Teaser
"Non esiste al mondo creatura con la bocca più grande di un Bloom. E io ho incontrato l’Abominevole Capodoglio Bianco una volta."
Beatrice B. Bloom.
Gentili membri soci fondatori del The Explorers Club.
Sono qui a scrivervi per presentare ufficialmente la mia richiesta di iscrizione all’albo delle Notabiles Familiae la famiglia Bloom.
Conoscete la storia delle indivisibili scimmie Titi del Perù? Oppure sapete come le Cascate Rovesciate della Baia di Fundy risalgono la corrente in Canada? Chi vi scrive Io ignora, ma sicuramente questa famiglia ne sa molto di più. E se vi capiterà di essere invitati da loro ad assaggiare un raro e costosissimo caffè prodotto dagli elefanti thailandesi di Chiang Saen, magari potrete chiederglielo.
Il primo incontro è avvenuto nelle foreste di Ranthambore alla ricerca della leggendaria tigre del Bengala. Grazie alla loro abilità e alla loro esperienza, i Bloom sono riusciti a condurmi in una delle avventure più straordinarie della mia vita. La vista di quel magnifico felino che si muoveva con grazia tra gli alberi è stata un'esperienza che porterò nel cuore per sempre. Così come ricorderò il modo in cui hanno convinto l’animale a uscire dal suo nascondiglio: posando a terra un pasticcio di carne appena sfornato.
Non solo deserti e savane nella loro vita. Ogni Bloom che si rispetti è soprattutto abile a cavalcare tavole imbandite. Questa famiglia è conosciuta in lungo e in largo per il suo insaziabile appetito: cibo, fama, amore e avventure. Sono individui eccentrici, sempre alla ricerca di esperienze nuove ed eccitanti, spinti da un'insaziabile curiosità che sembrano avere nel sangue e che sono pronti a condividere con il prossimo sfoderando il loro ammaliante sorriso.
Già la capostipite della famiglia, infatti, l’antenata Beatrice B. Bloom, è stata un’esploratrice leggendaria, conosciuta in tutto il mondo per aver partecipato alla decennale spedizione di Napoleone in Egitto. Si narra che che in quell’occasione diede alla luce il suo primogenito in un sarcofago egizio poiché, presa com’era dall'esplorazione di una antica tomba, si dimenticò di essere incinta e al nono mese di gravidanza.
I loro antenati ci hanno lasciato un'eredità di esplorazione senza precedenti.
Purtroppo però, con il passare del tempo, l'insaziabile appetito della famiglia Bloom per la cucina superò di gran lunga quello per le avventure.
Sono sempre meno i membri di questa famiglia che partono alla ricerca dell’ignoto.
Chi ne soffre di più sono alcuni compaesani dei Bloom: i Maitland.
Si racconta che un giovane membro della nostra amata famiglia, poco prima di partire per l’esplorazione del Circolo polare artico, abbia avuto il coraggio di baciare una Maitland pubblicamente, dichiarandole il suo amore, sfidando la credenza popolare che potesse portar sfortuna. Lui poi è tornato dalla sua avventura in modo glorioso, con la cartografia più completa che si sia mai fatta di tutto il continente. Riuscì a tracciare persino un’intricata rete di fiumi sotterranei. Da qui il detto (e la tradizione tutt’ora in voga): “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.”
E se ogni viaggio comincia con un bacio, finisce sempre con una cena a casa Gomes: più dell’ottimismo, infatti, i Gomes amano le storie di avventura.
Certo, i più maligni sostengono che le abilità dei Bloom non siano tutte farina del loro sacco e che ci sia dietro la magia. Ma voi non date retta, sono quei mascalzoni dei Pirelli a mettere in giro certe voci. Mi permetto di chiamarli così perché i Bloom mi hanno raccontato certe storie su quelli lì. Tutto ebbe inizio con l’acquisto di una dozzina di paia di scarponi da escursione dalla famiglia Pirelli, che si rivelarono essere fatti di scorza di zucca, lasciando tutta la spedizione a piedi nudi alle falde del Kilimanjaro.
Ma eccomi qui a divagare raccontandoVi dei rapporti tra le famiglie di questa piccola città di nome Swinton… che sciocco! E’ che la passione dei nostri beniamini per la loro terra natale supera le bellezze di tutte le meraviglie del mondo messe insieme. E forse è proprio lì che nasce la forza di questa famiglia.
