Teaser
Hai presente la delusione che si prova quando la persona amata sceglie proprio te, ma per una solida amicizia? Oppure quando l’erba del vicino è sempre più verde?
Ecco, gli Everglot conoscono bene quel senso di amarezza, perché sono campioni - e su questo titolo per una volta possiamo essere tutti d’accordo - nell’arrivare sempre secondi.
E’ risaputo che persino al Palio degli Inganni nessun Everglot è mai salito sul carro dei vittoriosi: un infortunio, una squalifica o un qualsiasi imprevisto erano sempre dietro l’angolo.
Secondi padri fondatori di Swinton, secondo parto plurigemellare più noto della storia della città, secondo posto per la trisnonna al famigerato concorso “Bruttezze in campagna”.
E dall’altra parte, a sfidarli ogni volta, sempre e solo loro: i Davis. La rivalità fra Davis ed Everglot è antica come le pietre del pozzo, e vede ripetersi un copione incessante: nella pesca, nel tiro al piattello, nell’uncinetto… Davis primi, Everglot secondi. In realtà gli Everglot non sono secondi solo ai Davis, sia ben chiaro. Loro sono secondi, e basta. E odiano quelli che arrivano primi. Ma non odiano i secondi. E’ per questo che, fra di loro, gli Everglot non si odiano affatto: sono con grande probabilità la famiglia più unita di tutta Swinton, da sempre.
E’ forse questa la forza misteriosa che li spinge ad affrontare a testa alta il loro malaugurato e ineluttabile destino? Loro si impegnano a fondo in quello che fanno, perché forse basterebbe vincere solo una volta per spezzare la maledizione degli eterni secondi. “Maledizione”. Molti nella famiglia pensano che su di loro gravi proprio una fattura.
Proprio per questo è abbastanza noto che gli Everglot guardino con sospetto i Maitland, la casata alla quale molti anni prima hanno sottratto qualcosa di speciale. Ma questo è un segreto che solo di notte sono soliti raccontare.
La sola famiglia con cui gli Everglot non si sono mai scontrati è quella dei Pirelli. Non solo: i Pirelli si sono dimostrati dei veri e propri mentori, addestrandoli per generazioni intere ad affrontare quella che sarà la loro partita vincente… anche se questa partita (di cosa non si sa) a quanto pare non si è ancora disputata.
Anche i Collins hanno da sempre apprezzato il grande impegno degli Everglot, facendo sempre il tifo per loro, anche in quelle occasioni in cui la vittoria era oltre ogni aspettativa.
Alcune malelingue, riferendosi alla ferrea tenacia e allo spirito combattivo di questa famiglia, dicono che gli Everglot siano secondi - ancora una volta - soltanto al tasso del miele.
Personaggi
Teaser: Aveva gli occhi trasparenti come il cristallo, limpidi come l'acqua più pura, tersi come il cielo in primavera: bastava un suo sguardo per riportare la pace in famiglia, e forse per questo tutti gli Everglot vedevano nella sua persona un punto di riferimento imprescindibile. Possiamo dire che il ruolo di capofamiglia non l'avesse mai voluto, ma che fosse stata una scelta naturale attribuirglielo. Un'imposizione che aveva accolto di buon grado, nel suo cuore così grande. La bontà di Cristallo era così immensa che, con il tempo, chiunque a Swinton avesse bisogno di conforto cercava alla fine rifugio nei suoi occhi e nelle sue parole. Ma, come tutte le schegge di quarzo, anche in Cristallo albergavano molte vene diverse: dubbio, timore, speranza; strade che sapeva percorrere al momento giusto, mantenendo all'apparenza la forza di una roccia, così impassibile. Quando prendeva una decisione potevi giurare che, sebbene in silenzio, avesse valutato tutte le opzioni esistenti, scegliendone una con grande saggezza; le sue decisioni infatti erano definitive, sempre, e Cristallo non tornava mai sui propri passi. Come quella volta in cui la tanto cara famiglia Pirelli coinvolse Cristallo, suo malgrado, in una truffa (o burla, o goliardata, come la chiamano ancora loro) sfuggita a tutti di mano per aver mal calcolato rischi e benefici. I Pirelli se la stavano per vedere davvero, davvero brutta. Ma Cristallo, di fronte al giudice, decise di prendersene