, non stette a pigolare più di tanto.
“Beh…” disse “Vorrà dire che alleverò galli” e infatti divenne il più grande allenatore di pennuti canterini da combattimento, e si fece ricco affittando il suo campione, SquarciaLupi, agli altri allevatori della cittadina.
Questo è il dono della Famiglia Gomes. Non solo vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, ma mutare la cattiva, in buona sorte.
Certo. Anche i Gomes devono sottostare alla generale Entropia dell’Universo, e non sempre la storia finisce bene per loro.
Come quella volta che la Bis Cugina si trovò a condividere la culla con una neonata della famiglia Maitland. Le due erano nate lo stesso giorno, quello della grande eclissi, e siccome erano nati troppi bambini e non c’erano più fasciatoi vennero adagiate fra le stesse coltri.
Sarà stato l’influsso nefasto del sole coperto dalla luna, sarà stata la stretta vicinanza con un membro di una famiglia così intrisa di malasorte, o saranno state entrambe le cose, fatto sta che la bambina ebbe una vita infelice e sfortunata, proprio perché, a differenza dei suoi familiari, lei non era in grado di vedere il bello nel mondo.
Mentre l’altra infante ebbe un’esistenza gioiosa e felice. Apriva bocca solo per pronunciare frasi beneauguranti che parlavano di successo e fortuna. L’esatto opposto della sua cupa famiglia.
Per questo i Gomes, sebbene cerchino di nasconderlo dietro sorrisi tirati e frasi di circostanza, non vedono di buon occhio i Maitland e se possono gli stanno ben alla larga, convinti che la loro vicinanza possa divorare il loro ottimismo.
Quelli che invece meritano le dovute maniere come graditi ospiti sono i membri della famiglia Bloom. I loro manicaretti accompagnati dai loro racconti carichi di avventure sono le uniche cose in grado di affascinare i Gomes, tanto da tenerli in sospeso fino a mettere a tacere il loro ottimismo.
Ma ci sono altre due famiglie legate ai Gomes dal vincolo magico creato da un antico manufatto.
Pare infatti che l’ottimismo di questa famiglia derivi da una palla di vetro con la neve
che un avo dei Davis regalò loro. Egli disse che quando avessero avuto un problema che non avrebbero saputo risolvere, avrebbero dovuto agitare l’oggetto pronunciando le parole “Beh… vorrà dire che…” e quando la neve si fosse posata all’interno della sfera, il suo usufruitore avrebbe visto al suo interno un'immagine nitida di cosa avrebbe dovuto fare, e completando la frase avrebbe fatto avverare quanto visto e detto.
Questo fino a quando i Pirelli non riuscirono ad impossessarsi con l’inganno del cimelio. Quello fu un periodo davvero nefasto per i Gomes, che per un mese intero persero il loro proverbiale ottimismo e la loro capacità di cambiare sempre in meglio la loro sorte. Poi, nonostante la reliquia non sia mai più tornata nelle loro mani, così non fu per la loro proverbiale capacità di prendere tutto con leggerezza e con la spensierata noncuranza di sempre: tornarono ad essere quelli di prima.
In questa contrada trovano ricetto tutti coloro che mettono al primo posto l’amore, con le sue declinazioni e implicazioni. Generosità, coraggio e lealtà sono le principali virtù; ma queste, quando vengono gonfiate e portate all’estremo, si tramutano in difetti. Pertanto possiamo trovare in questo Sestiere sia un contadino che con bontà aiuta il prossimo offrendo un lauto pranzo, e sia una poveraccia in canna che ha sperperato tutti i suoi averi nell’organizzazione di feste dispendiose.
I colori in cui si riconoscono sono il vermiglio e il castano. Che poi, in fin dei conti, sono la stessa cosa: tutti i marroni sono diverse sfumature del rosso, il colore del cuore per l’appunto.