Se non credete alle mie parole, venite a vedere con i vostri occhi. E permettetemi di fare un brindisi alla famiglia Bloom, agli avventurieri e ai curiosi che ci mostrano che il cibo va oltre il semplice nutrimento, che l'avventura è il sale della vita e che la curiosità ci spinge a scoprire e a sognare. Che il loro spirito e la loro passione possano continuare a guidarci in un mondo di delizie inesplorate.
Salute alla Famiglia Bloom!
Sempre vostro,
Howard Kingsley, Ricercatore emerito dell’ Explorers Club.
Personaggi
Teaser: Tutti ricordavano i suoi occhi lucidi quando, di ritorno dall'ennesimo viaggio, rientrava in paese. Quasi non aspettava che il treno si fermasse, per saltare sul marciapiede e abbracciare tutti coloro venuti a festeggiare il suo ritorno. La prima cosa che voleva fare, sempre, era correre a casa Bloom, rivedere la sua camera, il salotto con il camino, annusare l'aria della cucina pregna di odori per il banchetto di bentornato che i Bloom erano soliti fare a chi rientrava da un viaggio. "Profumo di biscotti, odore di felicità!" sospirava allora, abbandonandosi sul sofà, abbracciando il suo amato cagnolino. E, matematicamente, il giorno dopo, quegli occhi lucidi si erano già riempiti di nuova insofferenza, di nuove vaghe aspirazioni. Il dito scorreva frenetico sul mappamondo, sulle sue carte geografiche e i suoi tomi, fedeli amici sempre pronti a nutrire quel cuore perennemente inquieto. Saudade era un soprannome che aveva ricevuto in uno dei suoi primi viaggi, ed era talmente azzeccato che, pur essendo una parola piuttosto stravagante, tutti a Swinton avevano iniziato a usarla. Perché tutti, a Swinton, si erano resi conto di una cosa: in nessun posto, in nessun luogo, Saudade avrebbe trovato pace. Non che Saudade non si scervellasse giorno e notte su questo strano sentimento presente nel suo cuore da quando avesse memoria: era consapevole che nella sua testa c’era qualcosa di incomprensibile, un bisogno di ricerca continua... ma cosa fosse il fulcro di questa ricerca non era chiaro a nessuno, nemmeno a Saudade.
Per esempio, ti racconto di quando partì per studiare gli usi e i costumi degli aborigeni amazzonici, fremente dall'emozione! Aveva preparato tutto nei minimi dettagli prima della partenza: taccuini, machete, dizionari, doni appropriati da portare a quel popolo sconosciuto. Aveva trascorso mesi nel fitto della giungla, più volte pensando con vittoria "Ah, ora sì che mi sento a casa!" Ma, trascorso un po' di tempo, una volta scoperte le loro tradizioni, ampliato il vocabolario allora conosciuto, quell'inquietudine si era rifatta viva. E il bisogno di partire si era prepotentemente reimpadronito della sua anima. Allora ripartì per Swinton, con il cuore a mille, impaziente di rivedere i suoi concittadini. "Ecco, sto tornando a casa!" ripeteva, contando i minuti che mancavano a toccare il suolo natio... ma, una volta a Swinton, quel circolo vizioso non aveva fatto altro che ripetersi.
"Cosa vuoi che sia, è il sangue Bloom" dicevano in famiglia, per consolarsi della sua perpetua assenza. Saudade ci credeva, ma fino a un certo punto, e sempre si domandava come mai non potesse assaporare la gloria come i suoi parenti. Cos'era questo formicolio nei suoi piedi, questa voglia di cercare un luogo senza nome? Allora, immancabilmente, prendeva un atlante, lo sfogliava febbrilmente, ed ecco, la prossima destinazione era lì, davanti ai suoi occhi. Lì avrebbe trovato finalmente pace!
Sai, una cosa mi ha sempre colpito: questa sua necessità diventava più pressante nel periodo natalizio. Vai te a capirne il motivo. Partiva e tornava sempre sul finire di dicembre, ma si sa che quel mese rende tutti malinconici... Però quando tornava portava con sé sempre qualche dono insolito, in particolare a Passepartout, con cui ha sempre avuto un legame speciale. Quelli per Passepartout erano doni natalizi un po' inquietanti: in realtà, sarebbero stati MOLTO più appropriati per la festa di Ognisanti... ma Passepartout sembrava stranamente felice quando li scartava per poi conservarli con molta cura e amore. Solo una volta ne perse uno, a suo dire il più speciale di tutti, talmente speciale che non aveva voluto mostrarlo a nessuno, motivo per cui era stato praticamente impossibile aiutarlo nella ricerca.