interamente la colpa, scagionandoli all'istante. Tutti sapevano che Cristallo, pur potendone uscire senza macchia, aveva mentito per salvare dei cari amici, ma la fermezza granitica del suo volto non lasciò altra scelta che la condanna, nonostante i suoi occhi, incapaci di mentire, gridassero la sua innocenza. Non tutte le decisioni corrette però sono facili da prendere, e talvolta il bene risiede anche nello scegliere il male minore per tutti. Forse è per questo che Cristallo non ha mai inseguito l'amore, campo in cui è così difficile capire come bilanciare il proprio bene e quello della persona amata. Come si può prendere la decisione giusta, se questa ferisce chi ci sta a cuore? E se questa decisione ferisce noi stessi, invece, come si fa? No, l'amore era materia troppo spinosa da dipanare in modo oggettivo, e Cristallo non avrebbe mai corso il rischio di tramutarsi in una scheggia tagliente per qualcuno. Eppure nessuno più di Cristallo, con il suo cuore grande come il mondo, avrebbe meritato di essere amato nel modo più sincero... amato di un amore in cui anche un cristallo abbagliante potesse specchiarsi e sentirsi al sicuro.
[Personaggio ispirato a Karl, dal film “Big Fish - Le storie di una vita incredibile” del 2003]
Gruppi:
Famiglia Everglot
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Sestiere dei Cuori di Coccio
Teaser: "Albatros, si sistemi la cravatta!" "Albatros, suvvia, un po' di spirito, mi passi quel bisturi" "Albatros, ma cosa fa, santo cielo, le ho detto che le pinze si posizionano medialmente, lungo l'asse craniocaudale, non seguendo il piano longitudinale!" "Albatros, ne ha combinata un'altra delle sue?" Chiunque abbia dovuto malauguratamente recarsi allo studio medico sapeva che l'unica cosa da temere era la sbadataggine dell'assistente. Ovunque andasse inciampava in qualche costosissimo strumento, rovesciava ampolle e scambiava prescrizioni. Anche nella sua quotidianità Albatros doveva sempre fare i conti con la sua goffaggine, suscitando attorno a sé grasse risate ovunque andasse. Spesso e volentieri capitava che, in preda alla vergogna, riversasse la colpa su qualcun altro, solitamente qualche malcapitato che aveva semplicemente la sfortuna di trovarsi lì vicino. Eh sì, come diagnosticato proprio dal suo capo, Aspirina, Albatros soffriva di una lieve forma di codardia, malattia molto subdola. Questa diagnosi, scherzosamente messa nero su bianco, non andò mai giù ad Albatros, che mal sopportava le bonarie prese in giro di Aspirina, verso cui segretamente nutriva scarsa stima, finanche fastidio. E forse era proprio quella stessa codardia a rendere i suoi gesti così maldestri, impedendo ai suoi piedoni di fare, finalmente, il passo della giusta misura. Fin dall'infanzia quel timore aveva fatto sì che si rifugiasse nella compagnia di quelli più grandi, che prendeva a esempio e cercava di emulare con scarso successo, nel tentativo di poter un giorno togliersi di dosso quella goffaggine come un pesante cappotto, ma di fatto diventando facile capro espiatorio per scherzi e burle. Da quel che so ha sempre desiderato far parte di una cosa chiamata "Banda del Piedone" ma non ha mai avuto l'ardire di avvicinare uno dei suoi membri per formalizzare la richiesta. Forse meglio così, dato che quella banda non sembrava causare nulla più che un sacco di guai ovunque andasse. Questo dimostra che Albatros talvolta riusciva anche a camminare sulla retta via, a fare i passi giusti, riuscendo a ricavarsi una vita dignitosa e una professione decorosa in paese. Che io sappia però non cercò mai davvero di sdoganarsi da quel ruolo a metà fra la goffa spalla comica e il triste Pierrot, di togliersi quella maschera melodrammatica dal volto, affibbiatagli dagli altri seppur con buona ragione. Però, sai, ogni tanto mi chiedo: se potesse mai tornare indietro e se ne presentasse l'occasione, Albatros troverebbe finalmente la forza di abbracciare il coraggio? Forse, a quel punto, potrebbe aprire finalmente le sue maestose ali e librarsi nel cielo, re delle nubi.
