Di Bussola, certamente, non si poteva dire che non avesse buon cuore. Si narra che, in origine, il suo ramo della famiglia fosse molto povero (dodici nonni e tredici pronipoti), ma che con la sua risolutezza e la sua testardaggine volle che ognuno di loro potesse risplendere di felicità. E così, un giorno, disegnò la Mappa che fece la loro fortuna.
Si trattò indubbiamente della Prima Mappa Nota di Swinton e del suo Magico Circondario, o perlomeno l’unica di cui vi siano testimonianze orali dirette: intessuta sull’abito di una fata e intinta sulle prime ventuno gocce di rugiada del Solstizio d’Estate, essa era in grado di indicare a chiunque la leggesse la strada per l’Impresa della propria vita. Si dice che, seguendo i tracciati per i luoghi che vi erano disegnati, tutta la famiglia di Bussola riuscì ad intercettare il Grand Tour della Via Lattea e che, saliti a bordo grazie a venticinque biglietti d’oro, fecero l’invidia nientemeno che degli Zar di Russia, ottenendo infine dei posti d’onore sull’Orient Express.
Fatta la loro fortuna, si dimenticarono chi era la mente che l'aveva favorita. Eppure, Bussola non perse il sorriso: a differenza di tutti gli altri, continuò a preoccuparsi dei propri cari, anche se loro si limitavano a qualche sporadica, luccicante cartolina. Trascorreva le lunghe giornate d’estate con la mente altrove e il cuore aperto, ad ascoltare le storie delle Grandi Avventure del Capofamiglia Bloom con sguardo rapito.
Dopo tutti quei racconti, Bussola arrivò a considerare la sua Mappa un eterno incompiuto: da quanto mi hanno raccontato, si aggirava per il paese con la testa sempre china su quel pezzo di carta, cercando di capire dove fosse l’entrata per la sua personale Grande Impresa e aggiungendo, all’occorrenza, nuovi luoghi che ne potessero indicare la strada.
Non trovandola, si convinse che per esserne degno avrebbe prima dovuto portare a compimento tutte le Imprese altrui, tranne la sua. Quindi aiutò due Gemelle Siamesi a trasformarsi in Gatte Siamesi, impedì agli Alberi di Cioccolato di sciogliersi per il caldo eccessivo e indicò alle Lucciole Raminghe la strada per il Giardino delle Fate.
E che dire del suo amore Maitland? Bussola continuava a pensarci, fondamentalmente perché non esisteva - o forse esisteva solo nella sua testa. Nessun compaesano aveva mai visto Bussola in dolce compagnia di un membro di quella famiglia, sebbene continuasse ad affermare che, nel suo cuore, un misterioso amore Maitand c’era eccome.
Ma che ne dicano le malelingue dei Pirelli, non parche di targare la faccenda come un comune caso di amore non corrisposto, io sono estremamente convinto che Bussola avesse bene a mente tanto quanto tempo mancasse alla sua Gloriosa Avventura, ancora da compiersi, tanto il nome della persona che avrebbe baciato alla sua partenza e al suo ritorno.
Sì, perché la Prima Mappa Nota di Swinton e del suo Magico Circondario indicava proprio quel paese come punto di partenza per l’Avventura delle Avventure, che avrebbe attraversato tutti i luoghi in essa indicati fino a raggiungere il Ponte dell’Arcobaleno, ove si diceva si nascondesse il segreto della Vita stessa.
E tu mi chiederai come facesse a saperlo: questo non so dirtelo, di preciso.
Ma un giorno, quando il vento soffiava più forte del solito, sentii un bisbiglio dietro alla nuca. Diceva di essere una donna, e di chiamarsi Vita.
[Personaggio ispirato a Charlie Bucket, dal film “La fabbrica di cioccolato” del 2005]
"Non esiste al mondo creatura con la bocca più grande di un Bloom. E io ho incontrato l’Abominevole Capodoglio Bianco una volta."
Beatrice B. Bloom.
Gentili membri soci fondatori del The Explorers Club.
Sono qui a scrivervi per presentare ufficialmente la mia richiesta di iscrizione all’albo delle Notabiles Familiae la famiglia Bloom.
Conoscete la storia delle indivisibili scimmie Titi del Perù? Oppure sapete come le Cascate Rovesciate della Baia di Fundy risalgono la corrente in Canada? Chi vi scrive Io ignora, ma sicuramente questa famiglia ne sa molto di più. E se vi capiterà di essere invitati da loro ad assaggiare un raro e costosissimo caffè prodotto dagli elefanti thailandesi di Chiang Saen, magari potrete chiederglielo.