Saudade mandava anche un sacco di lettere e cartoline ai suoi concittadini, ma non le firmava mai: concludeva sempre con una frase piuttosto insolita. "Nessun posto è come casa", così scriveva. Strano davvero, per qualcuno che girovagò per il mondo in cerca di un posto in cui abitare senza mai trovarlo.
[Personaggio ispirato a Jack Skeleton, dal film “Nightmare Before Christmas” del 1993]
Gruppi:
Famiglia Bloom
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Sestiere delle Piccate Lingue
Teaser: Ah, si, si... c'è una scatola, piena di mostrine e medaglie di sopra, da qualche parte. Non so perché le abbiano conservate, dopotutto. Mi ricordo ci fosse anche una vecchia fotografia, dove Manetta con orgoglio sfoggiava la divisa nuova, appena ricevuto il diploma... vedi se la trovi.
Ah, sai, aveva avuto da sempre la passione per combattere il crimine! Ha iniziato aiutando il fornaio a scoprire chi rubasse le torte appena sfornate poste sul davanzale a raffreddare: aveva da poco iniziato a camminare sulle sue gambe e già inseguiva i criminali. Sognava una vita piena di emozioni, di passione ed elettricità, in puro spirito Bloom. Inseguimenti, appostamenti, e tutto il resto. Sapessi i salti di gioia quando ricevette la lettera d'ammissione all'Accademia! Diploma con massimo dei voti e stretta di mano di tutta la commissione.
Stava per partire in direzione dell'alto comando della Capitale, quando beh... allo sceriffo di Swinton venne un coccolone. Duro, uno stoccafisso, a causa di una mentina andatagli di traverso. E quindi Manetta decise di restare in paese e prendere il suo posto. Ma, sai, una cittadina come Swinton non è certo teatro di grandi crimini... La sua scrivania era spesso e volentieri vuota, sempre linda e impeccabile, ma vuota. I casi, quando c'erano, erano piccoli e Manetta li risolveva con una facilità quasi beffarda. Una multa, un rimprovero, l'ennesima richiesta di scuse da parte dei Maitland per gli scherni a loro rivolti.
Poco a poco la scintilla nei suoi occhi, quel fuoco d'avventura, si affievolì. Iniziò a cercare brividi altrove, fino ad approdare nella banda degli Amici del Piedone. Diceva di volersi infiltrare per smascherarli, ma da quando ne ingrossò le fila le bricconate di quegli squinternati sembrarono riuscire ancora meglio. Se chiedevi a Manetta, però, non vi era alcun dubbio sulla buona fede dei suoi amici: tutti dei santi, dal primo all'ultimo. E intanto, gli anni passavano, e ogni anno a Manetta giungeva una medaglia per l'ottimo lavoro svolto a Swinton: primo sceriffo a non aver attuato una condanna per un anno intero, primo sceriffo senza casi da risolvere a dimostrazione dell'ordine impeccabile vigente a Swinton. Le medaglie si accumulavano sempre più dentro alla scatola, e Manetta amava sempre meno il suo ruolo, divenuto encomiabilmente noioso.
Sai, si racconta che Manetta ,nella fretta di prendere il treno dopo il diploma, non avesse rispettato la tradizione di baciare un Maitland prima di imbarcarsi nella propria avventura... Che sia stata questa la causa della sua vita piatta, iniziata con quella fatale morte che ha allontanato fortuna e gloria? Se fosse così, penso che Manetta non avrebbe più dimenticato di baciarne uno con trasporto, o magari di portarseli tutti all'altare!
[Personaggio ispirato a Ichabod Crane, dal film “Il mistero di Sleepy Hollow” del 1999]
Gruppi:
Famiglia Bloom
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Sestiere delle Piccate Lingue
Teaser: Ricordo come se fosse ieri l'ultima volta che incontrai Iceberg. Avrò avuto al massimo sei anni.
L'ora della nanna era passata da un pezzo e, sebbene ci fosse una nave con un equipaggio di quaranta marinai in attesa della sua salita per salpare, Iceberg si intrattenne più a lungo con me. Quella a suo avviso era la sera perfetta per raccontarmi un milione di storie prima di partire per un lungo viaggio.