[Personaggio ispirato agli Umpa Lumpa, dal film “La fabbrica di cioccolato” del 2005]
Gruppi:
Famiglia Everglot
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Sestiere dei Cuori di Coccio
Teaser: - Bro! Posa il joypad. Guarda cos'ho trovato tra le cose di Argento! E' l'unico frammento di documento che sono riuscito a trovare. Ma tu sai cos'è?
- Bro, sembra proprio un discorso di inaugurazione.
- Ma le inaugurazioni non le fa il sindaco? Argento che io sappia ha sempre ricoperto un ruolo di secondo piano, siamo sicuri che avesse questo potere?
- Ovviamente no. Ma una volta a Swinton ti dico che accadde che Argento ricevette una chiamata da Promessa: un'improvvisa influenza non permise al Primo Cittadino di presenziare alla cerimonia di apertura di un Palio. Così Argento preparò in fretta e furia un discorso. Questo discorso...
- Wow. E poi che altro è successo?
- All'ultimo momento Promessa guarì e riuscì ad adempiere ai suoi doveri. E Argento dalla rabbia strappò il discorso giurando che avrebbe fatto di tutto per ricoprire quel ruolo.
- E ce la fece?
- Stiamo parlando di Argento, Bro. Per tutta la vita ha provato a vincere qualcosa. E per quanto fosse in gamba, ogni volta l'esito era certo: secondo posto. Medaglia D'Argento. "Vice" di TUTTO. Mai ultimo o terzo posto, certo. Ma sempre e solo numero due.
- Questo perché ha sempre giocato secondo le regole.
- ...
- ...
- ...
- Bro...?
- Ecco... come dire... Argento non era proprio uno stinco di santo... Con il passare del tempo, vedendo che la sua situazione non migliorava, beh, ecco, ha iniziato a giocare un po' sporco. Da un lato sapeva dimostrarsi gentile e affabile. Addirittura leale e capace di supportare le decisioni di chi aveva intorno. Ma dall'altro le sue ambizioni di scalata sociale diventarono sempre più feroci. Sempre dandosi un certo tono, sia chiaro! In qualità di vicesindaco, il sostegno popolare era fondamentale per il raggiungimento dei suoi obiettivi politici. Quindi, trattava sempre tutti con i guanti bianchi. In più di un'occasione, però, si trovò a fare alleanze abbastanza discutibili con i Pirelli, chiudendo un occhio quando serviva, o mettendosi d'accordo con quella strana figura che a Swinton chiamavano Zefiro. Fecero un patto: c'erano di mezzo una corona e uno scettro, che a quanto pare erano in mano a qualcuno. Se a Zefiro fossero arrivati la corona e lo scettro, ad Argento sarebbero arrivati tutti i voti dei Collins e di molti altri abitanti di Swinton... Questo patto era talmente forte che Argento era in grado di sopportare qualsiasi capriccio del Capo... pure i calci in culo. Anzi, specialmente i calci in culo!
- ...E questo non poteva che voler dire avere la vittoria in tasca.
- Bingo!
- Che storia Bro. Ora capisco perché la sua vita è andata così.
- Così come?
- Così. Come sappiamo tutti che è andata.
- Eppure secondo me non è tutto lì. Hai visto la lettera della Banca?
- Mi sa che tocca tornare a Swinton per scoprire il resto.
- Che storia Bro.
- Che storia davvero...
[Personaggio ispirato a Angelique Bouchard, dal film “Dark Shadows” del 2012]
Gruppi:
Famiglia Everglot
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Sestiere delle Piccate Lingue
Teaser: Quando io conobbi Mezza Giustizia aveva perso la testa, e il letto era diventato la sua seconda casa. “Ictus fulminante" fu la diagnosi, ma ciò non gli aveva impedito di parlare e di raccontare.
“Mi ricordo di quella volta che avevo quasi preso la Banda del Piedone: per un soffio strappai il lembo della giacca a quello più piccolo di tutti, del Piedone più piccolo dei Piedoni, quei maledetti!”
