"Chiedi a Passpartout". Questa era una delle frasi simbolo di Swinton quando ero piccino. Passpartout era il mio Avo, ed io ero molto fiero di potermi definire suo Discendente. Tutti in paese facevano riferimento alla sua figura. Persino il Sindaco, il Primo Cittadino, si rivolgeva a Passpartout, che sembrava possedere la chiave giusta per ogni tipo di guaio.
A Capofamiglia dei Gomes, rappresentava in tutto e per tutto l'ottimismo che da sempre li caratterizza. Qualsiasi fosse il problema sottoposto alla sua attenzione, dal gattino sull'albero, all'epidemia di Enfiteusi di Sant'Efronio, Passpartout non si scomponeva mai. Con attento amore ha cresciuto tutti i membri della famiglia, facendo sia da padre che da madre, rassettando, cucinando pasti, lavando i vestiti, e fornendo alla bisogna saggi consigli od indicazioni per superare i momenti difficili. Aveva sempre un sorriso stampato in faccia e quegli occhi così saggi e tranquilli, come quelli di chi sapeva sempre cosa fare. Solo una volta la sua espressione si accigliò. Stavo giocando nella nostra vecchia casa e all'improvviso, non so come, mi ritrovai a rovistare dentro un vecchio baule che non avevo mai visto prima. Dentro vi trovai alcune cose strane: una pistola, una rosa recisa e una maschera, come quelle che nei fumetti si mettono i supereroi per nascondere il volto. Quando mi vide, il suo solito aspetto benevolo si rabbuiò e con un improvviso scatto d'ira mi strappo quegli oggetti dalle mani e li rimise nel baule. Io non ebbi il coraggio di replicare tanta era stata la veemenza della sua collera, e me ne stavo a capo chino, timoroso che volesse picchiarmi o peggio. Ma quel momento di follia sembrò come evaporare e mi disse: "Perdonami. Non volevo spaventarti. Ma ci sono cose che sono sepolte nel passato e là devono rimanere. Io... C'è stato un tempo in cui prestavo servizio a casa Van Dort e..." poi s'interruppe e scoppiò in un pianto inconsolabile Che cos'era quella pena che leggevo sul suo volto? Che cosa era successo mentre era a servizio dei Van Dort? E quella rosa... mi ricordava molto quelle che tanto piacevano a Mise en Place e Piuma di Corvo....
Forse se fossi riuscito ad impadronirmi del mazzo di chiavi magico di Passpartout avrei potuto trovare risposte. Sì, perchè dovete sapere che portava sempre alla cintura un anello di ferro con tutta una serie di chiavi infilate dentro. Si diceva che quelle chiavi aprissero tutte le porte delle case di Swinton, ma non solo! Pare che, se usate nel modo giusto, portassero verso luoghi lontani, quando non in altri universi o anche nel passato. Fatto sta che Passpartout durante la notte di Halloween si dice sia aggirasse, in maniera concitata, per il paese, aprendo tutte le porte, guardando oltre la soglia ed esclamando "Non è qui!". Certo, era un comportamento insolito, e i paesani non erano felicissimi di questa sua usanza po' malsana, ma era talmente una persona ben voluta che erano disposti a lasciar correre. In fondo era Ognissanti, quando il velo fra il Mondo Fatato e quello degli umani si assottiglia, e ogni stranezza poteva essere tollerata.
[Personaggio ispirato ad Alfred, dal film “Batman” del 1989]
Quando il Quadri Bis Nonno Giona Gomes perse l’occhio destro, a causa di un amo da pesca gettato male, non stette a piangerci su con l’occhio sinistro.
“Beh…” disse “ora mangerò del buon pesce!” e infatti usò il suo nuovo occhio di vetro come esca per ipnotizzare carpe e lucci e convincerli a saltare sulla riva. Ne catturò così tanti che dovettero far venire dei pallottolieri dai paesi vicini per riuscire a contarli tutti.
Quando la Bis Prozia Geraldine Gomes perse il marito, fuggito con due gemelle siamesi di un circo di passaggio, non stette a inseguirlo.