"Senti questa, per cominciare: è la mia preferita. Era una serata fredda e tempestosa, proprio come adesso! Mi trovavo nella mia dimora, all'interno delle mura di una casa che ho costruito con il sudore della mia fronte. La mia famiglia si era riunita intorno al caminetto per condividere storie e risate. In quella serata, il più giovane di tutti i Bloom aveva deciso di sfidarmi a una partita di scacchi. Aveva una mente fina, nonostante la sua giovane età. Usava intelligenza e determinazione come la lama di un coltello. Sapevo che non sarebbe stato facile ottenere la vittoria, così decisi di mettere su un té e impegnarmi il più possibile. Stava dando il massimo per mettermi in difficoltà, ma se pensava di vincere si sbagliava di grosso. Su quella scacchiera rividi gli scontri più feroci della mia vita: ecco che un alfiere si trasformava in una tigre dai denti a sciabola pronta ad attaccare il mio pedone. Ma ancora una volta, come in tutte le mie avventure del resto, il pedone si salvò. Ci furono mille e più attacchi di questo tipo. Su quella scacchiera oramai era stato messo in scena un lungo duello. Da una parte l'audacia della gioventù, dall'altra la mia esperienza come testa della famiglia Bloom. Mentre muovevamo le nostre armate, la stanza divenne silenziosa. Il crepitio del fuoco sembrava assecondare ogni mossa che facessimo. La tensione nell'aria era palpabile. Alla fine, la partita si concluse con un mio trionfo, ovviamente. Vinsi con una mossa speciale e segreta che appresi da un amico in Russia. Quante ne sapeva quello lì! E quante me ne aveva insegnate! Nonostante la sconfitta, la mia giovane e momentanea nemesi mi sorrideva fiera e mi disse che un giorno mi avrebbe battuto.
Ed è stato lì, proprio in quel momento, mentre osservavo il suo sorriso e ascoltavo le sue parole, che un'onda di orgoglio e affetto mi attraversò il cuore. Avevo trascorso così tanto tempo concentrandomi sui miei doveri da “capofamiglia”, che avevo trascurato quanto fossero importanti le persone intorno a me. E sai cosa ho fatto? Ma ovviamente quello che fa Iceberg ogni volta che si trova nella situazione di dover dimostrare affetto per i propri cari: ho iniziato ad elencare tutti i miei pregi, i miei difetti (facile: l'unico è la modestia) e tutte quelle altre qualità che, pur non essendo pregi, mi avevano fatto vincere. Ahahah!"
La sua risata, rauca e cristallina al tempo stesso, riempì la stanza. Ci furono altre storie quella notte. Storie di avventure e grandi imprese, di misteriose creature e di antiche maledizioni, con Iceberg sempre vincente e protagonista, ma nessuna mi rimase più impressa di quella della partita a scacchi. Perché solo dopo quella storia vidi per la prima volta una lacrima di commozione sul suo volto.
Mi addormentai felice e quando mi svegliai trovai sul comodino la collana che portava sempre al collo con un biglietto: "Senza questa collana non so nemmeno da che parte sta il cielo e da che parte sta la terra" diceva il pezzo di carta. "Non so cosa potrei fare se qualcuno me la dovesse portare via". Vederla lì mi fece capire che la nave su cui stava per salpare era una di quelle da cui non si torna più. E io non mi opposi a quella partenza: lasciai che il destino facesse il suo corso. Sulla faccenda non proferì più parola… e io non seppi mai perché si imbarcò in quella avventura senza il suo portafortuna.
Eppure mi sarebbe piaciuto frequentare Iceberg quando ancora abitava a Swinton ed era nel pieno delle sue forze. Avrei voluto assistere mentre si impegnava nelle scommesse più strampalate, con la convinzione di poterle vincere ogni volta. Come quella volta che (si dice) grazie ad una scommessa delle sue, prima di partire per un nuovo lungo viaggio, baciò ben tre Maitland nello stesso pomeriggio. E quando non scommetteva, raccontava storie epiche sulle sue peripezie. Ora a parlar d'Egitto, ora di India… Insomma era inarrestabile e sempre al centro dell'attenzione. Una vera forza della natura! Ma il problema degli iceberg è che se ne vede solo il 10%. Il restante 90% è sotto l'acqua, dove nessun occhio riesce ad arrivare. E credo che sia stato così in ogni momento della sua vita. Voglio credere però che sotto sotto, un giorno, anche solo per un minuto, ce l'abbia fatta a galleggiare in superficie, a condividere con qualcuno di speciale tutte le emozioni che come farfalle gli volavano nello stomaco. L'avrà fatto sicuramente, ma a quale prezzo?