“Mi ricordo di quella volta che feci l’esame per passare di grado, ma erano troppe le domande, addirittura il doppio di quelle che avevano gli altri, doppie domande per una mente brillante, si, proprio così! Domande magiche, ma proprio magiche! Diventarono triple e quadruple”
“Mi ricordo di quella volta che mi chiamò Big Mama: erano sparite tutte le sue carte. Ero ad un passo dal risolvere il caso, il colpevole era… Rullo di tamburi… sicuramente qualcuno della sua famiglia… e niente, il caso si risolse da sé.”
“Mi ricordo di quella volta che mi chiamò la Regina! Sì, proprio la Regina nella persona della Regina in persona. La corona e lo scettro le avevano rubato. Poteva essere il caso della mia vita, poteva essere il caso che mi avrebbe proclamato detective dei detective su tutti i detective e invece… ho ritrovato il tesoro solo a metà, l’altra l’avrà presa qualcuno più lesto di me.”
“L’ultima cosa buona che ho fatto è stato liberare dall’accusa quella buon'anima di Forcula… omicidio dissero… l'omicidio di Merlin. Ma figuriamoci! Merlin la salute non sapeva neanche dove stesse di casa! E poi a me Forcula piaceva: se non altro credeva in me.”
Sicuramente la sua mente giocava in questi racconti degli strani scherzi, ma io ho sempre creduto che ci fosse una mezza verità in quello che diceva Mezza Giustizia.
Se solo i suoi compaesani fossero stati così caritatevoli da dar credito a quello che diceva, magari veramente avrebbe raggiunto un posto di spicco, magari tutti avrebbero avuto un ricordo diverso dal solito “Ah, ma se lo ha detto Mezza Giustizia allora deve esser sicuramente vero a metà”.
In un momento di lucidità mi confessò di aver desiderato tante cose nella sua vita, ma quella più importante era stata riscattare il suo nome... fame che, almeno dai suoi racconti, sembra non sia mai stata saziata.
“Everglot eterni secondi”: è stata questa la sua condanna?
Forse sì, tant’è che neanche la morte era arrivata per prima, mandando suo fratello ictus e lasciando che il suo corpo si consumasse dentro uno scomodo letto.
[Personaggio ispirato al Giudice Turpin, dal film “Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street” del 2007]
Gruppi:
Famiglia Everglot
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Sestiere delle Piccate Lingue
Teaser:
“Quando partecipai al concorso “Poesie a vanvera”, i miei versi che riflettevano sulla natura del cosmo vennero apprezzati da tutti, ma quell’anno i gatti andavano per la maggiore e il primo premio andò alla poesia composta da un solo verso “Miao, Miaoooooooooooo”.
Me ne andai esclamando “Morirete tutti!”. L’avevo presa bene.
Quando partecipai al concorso “Ritratti a vanvera”, il mio quadro che ritraeva tutti i 453 abitanti dell’intera vallata ricevette menzioni d’onore, ma l'autoritratto “Un po’ di me” - un barattolo pieno di lanugine raccolto nel tempo dall’artista - meritò il favore di tutti i critici.
Salutai la giuria con un falso e abbondante sorriso, promettendo che l’anno successivo avrei portato un vaso colmo di merda!
Quando partecipai al concorso “Sculture a Vanvera", la mia scacchiera composta da accurate e fedeli riproduzioni in miniatura delle statue di Michelangelo, Canova e Bernini meritò uno scrosciante applauso, ma quell’anno vinse un sasso che l’artista usava lanciare al suo cane Rock. Che umiliazione! Presi quel sasso e lo lanciai giù per la scarpata del monte. Il cane lo rincorse e il padrone dietro di lui. Solo Rock fece ritorno. E giustizia fu!
Così decisi di non partecipare più a concorsi a vanvera, che di fatto divenne il mio soprannome. Vanvera.”
Questa è l’unica pagina del diario del mio Avo che ancora conservo.
Si capisce che doveva essere un peperino irritabile e con molta inventiva. Insomma, chi crederebbe mai nell'esistenza di quei concorsi e di quelle "opere"?
