Pronome: Pesce da lenza
Informazioni pubbliche: Plastica sempre più presente, che soffoca ogni giorno sempre di più i nostri mari che vengono depredati da un insostenibile pesca, inquinati da ogni sorta di veleno, perforati solo per ricavare profitto, rimanendo indifferenti alle grida delle creature che lo abitano, assistendo a un lento declino del mondo sommerso.
Ma Noi no, noi GREEN PRIDE non siamo sordi, noi siamo persone che hanno deciso di ascoltare e di dedicare anima e corpo a proteggere questo mondo nascosto in modo che continui a vivere, preservando tutti quei luoghi misteriosi da dove ha avuto origine la vita
stessa.
Sono orgoglioso di far parte di questa Famiglia, si perchè è questo che siamo, una famiglia unita nel bene e nel male contro tutti quei mostri che vogliono distruggere la nostra casa.
Noi vogliamo essere d’ispirazione, vogliamo contagiare con il nostro entusiasmo tutte le nuove generazioni, in modo da creare un unico e grande movimento globale dedito alla salvaguardia degli oceani.
Siamo Noi i responsabili dei cambiamenti climatici, siamo noi la generazione che ha ereditato questo disastroso pianeta…
Chissà cosa penserebbe il mio Avo, sempre lì a risolvere i problemi degli altri?
Mi è stato di ispirazione in un certo senso, io voglio risolvere i problemi di tutti, di tutti quelli che abitano questo mondo, lo so è ambiziosa come cosa ma qualcuno dovrà pur iniziare! O sbaglio?
Quando morì ne fui veramente addolorato, ma non andai al suo funerale, non fate quelle facce, se lo avessi saputo per tempo sarei andato sicuramente ma, diciamo che non ero in una condizione favorevole per essere presente e tornare prematuramente in questo posto dimenticato da qualsiasi cosa in cui credete. Una delle cose che avrei voluto sapesse è che avevo capito, avevo capito perchè lo faceva, l’aiutare tutti intendo. Ma ormai lui non c’è più e a me rimane solo un lontano ricordo e una scatola piena di ninnoli accumulati negli anni.
Quella tavoletta nera, cosparsa di lettere e numeri, fu il suo primo regalo di compleanno. Fu fatta sparire quando la notte di Natale disse di aver fatto gli auguri a nonno Maitland in persona, e che quest'ultimo avesse chiesto di poter avere un po' di quell'ottimo porridge servito come dessert al cenone. Ouija crescendo non aveva mai smesso di subire il fascino di qualsiasi attrezzo si dicesse avere il potere di indagare l'aldilà. Quegli strani trabiccoli erano diventati una vera e propria passione, e spesso se ne costruiva con le proprie mani di nuovi e mai visti. Anzi, sembrava avere proprio un fiuto nello scovare in comuni oggetti d'uso quotidiano degli strumenti fantastici per poter intravedere cosa stesse accadendo oltre il velo della vita terrena. Nella sua stanza potevi trovare di tutto: macchine fotografiche, microfoni e registratori, vinili su cui diceva di aver inciso la voce dei defunti. "Senti? Hai sentito cosa hanno detto?" urlava con eccitazione quando li riproduceva per amici e parenti, anche se questi ultimi spesso sentivano solo la puntina del giradischi grattare a vuoto. Ouija girovagava per il paese con i suoi grandi occhi stralunati, stringendo al petto quel quaderno dove meticolosamente catalogava i reperti delle sue metavisioni, e nessuno sapeva mai davvero cosa passasse in quella testa piena di fantasmi e di spiriti. E in tutta sincerità a Ouija non importava che la gente capisse davvero ciò che riusciva a vedere oltre la realtà: stava bene lì, nel suo mondo nebbioso, senza nessuno a disturbare i suoi pensieri. D'altronde le case abbandonate e i tetri cimiteri in cui trascorreva le giornate erano diventati una seconda casa, dove gli ospiti venivano fatti entrare con grande moderazione. C'era solo una cosa che turbava il suo animo finemente parascientifico. Nel corso delle proprie perlustrazioni, appostandosi per scovare le mosse di tutti quei fantasmi, non aveva mai fallito: tornava sempre con una prova, grande o piccola che fosse, e il cuore pieno di orgoglio che vibrava per l'emozione. Soltanto il Pozzo non aveva mai svelato i suoi misteri: non c'erano foto, riprese o tracce audio che svelassero cosa accadesse in quel luogo. Questo mistero irrisolto è sempre rimasto una piccola onta sull'operato di Ouija: un'onta da cancellare con determinazione e metodo.