“Beh…” disse “Troverò un altro consorte più bello!” e infatti si sposò poco dopo con Johnny Keaton, il regista e attore più affascinante dell’epoca, capitato in paese per mettere in scena una commedia teatrale: un racconto di un padre di famiglia scappato con una coppia di gemelle siamesi.
Quando il Trisavolo Guthrie Gomes perse tutte le galline del suo pollaio, uccise da un Uomo Lupo, non stette a pigolare più di tanto.
“Beh…” disse “Vorrà dire che alleverò galli” e infatti divenne il più grande allenatore di pennuti canterini da combattimento, e si fece ricco affittando il suo campione, SquarciaLupi, agli altri allevatori della cittadina.
Questo è il dono della Famiglia Gomes. Non solo vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, ma mutare la cattiva, in buona sorte.
Certo. Anche i Gomes devono sottostare alla generale Entropia dell’Universo, e non sempre la storia finisce bene per loro.
Come quella volta che la Bis Cugina si trovò a condividere la culla con una neonata della famiglia Maitland. Le due erano nate lo stesso giorno, quello della grande eclissi, e siccome erano nati troppi bambini e non c’erano più fasciatoi vennero adagiate fra le stesse coltri.
Sarà stato l’influsso nefasto del sole coperto dalla luna, sarà stata la stretta vicinanza con un membro di una famiglia così intrisa di malasorte, o saranno state entrambe le cose, fatto sta che la bambina ebbe una vita infelice e sfortunata, proprio perché, a differenza dei suoi familiari, lei non era in grado di vedere il bello nel mondo.
Mentre l’altra infante ebbe un’esistenza gioiosa e felice. Apriva bocca solo per pronunciare frasi beneauguranti che parlavano di successo e fortuna. L’esatto opposto della sua cupa famiglia.
Per questo i Gomes, sebbene cerchino di nasconderlo dietro sorrisi tirati e frasi di circostanza, non vedono di buon occhio i Maitland e se possono gli stanno ben alla larga, convinti che la loro vicinanza possa divorare il loro ottimismo.
Quelli che invece meritano le dovute maniere come graditi ospiti sono i membri della famiglia Bloom. I loro manicaretti accompagnati dai loro racconti carichi di avventure sono le uniche cose in grado di affascinare i Gomes, tanto da tenerli in sospeso fino a mettere a tacere il loro ottimismo.
Ma ci sono altre due famiglie legate ai Gomes dal vincolo magico creato da un antico manufatto.
Pare infatti che l’ottimismo di questa famiglia derivi da una palla di vetro con la neve
che un avo dei Davis regalò loro. Egli disse che quando avessero avuto un problema che non avrebbero saputo risolvere, avrebbero dovuto agitare l’oggetto pronunciando le parole “Beh… vorrà dire che…” e quando la neve si fosse posata all’interno della sfera, il suo usufruitore avrebbe visto al suo interno un'immagine nitida di cosa avrebbe dovuto fare, e completando la frase avrebbe fatto avverare quanto visto e detto.
Questo fino a quando i Pirelli non riuscirono ad impossessarsi con l’inganno del cimelio. Quello fu un periodo davvero nefasto per i Gomes, che per un mese intero persero il loro proverbiale ottimismo e la loro capacità di cambiare sempre in meglio la loro sorte. Poi, nonostante la reliquia non sia mai più tornata nelle loro mani, così non fu per la loro proverbiale capacità di prendere tutto con leggerezza e con la spensierata noncuranza di sempre: tornarono ad essere quelli di prima.
In questa contrada trovano ricetto tutti coloro che mettono al primo posto l’amore, con le sue declinazioni e implicazioni. Generosità, coraggio e lealtà sono le principali virtù; ma queste, quando vengono gonfiate e portate all’estremo, si tramutano in difetti. Pertanto possiamo trovare in questo Sestiere sia un contadino che con bontà aiuta il prossimo offrendo un lauto pranzo, e sia una poveraccia in canna che ha sperperato tutti i suoi averi nell’organizzazione di feste dispendiose.
I colori in cui si riconoscono sono il vermiglio e il castano. Che poi, in fin dei conti, sono la stessa cosa: tutti i marroni sono diverse sfumature del rosso, il colore del cuore per l’appunto.