Eppure sapere di discendere da un’anima d'artista mi riempie di orgoglio, e apprendere quanto il suo talento fosse incompreso rende la sua figura più umana, più simile a me.
Lo dico perché le poche volte in cui la mia famiglia ha intavolato discorsi su Swinton e su Vanvera gli aneddoti narrati erano confusi, persino gonfiati, tanto che sembravano favole assurde, e Vanvera ne usciva come una sorta di leggenda.
Ad esempio mia madre disse che la sua arte non fu un dono di Dio, ma del Diavolo che incontrò nel bosco.
“Siglarono un accordo che si rivelò essere un inganno dal quale Vanvera cercò di liberarsi in tutti i modi: “Promettimi che non smetterai mai di parlare attraverso questi talenti che ti concedo, e io ti prometto che saprai creare opere che soltanto i santi sapranno comprendere” fu la frase del Diavolo con la quale sancì il patto, e la applicò alla lettera. A quanto pare non sono mai esisti santi a Swinton. Vanvera deve averli cercati tra le varie giurie, ma senza esito positivo perché non vinse mai un premio. E le sue opere dove sono ora? Di loro non è rimasta traccia.
Forse - ritenendoli manufatti diabolici - qualcuno li ha distrutti. Oppure sono stati nascosti, magari proprio dalla sua strana combriccola. La Banda del Piedone! Così si facevano chiamare.
Nessuno sa che cosa facessero durante i loro incontri segreti, ma questo gruppo di amici era temuto da alcuni e invidiato da altri.
Forse inneggiavano a Satana e Vanvera presiedeva l’altare… ahahah! Ti ho messo paura?!”
Mia madre è sempre stata teatrale, e ora che so qualcosa in più del mio Avo capisco da chi abbia preso, e forse anche io.
E una domanda mi assilla... Vanvera avrà trovato il suo Santo?
[Personaggio ispirato ad Enid Sinclair, della serie tv “Mercoledì” del 2022]
Gruppi:
Famiglia Everglot
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Sestiere dei Fiori di Zucca
Teaser: Tutti a Swinton ricordano quel giorno. Le luci di scena, l'emozione palpabile dietro le quinte. Era lì, nel ruolo principale, e tutti avrebbero finalmente potuto riconoscere il suo talento. Tutti gli anni di fatiche, passati dando contro ad amici e parenti che mal sopportavano la sua vocazione artistica, sarebbero scomparsi e il successo avrebbe ripagato ogni lacrima. Eppure, al momento di pronunciare il monologo principale di quel dramma tanto noto, sentì la voce morire in gola e non spiccicò una parola: aveva dimenticato la parte. Tutta la platea iniziò a ridere, e quelle risate, quella sera, portarono via la speranza di una brillante carriera artistica. Da quel giorno si guadagnò il soprannome di "Ribalta", beffardo ricordo di non aver mai calcato le scene tanto amate. Riuscì comunque a ricavarsi qualche ruolo di rimpiazzo: amara consolazione, visto che la gran parte degli artisti raramente si ammalava la sera della prima. Sembrava che qualcuno avesse lanciato una maledizione: ricordava perfettamente ogni parola, ogni emozione custodita fra le righe dei copioni, ma al momento di pronunciarle, beh... si annebbiava tutto. Soltanto per loro riusciva a recitare: per i suoi adorati gatti. Davanti a baffi e code il coraggio mai veniva meno. Ve n'erano a dozzine che bazzicavano il suo cortile, e più di una sera qualcuno giura di averli visti riuniti tutti attorno a Ribalta, che declamava loro poemi e rime con foga e passione, talvolta prendendoli teneramente fra le braccia, talvolta fingendo di duellare aspramente con loro. Stava più in compagnia dei gatti che dei suoi concittadini, tanto che i suoi sguardi obliqui e il suo passo furtivo facevano pensare a un felino più che a un umano. Eppure, i suoi occhi conservavano quella malinconia che solo i veri artisti conoscono. E dietro alle palpebre, ogni notte, andava in scena la magia di quel sogno mai spento: un sipario che si apre, il silenzio, le luci che si accendono e finalmente il suo ingresso, come protagonista del suo sogno.
