Mascara
Giocatore: Beatrice Manzoni
Gli uomini quando passano a miglior vita sembrano sempre così annoiati... che male c'è quindi a voler ridare loro un'espressione più serena per l'ultima volta? Non è forse un modo per onorare il loro ricordo, per dare dignità alla morte? Certo, non tutti in passato hanno apprezzato il tocco di Mascara. Una volta, ad esempio, quando tolsero il sudario per dare a Mr. Everglot l'ultimo saluto, la vedova svenne alla vista di quel clown pasticciato. Mascara si stupì: avrebbero davvero preferito vedere il grugno incupito di quel vecchiaccio, piuttosto che un rinnovato, ampissimo sorriso? Certo, aveva forse esagerato un po' con i colori, e nel trasporto il suo capolavoro si era discretamente sciolto, ma non c'era nulla di male nella sua opera! A ben ricordare, il suo amore per il trucco iniziò molto, molto indietro nel tempo. Mascara truccava le sue bambole di pezza, per renderle simili ai suoi amichetti. Beh, simili... simili a modo suo. I dettagli che aggiungeva erano sempre molto... particolari. Diceva che le truccava dando loro il volto che immaginava avessero davvero le persone. Lo faceva con gioia, non c'era nulla di male in quel suo hobby. Poi però aveva iniziato a truccare anche le statue che adornavano i giardini dei vicini, causando non poco spavento. Su consiglio di Manetta dovette smettere, per evitare guai, ma non perse mai l'interesse per il maquillage, iniziando a truccare le persone. Si sforzava di sottostare alle richieste che venivano fatte, ma che pizza... tutti volevano sempre la stessa cosa: risultare "canonicamente belli". Mai veramente unici e particolari. Che frustrazione! Ci fu un caso emblematico, quando Mascara accettò un lavoro per un matrimonio: la sposa, quel giorno, chiese specificatamente a Mascara di aiutarla ad apparire al meglio nel giorno delle sue nozze. Era una cittadina mancata da Swinton per lungo tempo, tornata in paese per sposarsi nel suo luogo del cuore, e si fidava così tanto del suo talento che non volle nemmeno osservarsi allo specchio prima di percorrere la navata: le bastava guardare la scintilla di fierezza negli occhi di Mascara per sapere di essere in quel momento assolutamente stupenda. Lo sposo tuttavia non fu dello stesso avviso, visto che scappò a gambe levate, i capelli ritti in testa e bianchi come la neve, pensando di aver condotto all'altare un cadavere. Così Mascara, alla fine, trovò il suo spazio là dove tanti non osavano mettere piede, e si inventò un lavoro assai bizzarro, per quanto necessario: ridare ai morti un'ultima ritoccatina, un tocco di vita in più prima di essere calati nella fossa. D'altronde ormai aveva capito che se la cavava benissimo nel rendere i vivi assai simili ai morti con solo qualche tocco di cipria, e forse con i morti sarebbe successo l’esatto contrario! Sai, a Mascara non è mai importato cosa dicesse la gente... quel lavoro alla fine era diventato tutta la sua vita, la sua più grande fonte d'orgoglio. Si sentiva a suo agio con la morte, tanto da desiderare che questa giungesse più spesso a Swinton, per avere più tele bianche da dipingere. Credeva fortemente nel proprio talento e sapeva che il suo stile un po' inquietante sarebbe stato prima o poi ammirato e ricercato da tutti, come una griffe d'alta moda. Conservo ancora i suoi bozzetti in soffitta, alcuni sono davvero inquietanti... li vuoi vedere?
[Personaggio ispirato a Miss Argentina, dal film "Beetlejuice - Spiritello porcello" del 1988]