[Personaggio ispirato a Lydia Deetz, dal film “Beetlejuice - Spiritello porcello” del 1988]
“Occhio, malocchio, guardati le spalle! Scappa, sta arrivando il ladro di farfalle!!” così i bambini di Swinton accoglievano i Maitland al loro passaggio, e con la stessa cantilena le anziane comari si allontanavano di fretta facendosi il segno della croce. La vita dei Maitland non è mai stata una passeggiata leggera e spensierata.
Si dice che la prima Maitland fu l’antica erborista del villaggio. Dilettandosi con unguenti e pozioni scoprì di riuscire, con un abile tocco della mano, a scacciare il malocchio dai più sfortunati: tutti si rivolgevano a lei nei momenti bui, per farsi rimuovere la sfortuna che li perseguitava. Ma più scacciava il malocchio altrui, più aumentava il suo: dal latte appena munto che inacidiva senza apparente motivo, ai cardi cresciuti al contrario nel suo giardino. Lo splendore della sua vita pareva offuscarsi sempre di più. L’erborista ebbe la conferma di aver incautamente portato il malocchio nella sua stirpe quando dette alla luce il suo primogenito: durante il difficile travaglio, il medico si slogò una mano, perse due denti, si azzoppò e, in seguito alla nottata difficile, perse anche tutti i capelli.
Da lì ebbe inizio l’ingloriosa storia dei Maitland, menagrami contro il loro volere, isolati e messi in disparte da chi temeva di essere contagiato dalla loro sfortuna. Non tutti i Maitland si sono però persi d’animo. E’ noto, ad esempio, che alcuni utilizzino la propria malasorte come minaccia a loro favore, in barba ai meno svegli.
Inoltre, si dice che il destino di una loro bebè venne riscritto quando divise per una sola notte la culla con un piccolo Gomes. Ogni parola che in gioventù la bambina pronunciava era sempre segno di buon auspicio, tanto da far credere alla famiglia che le due creature potessero essere state scambiate. Per questo motivo la famiglia Gomes, colpevole di aver sottratto loro una figlia, non è vista di buon occhio.
Tuttavia nessuno li infastidisce quanto gli Everglot. Il primo morto di questa famiglia manca all’appello del cimitero da troppo tempo, e senza dubbio qualcuno di costoro ne ha rubato la salma, impedendo ai Maitland di svolgere il loro lavoro.
Le farfalle durano un giorno e una notte, e i Maitland leggono in questo brevissimo ciclo di vita profondi significati legati alla morte. Sarà forse per questa macabra fascinazione che vantano una lunga tradizione di abilissimi cacciatori di farfalle, nonché la più vasta collezione esistente a Swinton delle medesime. Si dice le abbiano perfino catturate tutte, aiutati dai Collins, che parlando con il vento loro amico riuscivano sempre a sospingerle nelle loro reti al momento opportuno. A Swinton, infatti, ora non ci sono più farfalle, e fra i Maitland si vocifera che - avendole catturate tutte - forse anche la loro metamorfosi stia finalmente per arrivare. Magari, grazie al bacio gentile e avventuroso di uno dei tanto amati Bloom.
Becchini, prefiche, tassidermisti, carbonai… I Maitland hanno sempre avuto un'inclinazione per le professioni affini ai riti funebri, cercando di ricavarsi la loro nicchia nonostante Swinton li tenga in disparte.
In questa contrada trovano ricetto tutti coloro che mettono al primo posto l’amore, con le sue declinazioni e implicazioni. Generosità, coraggio e lealtà sono le principali virtù; ma queste, quando vengono gonfiate e portate all’estremo, si tramutano in difetti. Pertanto possiamo trovare in questo Sestiere sia un contadino che con bontà aiuta il prossimo offrendo un lauto pranzo, e sia una poveraccia in canna che ha sperperato tutti i suoi averi nell’organizzazione di feste dispendiose.
I colori in cui si riconoscono sono il vermiglio e il castano. Che poi, in fin dei conti, sono la stessa cosa: tutti i marroni sono diverse sfumature del rosso, il colore del cuore per l’appunto.