[Personaggio ispirato a Edward Bloom, dal film “Big Fish - Le storie di una vita incredibile” del 2003]
Gruppi:
Famiglia Bloom
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Sestiere dei Quadri Acuti
Teaser: Crostini di fegatini, polenta fritta e squacquerone, cozze alla tarantina, spaghetti alla carbonara, tortelloni burro e salvia, linguine allo scoglio, filetto al pepe verde, anatra all’arancia, tagliata di tonno alla mediterranea, zuppa inglese, crème brulée, zuccherini con composta di prugne, ananas, mele e albicocche.
Pietanza più, pietanza meno, questo è l’elenco di tutto ciò che mangiò il mio Avo Senzavolto prima di andar via da Swinton senza mai più tornare. Era una buona forchetta da quando nacque, ma quella notte disse a tutta la famiglia Bloom che avrebbe dovuto accumulare moltissime energie per l’avventura della sua vita.
E al ritorno dalla sua ultima impresa, un giorno, avrebbe finalmente amato la sua anima gemella alla luce del sole. Con questa dichiarazione si attirò non poche occhiatacce dal resto della famiglia, perché si sa che “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.” E, di certo, questo misterioso amore non dormiva in casa Maitland.
Che io ricordi, non era la prima volta che il mio Avo celava un segreto alla sua famiglia. Soprattutto quando si trattava delle sue invenzioni al tritolo.
Estremamente noti a tutti erano i suoi viaggi, e questo è sicuro! Soprattutto ai Gomes, che si emozionavano ascoltando le sue storie bislacche. Senzavolto si faceva invitare a cena appositamente da quella famiglia, per due validi motivi: poter parlare di sé e gustare i loro prelibati manicaretti.
Ricordo che una volta mi parlò di quando accese la Torre Eiffel limitandosi a tenere una lampadina in bocca, o di quando sopravvisse a un’esplosione in piena faccia nel Deserto del Sahara senza perdere nemmeno un dente e il suo affascinante sorriso.
Un’altra volta ancora, pare che preparò un esplosivo talmente potente da far cadere una stella: il fatto accadde nella notte di San Lorenzo, in un anno privo di desideri da esprimere. E da lì il genio, l’inventore, il creativo che albergava nella sua anima diede sfogo al suo estro: con la deflagrazione dell’artefatto, si dice che tutta Swinton tremò e si spaventò, tranne Senzavolto perché, a suo dire, fece un patto col Diavolo durante un suo pellegrinaggio in Alsazia: "Swinton è praticamente indistruttibile finché io sarò in vita!".
Le ragioni dietro quest’imperturbabilità non furono mai chiare a nessuno, ma se volessimo sommarle all’alone di mistero che da sempre ha circondato le sue criptiche imprese, nonché alla bonaria maldestria che dimostrava nei suoi passatempi a Swinton, potremmo sicuramente dedurre il perché del suo inquietante appellativo "Senzavolto": una sorta di ombra nera, volubile e scostante, tanto impalpabile quanto antica nella memoria. Non mostrava un volto ai suoi cari, ma mille, cambiando viaggio dopo viaggio, sfuggendo alle definizioni mai totalmente positive o negative di quei lati celati dell’animo umano, impercettibili dall’esterno, ma che dentro crescono e cambiano nel tempo.
E nascosti altrettanto erano i suoi segreti, soprattutto per qualche malelingua dei Pirelli, che difficilmente avrebbe attribuito delle imprese tanto ammirevoli a una persona così poco incline a fornire qualsivoglia tipo di spiegazione; soprattutto quando le accuse riguardavano lo sfruttamento del prossimo nelle terre lontane che aveva visitato…
[Personaggio ispirato allo Zio Fester, della serie tv “Mercoledì” del 2022]
Gruppi:
Famiglia Bloom
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Sestiere dei Fiori di Zucca
Teaser: "Quando l'Agnello aprì il terzo sigillo, udii il terzo essere vivente che gridava: «Vieni». Ed ecco, mi apparve un cavallo nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi: «Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati»".