[Personaggio ispirato a Cat Woman, dal film “Batman” del 1989]
Gruppi:
Famiglia Everglot
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Sestiere dei Quadri Acuti
Teaser: Nonostante facciamo parte di due famiglie completamente diverse, a Swinton dicevano che i nostri Avi fossero gemelli. Pare siano nati nello stesso giorno e nella stessa ora da due madri diverse, e tuttavia si rivelarono completamente identici nell'aspetto. Da bambini si divertivano vestendosi uguali per mandare in confusione tutti.
Pensa quante stranezze aveva quel posto! A ripensarci adesso molte sembrano burle, eppure in tenera età ci credevo. Quando si andava a trovare il mio Avo nel suo paesino mi raccontava le storie sulla sua gemellanza, e la mia infantile logica dell'epoca le validava come vere perché erano colme di meraviglia. Anche i dettagli mi stupivano, come quella volta in cui mi parlò del nomignolo che ogni abitante di Swinton aveva:
"E' così che qui ci chiamiamo l'un l'altro. Ad esempio, Parimpampù è il soprannome del mio doppio. Pirimpimpò è il mio. Siamo simili anche in questo! Furono le nostre madri a scegliere questi nostri appellativi, prendendo ispirazione da un'antica filastrocca. Essa parlava di due fratelli, Ripù e Ripò, identici non solo nell'aspetto ma anche nell'animo: entrambi, quando crebbero, presero a divertirsi facendosi beffe degli altri con battute e scherzi a volte molto pesanti. Nel tempo si fecero molti nemici per via della loro strafottente condotta, e quelli decisero di vendicarsi. Con l'inganno li catturarono e li sculacciarono così tanto che nell'aria si potevano udire suoni sordi e potenti: Pam Pam! Pim Pim! Ed è così che impararono a vivere in mezzo agli altri con cortesia e gentilezza, e da quel giorno furono colmi di amici.
Quelle sonore sberle salvarono Ripù e Ripò dalle solitudini mortali.
Pam Pam! Pim Pim! E subito tornarono ad essere simpatici e vitali.
Ah, ricordo ancora l'ultima rima! Ma, tornando a noi, per capire bene devi anche sapere che secondo le cronache io e Parimpampù venimmo al mondo morti! Non respiravamo. Forse eravamo convinti di essere pesci! Ahahah! Ad ogni modo, le balie presero a schiaffeggiare forte le nostre chiappotte. Pam Pam! Pim Pim! Quei suoni così tipici, con grande stupore di tutti i presenti, fecero ridere le nostre madri stremate per la fatica del parto e per la preoccupazione. Subito dopo iniziammo a vagire.
Ed è così che, mischiando i nomi e i suoni della filastrocca, le mamme tirarono fuori Parimpampù e Pirimpimpò, perché fu subito chiaro che di scherzi e di sculacciate sarebbe stata colma la nostra vita. E così fu!"
Era così bello ascoltare il mio Avo e ammirare il suo viso rugoso e simpatico!
In età più adulta, quando ormai Swinton era solo un ricordo, venni a scoprire un'altra versione: pare che una sola madre partorì due gemelli perfettamente identici, tranne un solo dettaglio. Un bebè aveva una voglia sulla mano destra, mentre l'altro su quella sinistra. La macchia aveva una forma diabolica! La faccenda spaventò così tanto tutta Swinton che per gestire il fatto ci si appellò ai Collins e al loro oracolo fatto di vento. Fu una fredda folata a decretare la separazione dei i nostri Avi in due famiglie diverse. E così crebbero seguendo differenti educazioni e per tale motivo svilupparono due animi completamente opposti.
Bah! Onestamente anche questo racconto pare una burla, come ogni cosa che si dica su quel paesino.
A pensarci bene il mio Avo indossava soltanto un guanto. Quello destro! E non se l'è mai tolto.
Chissà…
[Personaggio ispirato a Pinco Panco e a Panco Pinco, dal film “Alice in Wonderland” del 2010
I due personaggi Parimpampù e Pirimpimpò sono gemelli e avranno meccaniche specifiche per il loro gioco]
Gruppi:
Famiglia Everglot
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Sestiere dei Quadri Acuti