Il primo incontro è avvenuto nelle foreste di Ranthambore alla ricerca della leggendaria tigre del Bengala. Grazie alla loro abilità e alla loro esperienza, i Bloom sono riusciti a condurmi in una delle avventure più straordinarie della mia vita. La vista di quel magnifico felino che si muoveva con grazia tra gli alberi è stata un'esperienza che porterò nel cuore per sempre. Così come ricorderò il modo in cui hanno convinto l’animale a uscire dal suo nascondiglio: posando a terra un pasticcio di carne appena sfornato.
Non solo deserti e savane nella loro vita. Ogni Bloom che si rispetti è soprattutto abile a cavalcare tavole imbandite. Questa famiglia è conosciuta in lungo e in largo per il suo insaziabile appetito: cibo, fama, amore e avventure. Sono individui eccentrici, sempre alla ricerca di esperienze nuove ed eccitanti, spinti da un'insaziabile curiosità che sembrano avere nel sangue e che sono pronti a condividere con il prossimo sfoderando il loro ammaliante sorriso.
Già la capostipite della famiglia, infatti, l’antenata Beatrice B. Bloom, è stata un’esploratrice leggendaria, conosciuta in tutto il mondo per aver partecipato alla decennale spedizione di Napoleone in Egitto. Si narra che che in quell’occasione diede alla luce il suo primogenito in un sarcofago egizio poiché, presa com’era dall'esplorazione di una antica tomba, si dimenticò di essere incinta e al nono mese di gravidanza.
I loro antenati ci hanno lasciato un'eredità di esplorazione senza precedenti.
Purtroppo però, con il passare del tempo, l'insaziabile appetito della famiglia Bloom per la cucina superò di gran lunga quello per le avventure.
Sono sempre meno i membri di questa famiglia che partono alla ricerca dell’ignoto.
Chi ne soffre di più sono alcuni compaesani dei Bloom: i Maitland.
Si racconta che un giovane membro della nostra amata famiglia, poco prima di partire per l’esplorazione del Circolo polare artico, abbia avuto il coraggio di baciare una Maitland pubblicamente, dichiarandole il suo amore, sfidando la credenza popolare che potesse portar sfortuna. Lui poi è tornato dalla sua avventura in modo glorioso, con la cartografia più completa che si sia mai fatta di tutto il continente. Riuscì a tracciare persino un’intricata rete di fiumi sotterranei. Da qui il detto (e la tradizione tutt’ora in voga): “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.”
E se ogni viaggio comincia con un bacio, finisce sempre con una cena a casa Gomes: più dell’ottimismo, infatti, i Gomes amano le storie di avventura.
Certo, i più maligni sostengono che le abilità dei Bloom non siano tutte farina del loro sacco e che ci sia dietro la magia. Ma voi non date retta, sono quei mascalzoni dei Pirelli a mettere in giro certe voci. Mi permetto di chiamarli così perché i Bloom mi hanno raccontato certe storie su quelli lì. Tutto ebbe inizio con l’acquisto di una dozzina di paia di scarponi da escursione dalla famiglia Pirelli, che si rivelarono essere fatti di scorza di zucca, lasciando tutta la spedizione a piedi nudi alle falde del Kilimanjaro.
Ma eccomi qui a divagare raccontandoVi dei rapporti tra le famiglie di questa piccola città di nome Swinton… che sciocco! E’ che la passione dei nostri beniamini per la loro terra natale supera le bellezze di tutte le meraviglie del mondo messe insieme. E forse è proprio lì che nasce la forza di questa famiglia.
Se non credete alle mie parole, venite a vedere con i vostri occhi. E permettetemi di fare un brindisi alla famiglia Bloom, agli avventurieri e ai curiosi che ci mostrano che il cibo va oltre il semplice nutrimento, che l'avventura è il sale della vita e che la curiosità ci spinge a scoprire e a sognare. Che il loro spirito e la loro passione possano continuare a guidarci in un mondo di delizie inesplorate.
Salute alla Famiglia Bloom!
Sempre vostro,
Howard Kingsley, Ricercatore emerito dell’ Explorers Club.
In questa contrada trovano ricetto tutti coloro che mettono al primo posto l’amore, con le sue declinazioni e implicazioni. Generosità, coraggio e lealtà sono le principali virtù; ma queste, quando vengono gonfiate e portate all’estremo, si tramutano in difetti. Pertanto possiamo trovare in questo Sestiere sia un contadino che con bontà aiuta il prossimo offrendo un lauto pranzo, e sia una poveraccia in canna che ha sperperato tutti i suoi averi nell’organizzazione di feste dispendiose.
I colori in cui si riconoscono sono il vermiglio e il castano. Che poi, in fin dei conti, sono la stessa cosa: tutti i marroni sono diverse sfumature del rosso, il colore del cuore per l’appunto.