Forse non sarà stato davvero uno dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, ma il mio Avo, il soprannome Fame, se lo era decisamente guadagnato. La sua ingordigia, infatti, era leggendaria. Ovunque passasse aveva lo stesso effetto di uno sciame di cavallette. Ed esattamente come una piaga biblica era considerato dagli altri membri del parentado e dagli abitanti di Swinton. Per quanto tutta la famiglia Bloom sia conosciuta per essere composta da buongustai e buone forchette, nessuno poteva rivaleggiare con la sua capacità di ingurgitare cibo, tanto che quando si aggirava per il paese tutti nascondevano i viveri. Erano note le sue passeggiate, così come erano note la sua allegria e il suo sorriso pacioso e bonario. Ma qualora avvistava una tavola imbandita, o qualcuno che stesse consumando anche solo una frugale merenda, il suo volto si trasformava completamente in qualcosa che non aveva niente di umano. Allora, dopo aver pronunciato la parola "Posso?", senza attendere risposta tirava fuori la sua grande forchetta e, senza alcun ritegno o vergogna, spazzolava in men che non si dica ogni pezzetto di cibo, lasciando il malcapitato letteralmente a pancia vuota. Alla fine del lauto pasto, si puliva la bocca con la manica ed allontanandosi esclamava: "Buono, ma ho ancora fame!"
Si dice che avesse un unico desiderio: quello di trovare la pietanza che finalmente potesse riempire il suo stomaco. In effetti si narra che tutta la sua voracità derivasse da una maledizione. Era molto giovane quando, durante un Palio, mangiò tutto il contenuto dei paioli della gara delle polpette. A suo dire fu proprio mentre ingurgitava l'ultimo boccone che udì una voce alle sue spalle "Che cosa hai fatto?! Tu e la tua ingordigia... Da oggi patirai per sempre la fame, finché non troverai l'unico cibo che potrà spezzare questo incantesimo!". E così un giorno lasciò Swinton, per ampliare la sua ricerca e trovare questa fantomatica vivanda. Si narra che le sue gambe portarono Fame fin sotto la Tour Eiffel per assaggiare le prelibatezze della Nouvelle Cousine, e a Nuova Delhi per degustare il miglior chapati, così come nello Yucatan per assaporare le tortillas più saporite... ma niente da fare. Così, dopo aver viaggiato in lungo e largo, tornò a Swinton con la convinzione che solo lì, nel suo paese natale, ci fosse il mezzo per mettere fine alla sua nefasta condizione.
Non so dire se riuscì ad affrancarsi dalla sua maledizione, quello che so è che da qualche parte deve esserci ancora la sua famosa forchetta telescopica.
[Personaggio ispirato ad Augustus Gloop, dal film “La fabbrica di cioccolato” del 2005]
Gruppi:
Famiglia Bloom
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Sestiere dei Quadri Acuti
Teaser: - Se sei su un terreno scosceso, pianta la tenda in salita: sarai sicuro che non cadrà a valle.
- Il segreto per non prendere la salmonella durante un’avventura? Mangiare l’uovo con tutto il guscio, ovviamente.
- Se in una foresta trovi un orso che ti sta rugliando contro, sicuramente è perché ha avuto una brutta giornata. Corri ad abbracciarlo!
Dal libro “Guadando il deserto.” di B. Bloom, detto Everest.
Venendo da un’antica stirpe avventuriera per tradizione, posso dirvi che le foto di tutti i miei Avi ritraggono donne e uomini molto interessanti, ma nessuno di loro spiccava per fascino o eleganza. Tutti tranne Everest. Stare al suo cospetto metteva subito tutte e tutti di buonumore, tanta era la beltà che sapeva irradiare. Occhi penetranti, sorriso luminoso e capelli raggianti color dell’avventura, Everest indossava sempre abiti che parevano adatti ad un matrimonio e non certo a tutti i viaggi avventurosi di cui continuamente si vantava. Ma per la sua famiglia, quello che aveva in stile, non aveva in acume... ecco... non era una cima! Per questo, quasi per scherzo, iniziarono a chiamarlo come la cima più alta del mondo.
Sia chiaro: Everest era ben cosciente della sproporzione tra la sua bellezza e la sua intelligenza, ma faceva spesso buon viso a cattivo gioco. I sorrisi della sua famiglia sapevano essere spilli nel suo cuore, e in quelle occasioni aggiungeva enfasi nella sua voce prima di esagerare i racconti delle sue avventure, sperando così di far crescere la stima dei suoi amati Bloom.
C'è però un momento della storia di Everest che dopo tanti anni non mi è ancora chiaro. Tra i suoi tesori di viaggio ho trovato una bussola, con dentro un bigliettino che porta queste parole: "La storia vera è migliore di quella che racconti. Fatti coraggio!". Che abbia giocato la carta del tutto per tutto e non abbia mai detto la verità sui suoi viaggi a tutta Swinton? E perché quel bigliettino era scritto con del... mascara?
[Personaggio ispirato a Victor, dal film “La sposa cadavere” del 2005]
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Famiglia Bloom
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Sestiere dei Fiori di Zucca
Teaser: Di Bussola, certamente, non si poteva dire che non avesse buon cuore. Si narra che, in origine, il suo ramo della famiglia fosse molto povero (dodici nonni e tredici pronipoti), ma che con la sua risolutezza e la sua testardaggine volle che ognuno di loro potesse risplendere di felicità. E così, un giorno, disegnò la Mappa che fece la loro fortuna.
Si trattò indubbiamente della Prima Mappa Nota di Swinton e del suo Magico Circondario, o perlomeno l’unica di cui vi siano testimonianze orali dirette: intessuta sull’abito di una fata e intinta sulle prime ventuno gocce di rugiada del Solstizio d’Estate, essa era in grado di indicare a chiunque la leggesse la strada per l’Impresa della propria vita. Si dice che, seguendo i tracciati per i luoghi che vi erano disegnati, tutta la famiglia di Bussola riuscì ad intercettare il Grand Tour della Via Lattea e che, saliti a bordo grazie a venticinque biglietti d’oro, fecero l’invidia nientemeno che degli Zar di Russia, ottenendo infine dei posti d’onore sull’Orient Express.
Fatta la loro fortuna, si dimenticarono chi era la mente che l'aveva favorita. Eppure, Bussola non perse il sorriso: a differenza di tutti gli altri, continuò a preoccuparsi dei propri cari, anche se loro si limitavano a qualche sporadica, luccicante cartolina. Trascorreva le lunghe giornate d’estate con la mente altrove e il cuore aperto, ad ascoltare le storie delle Grandi Avventure del Capofamiglia Bloom con sguardo rapito.
Dopo tutti quei racconti, Bussola arrivò a considerare la sua Mappa un eterno incompiuto: da quanto mi hanno raccontato, si aggirava per il paese con la testa sempre china su quel pezzo di carta, cercando di capire dove fosse l’entrata per la sua personale Grande Impresa e aggiungendo, all’occorrenza, nuovi luoghi che ne potessero indicare la strada.
Non trovandola, si convinse che per esserne degno avrebbe prima dovuto portare a compimento tutte le Imprese altrui, tranne la sua. Quindi aiutò due Gemelle Siamesi a trasformarsi in Gatte Siamesi, impedì agli Alberi di Cioccolato di sciogliersi per il caldo eccessivo e indicò alle Lucciole Raminghe la strada per il Giardino delle Fate.
E che dire del suo amore Maitland? Bussola continuava a pensarci, fondamentalmente perché non esisteva - o forse esisteva solo nella sua testa. Nessun compaesano aveva mai visto Bussola in dolce compagnia di un membro di quella famiglia, sebbene continuasse ad affermare che, nel suo cuore, un misterioso amore Maitand c’era eccome.
Ma che ne dicano le malelingue dei Pirelli, non parche di targare la faccenda come un comune caso di amore non corrisposto, io sono estremamente convinto che Bussola avesse bene a mente tanto quanto tempo mancasse alla sua Gloriosa Avventura, ancora da compiersi, tanto il nome della persona che avrebbe baciato alla sua partenza e al suo ritorno.
Sì, perché la Prima Mappa Nota di Swinton e del suo Magico Circondario indicava proprio quel paese come punto di partenza per l’Avventura delle Avventure, che avrebbe attraversato tutti i luoghi in essa indicati fino a raggiungere il Ponte dell’Arcobaleno, ove si diceva si nascondesse il segreto della Vita stessa.
E tu mi chiederai come facesse a saperlo: questo non so dirtelo, di preciso.
Ma un giorno, quando il vento soffiava più forte del solito, sentii un bisbiglio dietro alla nuca. Diceva di essere una donna, e di chiamarsi Vita.
[Personaggio ispirato a Charlie Bucket, dal film “La fabbrica di cioccolato” del 2005]
Gruppi:
Famiglia Bloom
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Sestiere dei Cuori di Coccio